Papa Francesco tuona: “La povertà a Roma è frutto di scelte poco avvedute”

6 gennaio 2023 | 13:21
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Papa Francesco tuona: “La povertà a Roma è frutto di scelte poco avvedute”

Il Pontefice riorganizza l’ordinamento della sua Diocesi, quella di Roma, e punta il dito contro le Istituzioni italiane. Poi ammonisce i suoi fedeli: “Particolare impegno deve riversarsi nell’accoglienza dei tanti rifugiati e migranti perché la Chiesa di Roma sia, per tutte le altre Chiese, testimone del fatto che nessuno deve essere escluso”

Città del Vaticano – Papa Francesco riorganizza il Vicariato di Roma (leggi qui), la sua Diocesi (il Papa è il vescovo della Capitale, ndr.). E nel documento pubblicato nel giorno dell’Epifania parla anche della situazione della città eterna. “Un numero rilevante di persone e di famiglie che abitano i diversi quartieri della città di Roma, non solo le periferie, è gravato da pesanti difficoltà economiche, sociali, psicologiche e sanitarie. L’invecchiamento della popolazione, la crisi demografica, la presenza di persone senza fissa dimora, sono conseguenza di scelte poco avvedute – sottolinea Papa Francesco -, oltre che sintomo delle fatiche e delle incertezze del nostro tempo”.

Per il Papa “i cristiani di Roma, e in particolare coloro ai quali sono affidati incarichi e responsabilità pastorali, siano consapevoli di dover svolgere la loro missione in un contesto nel quale molte persone si trovano a vivere situazioni di grande sofferenza. Particolare impegno deve riversarsi nell’accoglienza dei tanti rifugiati e migranti perché la Chiesa di Roma sia, per tutte le altre Chiese, testimone del fatto che nessuno deve essere escluso”.

Secondo l’ultimo rapporto della Caritas di Roma, pubblicato ad aprile 2022, la fotografia che emerge dell’Urbe è quella di una città in bilico tra la tentazione di ripiegarsi sulle profonde ferite inferte dalla pandemia e la volontà di cogliere le notevoli opportunità offerte dal PNRR, dal prossimo Giubileo del 2025 e dalla possibile assegnazione a Roma Capitale dell’Expo 2030. Opportunità inedite per trasformare Roma e renderla una metropoli meno disuguale e dove sia più facile e soprattutto più umano, poter vivere con dignità. Il rischio, si legge nel report, “è che nei vissuti dei romani a prevalere sia la sfiducia”. Di ciò si ha un chiaro riscontro osservando i dati reddituali dei cittadini romani.

La fascia di età con maggiore reddito complessivo risulta essere quella di 60-74 anni, confermando quanto registrato anche a livello nazionale, con una media di 31.781 euro annui. In rapporto alla fascia di età 30-44 anni la differenza è di più di 10.000 euro a vantaggio degli over 60; se si considera poi la classe dei giovani fino a 29 anni il reddito medio disponibile è sotto i 10.000 euro, con uno scarto rispetto agli over 60 di oltre 21.000 euro annui. Va ricordato inoltre che nella Capitale le disuguaglianze reddituali si stanno sempre più acutizzando se si considera che il 41,1% dei cittadini presenta un reddito individuale pari o inferiore a 15.000 euro mentre il 2,4% della popolazione romana può contare su redditi individuali superiori a 100.000 euro, pari al 18% deltotale del reddito cittadino.

Anche la nazionalità rappresenta un elemento di svantaggio poiché comparando i redditi medi procapite nel caso dei cittadini italiani risultano pari a 27.633 euro, mentre nel caso di persone straniere cala a 14.458. Osservando i dati per Municipi risulta che nel VI Municipio il reddito medio annuo è 17.460 euro (nel caso di cittadini italiani è pari a 18.571 euro e nel caso di stranieri si abbassa a 11.113 euro) con una differenza di circa 7.000 euro tra italiani e stranieri; mentre nel I Municipio il reddito medio arriva a 39.011 euro ma, analizzando la differenza tra nazionalità nel medesimo Municipio si può osservare che nel caso di cittadini italiani il reddito medio è di 42.497 euro invece per i cittadini stranieri cala vorticosamente a 18.429 euro.

