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Giornata della Memoria, Terracina: pugile ebreo che sbarcò ad Anzio con i Marines

27 gennaio 2023 | 11:00
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Giornata della Memoria, Terracina: pugile ebreo che sbarcò ad Anzio con i Marines
Giornata della Memoria, Terracina: pugile ebreo che sbarcò ad Anzio con i Marines
Giornata della Memoria, Terracina: pugile ebreo che sbarcò ad Anzio con i Marines

Dovette rinunciare alle Olimpiadi di Berlino e perse agli Europei, dopo essere stato duramente criticato

Roma – Nella Giornata della Memoria non si celebrano solo i milioni di ebrei morti nei campi di sterminio, anche tante storie di ebrei nel mondo. Anche gli atleti partecipano al ricordo, con le loro storie e grandi esempi. Ecco si diffondono allora le gesta di Settimio Terracina, il pugile italiano che salì sul ring con la Stella di David cucita sui pantaloncini.

Lo stemma del popolo ebraico fu cucito da sua mamma sull’indumento con cui l’atleta romano vinse numerosi incontri: “Forse furono proprio quei pantaloncini ad escluderlo dalle Olimpiadi di Berlino del 1936”. E’ la figlia a parlare, come riporta Raisport. Sin dall’età di 15 anni fu guidato dalla passione per il pugilato e amava viaggiare, l’onore della vittoria e vincere appunto. Quella Stella di David  era un orgoglio particolare da mostrare e una gioia speciale per sua madre. Con questo pantaloncino salì sul ring dell’Europeo del 1936 e fu attaccato con durezza dalla stampa di regime. Rimase psicologicamente provato da questa esperienza. Perse ai punti il match: “Lo avevano accusato di essere razzista – dice sua figlia Lisa in un video storico diffuso su Raisport – perché ostentava un’emblema, un simbolo che non apparteneva all’ideale fascista”.

Grazie ai documenti, come riporta Raisport, che gli aveva procurato il segretario della Federazione Italiana Pugilistica romana, Terracina riuscì a scappare negli Stati Uniti e salvarsi dai rastrellamenti nel Ghetto del 1943 e tornò poi in Italia. Sbarcò con i Marines ad Anzio.

Cominciò ad allenarsi nella palestra romana ‘Cristoforo Colombo’ a soli 15 anni e poi passò alla Trastevere, sotto la guida di Mariano Gabrielli, come riporta Avvenire. Nel 1934 si aggiudicò La Cintura di Roma e il suo micidiale sinistro lo rese famoso per potenza e velocità. Lo conoscevano bene i suoi avversari e questo suo grande talento gli permise di partecipare al raduno preolimpico di Senigallia del 1934. Era nato nel 1917 e cresciuto al Ghetto ebraico di Roma. La sua storia era stata dimenticata, fino a che fu organizzato uno speciale evento. La mostra si chiamava ‘Lo Sport euro­peo sotto il nazismo. Dai Giochi Olimpici di Berlino ai Giochi Olimpici di Londra (1936-1948)”. Come riporta ancora Avvenire, a Laura Fontana, la curatrice della mostra, arrivò una particolare documentazione che parlava di una grande vicenda umana e sportiva: “È stata mia cugina Lisabeth a spedire quel materiale, perché voleva che la figura di suo padre fosse conosciuta e ricor­data come tanti di quegli ebrei che, anche se sono sfuggiti all’Olocausto, hanno continua­to a vivere portandosi in fondo al cuore un do­lore indicibile…”. Il racconto narrato da Avvenire (pubblicato nel 2013), è della nipote di Settimio Terracina, la signora Rina Mena­sci.  Sul “Lit­toriale”di quegli anni si scriveva di lui: “Terracina è un elemento di sicuro avvenire”.

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