Il monito del Papa ai fedeli: “Servire e farsi da parte: mai attaccarsi a ruoli e posizioni”

15 gennaio 2023 | 14:19
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Il monito del Papa ai fedeli: “Servire e farsi da parte: mai attaccarsi a ruoli e posizioni”

Il Pontefice all’Angelus: “Il segno del vero educatore è non legare le persone a sé”. Poi l’appello per la pace: “Non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino, che soffre tanto! Restiamo vicini a loro con i nostri sentimenti, con il nostro aiuto, con la nostra preghiera”

Città del Vaticano – Servire, farsi da parte, senza attaccarsi a ruoli o posizioni. E’ il monito di Papa Francesco che arriva durante la tradizionale preghiera dell’Angelus. Il Pontefice, affacciato su una piazza San Pietro colorata da 15mila fedeli, prendendo spunto dal brano odierno del Vangelo, dedica la sua riflessione allo “spirito di servizio” di Giovanni il Battista.

“Questo è difficile ma è il segno del vero educatore: non legare le persone a sé. E Giovanni fa così – spiega il Papa -: mette i suoi discepoli sulle orme di Gesù. Non è interessato ad avere un seguito per sé, a ottenere prestigio e successo, ma dà testimonianza e poi fa un passo indietro, perché molti abbiano la gioia di incontrare Gesù. Possiamo dire, apre la porta e se ne va”. Per Bergoglio, “con questo suo spirito di servizio, con la sua capacità di fare posto, Giovanni il Battista ci insegna una cosa importante: la libertà dagli attaccamenti”. “Sì, perché è facile attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati. E questo, pur essendo naturale, non è una cosa buona, perché il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini, senza aspettare un contraccambio”, sottolinea il Papa.

“Farà bene anche a noi coltivare, come Giovanni, la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù. Farsi da parte, imparare a congedarsi: ho fatto questa missione, e lascio il posto al Signore – la riflessione del Papa -. Pensiamo a quanto è importante questo per un sacerdote, che è chiamato a predicare e celebrare non per protagonismo o per interesse, ma per accompagnare gli altri a Gesù”.

Pensiamo a quant’è importante per i genitori, che crescono i figli con tanti sacrifici, ma poi li devono lasciare liberi di prendere la loro strada nel lavoro, nel matrimonio, nella vita. È bello e giusto che i genitori continuino ad assicurare la loro presenza, dicendo ai figli: ‘Non vi lasciamo soli’, ma con discrezione, senza invadenza. La libertà di crescere.

Ma questo vale per tutti gli ambiti della vita: “l’amicizia, la vita di coppia, la vita comunitaria. Liberarsi dagli attaccamenti del proprio io e saper farsi da parte costa, ma è molto importante: è il passo decisivo per crescere nello spirito di servizio”.

Infine, invita tutti a fare un esame di coscienza: “Fratelli, sorelle, proviamo a chiederci: siamo capaci di fare posto agli altri? Di ascoltarli, di lasciarli liberi, di non legarli a noi pretendendo riconoscimenti? Anche di lasciarli parlare? Attiriamo gli altri a Gesù o a noi stessi? E ancora, sull’esempio di Giovanni: sappiamo gioire del fatto che le persone prendano la loro strada e seguano la loro chiamata, anche se questo comporta un po’ di distacco nei nostri confronti? Ci rallegriamo per i loro traguardi, con sincerità e senza invidia? E questo è lasciare crescere gli altri”.

Dopo la benedizione, Francesco ricorda che dal 18 al 25 gennaio si svolgerà la tradizionale Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema di quest’anno è tratto dal profeta Isaia: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (1,17). Ma “il cammino per l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa sono legati – sottolinea il Papa -. Perciò, colgo questa occasione per annunciare che sabato 30 settembre prossimo, in Piazza San Pietro, avrà luogo una Veglia ecumenica di preghiera, con la quale affideremo a Dio i lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Per i giovani che verranno alla Veglia ci sarà un programma speciale in tutto quel fine settimana, a cura della Comunità di Taizé. Fin da ora invito i fratelli e le sorelle di tutte le confessioni cristiane a partecipare a questo raduno del Popolo di Dio”.

Quindi la preghiera per la pace alle porte dell’Europa: “Fratelli e sorelle, non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino, che soffre tanto! Restiamo vicini a loro con i nostri sentimenti, con il nostro aiuto, con la nostra preghiera”. Infine, l’immancabile saluto: “A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci”. (Foto © Vatican Media)

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