Relativamente alla condizione di povertà nella città di Roma, il rapporto BES (Benessere equo sostenibile) stima che nel 2020 le persone in condizione di rischio povertà fossero pari al 14,1% dell’intera popolazione cittadina, percentuale superiore a quella che si registra in altre grandi città come Torino, Firenze, Milano e Genova. Di rilievo anche la quota di cittadini romani che, pur non rientrando nel gruppo di coloro a rischio povertà, hanno dichiarato di arrivare alla fine del mese con grande difficoltà (quasi il 6%); va tuttavia sottolineato che i valori sono al di sotto delle percentuali registrate in Italia (8,2%). Inoltre, nel caso della grave deprivazione materiale Roma si stima presenti una percentuale di persone, pari al 10,3% della popolazione, di 3 punti percentuali superiore alla media nazionale (che è di 7,4%).

La situazione romana si presenta più critica rispetto alla media nazionale anche se si considera la presenza di famiglie monoreddito: in questo caso Roma supera di molto (con il suo 32,8%) la percentuale italiana che è pari al 28,7% delle famiglie. Ma la situazione che desta maggiori preoccupazioni e chiama ad una responsabile attenzione riguarda i minori in povertà assoluta, che nel nostro paese sono 1 milione 337mila. Ciò significa che al 13,5% del totale dei minori in Italia non viene assicurato il soddisfacimento dei bisogni essenziali di sopravvivenza. Il dato appare in tutta la sua gravità se si pensa che nel 2005 la quota di minori in povertà assoluta arrivava al 3,9%: anche in questo caso il 2020 ha registrato così il valore più elevato degli ultimi 15 anni.  Le fasce di età più colpite nel 2020 sono quelle 7-13 anni con il 14,2% e 14-17 anni con il 13,9% dei ragazzi in povertà assoluta.

A Roma, poi, vi sono dei territori municipali gravosamente colpiti dal fenomeno di minori che vivono in famiglie con redditi complessivi molto bassi: nel Municipio VI il 13,4% delle famiglie con minori e nel V Municipio il 9,8% presenta redditi pari o inferiori ai 25.000 euro. Anche il X e il VII presentano percentuali intorno al 9%. Va anche osservato che ragionando in termini di reddito medio pro-capite nel Comune di Roma la condizione delle famiglie con figli presenta dei netti svantaggi. Difatti se il reddito medio pro-capite risulta essere pari a 21.790 euro, nel caso delle famiglie senza figli minori sale a 24.375 euro mentre quelli dei nuclei con minori cala a 13.119 euro! Rimangono le differenze tra i Municipi ma nel caso delle famiglie con minori sono meno marcate; i Municipi V e VI mantengono comunque il primato dei valori più bassi anche in questo caso.

È inoltre doveroso ricordare anche che, considerando le stime sulla fascia di pensionati meno abbienti, ancora alta è la quota di quelli con redditi inferiori agli 11.000 euro annui. In particolare il grafico mostra la distribuzione degli anziani con pensioni molto basse e viene in evidenza che il VII (con il 10,8%), il V (con il 10%) e il VI (con 9,1%) sono i Municipi in cui l’incidenza è più elevata rispetto al resto del territorio cittadino e allo stesso tempo questi ultimi due Municipi registrano anche i valori di redditi individuali più bassi nel rapporto con gli altri.

Riguardo l’andamento demografico, in base a quanto rilevato nel Bollettino Statistico di Roma Capitale, è interessante osservare le relazioni e gli equilibri esistenti all’interno delle varie classi d’età della popolazione a Roma, che presenta un indice di vecchiaia pari a 179,8: un dato che ha registrato una forte accelerazione considerando che nel 2019 era di 174,6.

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