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Calcio in lutto: è morto Gianluca Vialli

6 gennaio 2023 | 10:44
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Calcio in lutto: è morto Gianluca Vialli

L’ex attaccante di Juve e Sampdoria e capodelegazione della Nazionale azzurra aveva 58 anni e da cinque anni lottava contro un tumore

Londra – Nuovo grave lutto nel calcio italiano. È morto Gianluca Vialli. L’ex attaccante di Juve e Sampdoria e capodelegazione della Nazionale azzurra aveva 58 anni e da cinque anni lottava contro un tumore al pancreas. Vialli si è spento in una clinica di Londra dove era ricoverato da qualche settimana.

Poco prima di Natale, il capo delegazione degli Azzurri aveva comunicato alla FIGC di voler “sospendere temporaneamente gli impegni” proprio per dedicarsi alle cure: “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri”.

“L’obiettivo – aveva spiegato Vialli – è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”.

“Gianluca – aveva commentato all’epoca il presidente federale Gabriele Gravina – è un protagonista assoluto della Nazionale italiana e lo sarà anche in futuro. Grazie alla sua straordinaria forza d’animo, all’Azzurro e all’affetto di tutta la famiglia federale sono convinto tornerà presto. Può contare su ognuno di noi, perché siamo una squadra, dentro e fuori dal campo”. Oggi il decesso. Su Twitter, la Nazionale saluta con poche parole Vialli:

Ciao Gianluca, non ti dimenticheremo mai ? pic.twitter.com/ZnAbs9qDUe

— Nazionale Italiana ⭐️⭐️⭐️⭐️ (@Azzurri) January 6, 2023

Nato a Cremona il 9 luglio 1964, Vialli iniziò la sua carriera da professionista con la maglia della Cremonese, prima di passare alla Sampdoria nel 1984, dove rimase per otto stagioni vincendo uno Scudetto, tre Coppe Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa delle Coppe, giocando anche una finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona, persa a Wembley (nel 1991 fu anche capocannoniere della Serie A). Poi un’altra gloriosa parentesi alla Juventus, durata quattro anni, con altri cinque trofei: uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa Uefa e la Champions League conquistata a Roma nel 1996. La carriera da calciatore di Vialli si chiuse nel 1999 dopo tre anni in Inghilterra, al Chelsea, arricchiti da una FA Cup, una Coppa di Lega, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. E nel Chelsea Vialli ha anche iniziato ad allenare, prima da player-manager, poi solo da tecnico, vincendo una FA Cup e una Charity Shield (ora Community Shield) dopo che tre dei quattro trofei da calciatore con i Blues erano arrivati guidando anche la squadra londinese.

Con la maglia della Nazionale maggiore ha totalizzato 59 presenze e 16 reti: debuttò il 16 novembre 1985 nell’amichevole contro la Polonia, venendo convocato dal Ct Enzo Bearzot per giocare il Mondiale del 1986 in Messico, dopo essere stato nella stessa estate capocannoniere dell’Europeo Under 21. Inserito nella rosa dell’Italia per il Mondiale giocato in casa nel 1990 – dopo aver preso parte anche all’Europeo del 1988 – Vialli ha collezionato l’ultima apparizione con la Nazionale il 19 dicembre del 1992, a Malta, in una partita di qualificazione al Mondiale americano del ’94. Ambasciatore del Programma Volontari di UEFA EURO 2020 e protagonista con le sue maglie anche al Museo del Calcio di Coverciano, nel 2015 era stato inserito nella ‘Hall of Fame del calcio italiano’: anche quel giorno assieme a Roberto Mancini, l’amico e compagno di sempre, da Genova a Wembley.

La scomparsa di Vialli, che arriva pochi giorni dopo quella di Sinisa Mihajlovic, lascia un vuoto incolmabile in tutta la famiglia del calcio italiano. Per ricordarlo la Federazione ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana. “Sono profondamente addolorato – dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina – ho sperato fino all’ultimo che riuscisse a compiere un altro miracolo, eppure mi conforta la certezza che quello che ha fatto per il calcio italiano e la maglia azzurra non sarà mai dimenticato. Senza giri di parole: Gianluca era una splendida persona e lascia un vuoto incolmabile, in Nazionale e in tutti coloro che ne hanno apprezzato le straordinarie qualità umane”.