Gli ospedali di Roma nel caso, il sindacato: “Basta con una sanità al risparmio”

Roma – Personale costretto a svolgere mansioni più basse e carenza di Operatori Socio Sanitari (Oss). E’ questa la situazione nei locali dell’Asl Roma 2, come denunciato dalla Uil-Fpl. Un discorso tornato alla luce specialmente dopo la tragedia avvenuta al Pertini, in cui un bambino è morto soffocato dalla sua stessa mamma senza l’intervento di nessuno.

Secondo Domenico Sestili, rappresentante Uil, “il personale, oltre a non essere sufficiente per garantire i servizi, è tra l’altro demansionato e questo provoca forte stress lavorativo. L’Inail definisce lo stress da lavoro correlato come uno stress legato all’attività lavorativa che si manifesta quando le richieste dell’ambiente di lavoro superano la capacità del lavoratore di affrontarle, o controllarle”.

Ma perché il personale viene demansionato? Lo spiega il delegato Uil Michele Cipollini: “I lavoratori devono sopperire a delle mancanze interne. E’ per questo che si chiede il rispetto – aggiunge Cipollini –  delle procedure concorsuali previste dalla delibera dell’Asl per il fabbisogno 2021-2022 che prevede l’assunzione a tempo indeterminato di varie figure professionali, tra cui per il reparto di Ginecologia ed Ostetricia”.

“Il demansionamento e la carenza di personale, spesso unite da un unico filone, sono problemi su cui bisogna intervenire. Nel reparto di chirurgia del Pertini, ad esempio, ci sono 64 posti letto e non abbastanza lavoratori per poterli coprire tutti”.

Il servizio alberghiero, spiega ancora il delegato –  “permette di assistere con frequenza i pazienti ma, purtroppo, è raro nei reparti della Asl Roma 2 dove sono stati assunti centinaia e centinaia di ausiliari ma nessun Oss presenti, invece, solo nei reparti a pagamento proprio del Pertini e del Sant’Eugenio, dove esiste il servizio alberghiero h24” conclude.

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