Turista accoltellata a Termini, il clochard fermato si difende: “Non sono io nel video”

5 gennaio 2023 | 12:11
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Turista accoltellata a Termini, il clochard fermato si difende: “Non sono io nel video”

Interrogatorio per il presunto aggressore: secondo l’avvocato d’ufficio, l’uomo non si è riconosciuto nelle immagini delle telecamere della stazione Termini e si dichiara estraneo ai fatti

Roma – “Il mio assistito ha risposto alle domande e si dichiara estraneo ai fatti, sostiene di non essere neanche transitato a Roma Termini il 31 dicembre perché non aveva nessuna necessità”. Lo riferisce Francesca Rena, avvocato d’ufficio di Aleksander Mateusz Chomiak, il 25enne polacco arrestato a Milano, quando è stato riconosciuto da una coppia di carabinieri fuori servizio. Il 25enne era ricercato da sabato sera, quando ha accoltellato una turista israeliana all’interno della stazione capitolina.

“Non si è riconosciuto in quelle immagini”, ha quindi spiegato l’avvocato, in riferimento alle immagini dell’aggressione immortalate da alcune telecamere. L’uomo – nell’interrogatorio davanti al gip durato circa un’ora – nega le accuse.

“Vivo per strada e i coltelli li uso per tagliare il pane o per aprire le confezioni del cibo”, la motivazione che il 25enne ha poi fornito nell’interrogatorio davanti al gip Natalia Imarisio. Il giovane – che si è mostrato tranquillo – ha raccontato di essere in Italia da “sei-sette mesi”, di essersi spostato tra Roma e Torino appoggiandosi ad associazioni di volontariato e alla comunità polacca. Il 25enne resta in carcere a San Vittore – la difesa non ha chiesto al momento misure alternative – in attesa dell’ordinanza di convalida.

L’uomo, fermato ieri in stazione a Milano, non aveva più con sé la busta blu che appariva nelle immagini delle telecamere della stazione Termini ma un sacchetto di plastica della spesa con generi alimentari.

“TRADITO DAL CAPPELLO E DALLE SCARPE ROSSE”

Lo ha riconosciuto dal volto ma sono stati il cappello con la visiera e le scarpe rosse a togliergli qualsiasi dubbio. È quanto ha spiegato il vicebrigadiere dei carabinieri del Nucleo radiomobile di Milano che ieri ha bloccato il giovane polacco. Quando il militare, libero dal servizio, che era appena salito sul treno per Brescia ha visto il giovane seduto nel vagone, ha chiesto alla moglie, un appuntato dei Carabinieri, di andare a chiamare rinforzi. Il giovane a quel punto deve essersi accorto di essere osservato ed è sceso dal treno. Il militare lo ha allora seguito e bloccato con l’aiuto della Polfer presente in stazione. Poi il vicebrigadiere ha mostrato al fermato una delle foto pubblicate online sul cellulare e gli ha chiesto ”sei tu?”. Il giovane ha annuito senza opporre resistenza.

ORDINANZA DEL GIP – Il quadro indiziario a carico del 24enne polacco arrestato “è possente ed univoco”, scrive nel provvedimento, con cui convalida il fermo in carcere, il gip di Milano Natalia Imarisio. Il giovane, nell’interrogatorio a San Vittore, “ha fornito risposte perfettamente lucide e pertinenti, per quanto talora generiche e contraddittorie”.

Per il gip nessun dubbio che si tratti di un tentato omicidio date “le modalità brutali dell’aggressione (tali peraltro da neppure evidenziare – come anche desumibile dalla semplice visione delle immagini – un principale intento predatorio della vittima), la pacifica pericolosità dell’arma utilizzata, la ripetizione dei colpi inferti e la collocazione delle aree corporee colpite, oltre ad integrare di per sé atti oggettivamente idonei a provocare la morte della vittima (la cui pronta reazione, peraltro, ha forse scongiurato conseguenze ben più gravi), fanno ritenere sussistente il dolo di omicidio, non potendosi ragionevolmente escludere che l’autore si fosse rappresentato l’evento morte come conseguenza altamente probabile (quantomeno alternativa a quella delle lesioni gravi) della propria condotta”.

Così come appare corretta la volontà del pm Enrico Pavone di non contestargli alcuna aggravante: il fatto che si tratti di una ragazza di nazionalità israeliana (desumibile dalla scritte in ebraico visibili sulla sacca che aveva in spalla) “non pare di evidenza tale da poter essere vistosamente e prontamente collegato da una persona media ad un’appartenenza nazionale, etnica o religiosa”.

“RESTA IN CARCERE, PUÒ COLPIRE ANCORA”

Reiterazione del reato e pericolo di fuga, sono questi gli elementi per cui il 24enne polacco arrestato deve restare in carcere, spiega il gip nel provvedimento. L’uomo, sprovvisto di documenti, di fissa dimora e di stabile attività lavorativa, resta dunque a San Vittore perché dalle fasi dell’aggressione – riprese dalle telecamere della stazione ferroviaria – emerge una “violenza ed inquietante spregiudicatezza, non solo nella scelta della vittima – una giovane donna sola – ma anche nella commissione del fatto in luogo pubblico e certamente presidiato”, oltre che “dalle criminogene condizioni di vita del giovane che ha persino ammesso ‘di commettere ‘talora’ furti per procurarsi da mangiare'” ad esempio lo scorso 27 dicembre quando è stato identificato dopo un tentativo di furto in un bar di Roma.

“A dimostrazione del modus vivendi costantemente improntato alla devianza – si legge nel provvedimento, – egli ha fra l’altro tranquillamente ammesso di aver rubato (almeno) uno dei tre coltelli di cui è risultato in possesso al momento del fermo”. Contro di lui ci sono “gravi indizi di colpevolezza” a partire proprio dalle riprese delle telecamere che catturano l’aggressione e la fuga e anche quando il giovane si ferma per raccogliere il coltello con cui ha colpito la vittima. (fonte Adnkronos)