Materiali sconosciuti e provenienza dubbia: la Finanza sequestra 30 milioni di articoli nocivi

30 dicembre 2022 | 15:35
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I prodotti sono stati scovati nel corso dell’operazione “Natale Sicuro” dei Reparti di Roma e provincia, che hanno battuto a tappeto il territorio

Roma – Un’operazione mirata per salvaguardare la salute dei cittadini. Questo l’obiettivo della maxi operazione “Natale Sicuro” attuata dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma: luminarie, alberelli, cappelli, occhiali e braccialetti di Babbo Natale, addobbi, decorazioni varie e articoli per presepi sono stati sequestrati perché risultati pericolosi e nocivi per la salute.

In vista delle feste natalizie, i Reparti di Roma e provincia hanno battuto a tappeto il territorio, scovando un totale di oltre 30 milioni di articoli non sicuri in diversi depositi e punti vendita al dettaglio – situati soprattutto a Roma, in via dei Platani, via dell’Omo, via Maggi, via Casilina, via di Torrenova, viale Spartaco e via del Quadraro. L’operazione ha visto l’applicazione della norma a tutela del consumatore che stabilisce i criteri attraverso i quali un articolo può essere considerato sicuro: determinati prodotti, oltre ad avere la marcatura CE (soprattutto per i dispositivi elettrici), devono riportare un’etichetta che dia informazioni dettagliate, sulla provenienza del prodotto, i materiali che lo compongono e la composizione chimica. Tali informazioni devono essere scritte in modo chiaro, leggibile e in lingua italiana.

Tutti i prodotti sequestrati dalla Guardia di Finanza erano, invece, privi di questi requisiti e non in linea congli standard di sicurezza stabiliti dalla normativa comunitaria e nazionale. Qualora immessa sul mercato la merce avrebbe fruttato ricavi per diversi milioni di euro.

L’operazione, che si inserisce nel più ampio dispositivo di controllo predisposto dalla Guardia di Finanza di Roma a salvaguardia dell’economia legale, della sicurezza e della salute dei cittadini, si è conclusa con la denuncia alla locale Autorità Giudiziaria di 9 persone e la segnalazione in via amministrativa alla Camera di Commercio altre 11– quali rappresentanti legali di altrettante società di import-export– per le violazioni al c.d. “Codice del Consumo”.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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