Primo Angelus del 2023, il grido di Papa Francesco: “No alla guerra! No al riarmo!”

1 gennaio 2023 | 16:22
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Primo Angelus del 2023, il grido di Papa Francesco: “No alla guerra! No al riarmo!”

L’appello di Papa Francesco affacciatosi su una piazza San Pietro gremita da 40mila fedeli: “Le risorse vadano allo sviluppo: salute, alimentazione, educazione, lavoro”

Città del Vaticano -“In questo giorno, che San Paolo VI volle dedicare alla preghiera e alla riflessione per la pace nel mondo, sentiamo ancora più forte, intollerabile il contrasto della guerra, che in Ucraina e in altre regioni semina morte e distruzione. Tuttavia non perdiamo la speranza, perché abbiamo fede in Dio, che in Gesù Cristo ci ha aperto la via della pace. L’esperienza della pandemia ci insegna che nessuno può salvarsi da solo, ma che insieme possiamo percorrere sentieri di pace e di sviluppo”.

Nel primo Angelus del 2023, Papa Francesco lancia l’ennesimo accorato appello per la pace: “Nel mondo intero, in tutti i popoli sale il grido: no alla guerra! No al riarmo!”. “Le risorse vadano allo sviluppo: salute, alimentazione, educazione, lavoro”, aggiunge Bergoglio, ricordando le tante iniziative svolte in questi giorni da tante associazioni di ispirazione cattolica.

Papa Francesco: “La guerra? Una terribile sciagura guidata da scelte umane colpevoli”

Prima dell’Angelus, il Pontefice ha presieduto, come da tradizione, la messa nella Solennità di Maria Madre di Dio nella basilica vaticana. Nell’omelia, sono tanti i riferimenti alla pace. Del resto, il 1 gennaio la Chiesa celebra proprio la Giornata Mondiale della Pace, istituita, come ha ricordato lo stesso Bergoglio, da Papa Montini 56 anni fa.

Dall’altare della Confessione, il Pontefice eleva una supplica: “Preghiamo la Madre in modo speciale per i figli che soffrono e non hanno più la forza di pregare, per tanti fratelli e sorelle colpiti dalla guerra in tante parti del mondo, che vivono questi giorni di festa al buio e al freddo, nella miseria e nella paura, immersi nella violenza e nell’indifferenza!”.

E ammonisce: se si vuole la pace “non si può stare fermi, non si può stare comodi aspettando che le cose migliorino. Bisogna alzarsi, cogliere le occasioni di grazia, andare, rischiare. Bisogna rischiare. Oggi, all’inizio dell’anno, anziché stare a pensare e sperare che le cose cambino, ci farebbe bene chiederci: ‘Io, quest’anno, dove voglio andare? Verso chi vado a fare del bene?’. Tanti, nella Chiesa e nella società, aspettano il bene che tu e solo tu puoi dare, il tuo servizio. E, di fronte alla pigrizia che anestetizza e all’indifferenza che paralizza, di fronte al rischio di limitarci a rimanere seduti davanti a uno schermo con le mani su una tastiera, i pastori oggi ci provocano ad andare, a smuoverci per quel che succede nel mondo, a sporcarci le mani per fare del bene, a rinunciare a tante abitudini e comodità per aprirci alle novità di Dio, che si trovano nell’umiltà del servizio, nel coraggio di prendersi cura. Fratelli e sorelle, imitiamo i pastori: andiamo!”.

E conclude: “All’inizio dell’anno, tra le tante novità che si vorrebbero sperimentare e le molte cose che si vorrebbero fare, dedichiamo del tempo a vedere, cioè ad aprire gli occhi e a tenerli aperti di fronte a quel che conta: a Dio e agli altri. Abbiamo il coraggio di sentire lo stupore dell’incontro, che è lo stile di Dio, cosa ben differente dalla seduzione del mondo, che ti tranquillizza. Lo stupore di Dio, l’incontro, ti dà pace; l’altro soltanto ti anestetizza e ti dà tranquillità”. (Foto © Vatican Media)

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