Te Deum, Papa Francesco commosso ricorda Benedetto XVI: “Persona nobile e gentile”

31 dicembre 2022 | 20:10
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Te Deum, Papa Francesco commosso ricorda Benedetto XVI: “Persona nobile e gentile”

Il Pontefice commosso ricorda il suo predecessore: “Sentiamo nel cuore tanta gratitudine: gratitudine a Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo; gratitudine a lui, per tutto il bene che ha compiuto”

Città del Vaticano – “In questo momento, il pensiero va spontaneamente al carissimo Papa emerito Benedetto XVI, che questa mattina ci ha lasciato. Con commozione ricordiamo la sua persona così nobile, così gentile”. Si commuove Papa Francesco nel ricordare il suo predecessore, Benedetto XVI, venuto a mancare nella mattina del 31 dicembre (leggi qui). Nella basilica di San Pietro, addobbata a festa per l’Ottava di Natale, il tono della solenne celebrazione di fine anno, caratterizzato dal canto de Te Deum, non è quello della festa tipica di questo giorno.

Bergoglio, che arriva sulla sedia a rotelle, tra le lacrime, dice di sentire “nel cuore tanta gratitudine: gratitudine a Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo; gratitudine a lui, per tutto il bene che ha compiuto, e soprattutto per la sua testimonianza di fede e di preghiera, specialmente in questi ultimi anni di vita ritirata. Solo Dio conosce il valore e la forza della sua intercessione, dei suoi sacrifici offerti per il bene della Chiesa”.

E proprio sulla virtù civica della gentilezza che poi Francesco incentra la sua riflessione durante l’omelia. Un’omelia che pronuncia, come dice lui stesso, “pensando in particolare alla nostra diocesi di Roma”.

La gentilezza, spiega, “è un fattore importante della cultura del dialogo, e il dialogo è indispensabile per vivere in pace, per vivere da fratelli, che non sempre vanno d’accordo – è normale – ma che però si parlano, si ascoltano e cercano di comprendersi e di venirsi incontro”. In altre parole, la gentilezza “non è solo questione di ‘galateo’; non è questione di ‘etichetta’, di forme galanti… No, non è questo che intendiamo qui parlando di gentilezza. Si tratta invece di una virtù da recuperare e da esercitare ogni giorno, per andare controcorrente e umanizzare le nostre società”.

“I danni dell’individualismo consumista – prosegue il Santo Padre – sono sotto gli occhi di tutti. E il danno più grave è che gli altri, le persone che ci circondano, vengono percepite come ostacoli alla nostra tranquillità, alla nostra comodità. Gli altri ci ‘scomodano’, ci disturbano, ci tolgono tempo e risorse per fare quello che ci piace. La società individualistica e consumistica tende ad essere aggressiva, perché gli altri sono dei concorrenti con cui competere. Eppure, proprio dentro queste nostre società, e anche nelle situazioni più difficili, ci sono persone che dimostrano come sia ‘ancora possibile scegliere la gentilezza’ e così, con il loro stile di vita, ‘diventano stelle in mezzo all’oscurità”.

Per Bergoglio, “la gentilezza è un antidoto contro alcune patologie delle nostre società: un antidoto contro la crudeltà, che purtroppo si può insinuare come un veleno nel cuore e intossicare le relazioni; un antidoto contro l’ansietà e la frenesia distratta che ci fanno concentrare su noi stessi e ci chiudono agli altri”.

Queste “malattie” della nostra vita quotidiana ci rendono aggressivi, ci rendono incapaci di chiedere “permesso”, oppure “scusa”, o di dire semplicemente “grazie”. Le tre parole così umane della convivenza: permesso, scusa, grazie. Con queste tre parole si va avanti nella pace, nell’amicizia umana. Sono le parole della gentilezza: permesso, scusa, grazie.

Infine, un pensiero per la Capitale: “Recuperare la gentilezza come virtù personale e civica possa aiutare non poco a migliorare la vita nelle famiglie, nelle comunità, nelle città. Per questo, guardando al nuovo anno della città di Roma, vorrei augurare a tutti noi che la abitiamo di crescere in questa virtù: la gentilezza. L’esperienza insegna che essa, se diventa uno stile di vita, può creare una convivenza sana, può umanizzare i rapporti sociali sciogliendo l’aggressività e l’indifferenza”.

Terminato il rito, Bergoglio, in carrozzina, raggiunge piazza San Pietro per il consueto atto di venerazione del presepe. Saluta la folla: sono migliaia le persone che riempiono il grande abbraccio del colonnato. Molti hanno raggiunto San Pietro per pregare per il Papa emerito. E proprio in segno di lutto, l’albero di Natale e il grande presepe sono stati spenti dopo che Papa Francesco ha fatto rientro a Santa Marta. (Foto © Vatican Media)

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