Il racconto

Historical crimes: Leonarda Cianciulli, storia di una serial killer di fine ‘800

29 gennaio 2023 | 18:16
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Historical crimes: Leonarda Cianciulli, storia di una serial killer di fine ‘800

Cianciulli era una donna socievole che riusciva ad attirare le sue potenziali vittime tra un the ed una torta, merende che preparava di persona

Roma – I serial killer, copiosamente descritti nelle ormai numerose serie televisive USA hanno avuto degli epigoni anche qui in Italia, altrettanto spietati, alienati mentali, sanguinari. Nella nostra penisola ve ne sono stati una decina, negli ultimi cento anni, e noi vorremmo dedicare alcune puntate di questa rubrica a quelli più agghiaccianti che hanno lasciato un funesto ricordo nelle storie criminali e nelle cronache italiane.
Vorremmo iniziare da una donna, tale Leonarda Cianciulli, che nacque alla fine del 1800 nella provincia di Avellino. Ebbe un’infanzia molto sofferta e gli esperti criminologi che ne studiarono poi i delitti, fanno risalire alle traversie giovanili la sua alienazione mentale che venne poi riconosciuta quando fu condannata al manicomio criminale di Aversa, alla fine della seconda guerra mondiale.
Molto superstiziosa fin da giovane, consultò una veggente locale che le predisse un futuro spaventoso che in parte si realizzò con la morte prematura di una decina di suoi figli, sia con aborti prematuri sia nei primi anni di vita. Gliene rimasero solo quattro in vita e, a causa di altri vaticini di una cartomante, si convinse che per salvarli da una morte prematura avrebbe dovuto offrire in olocausto altrettante vite umane.
Per realizzare questo sproposito atroce escogitò una trama infernale. La sua casa era frequentata da numerose amiche, sole, anziane, desiderose di compagnia. Cianciulli era una donna socievole che riusciva ad attirare le sue potenziali vittime tra un the ed una torta, merende che preparava di persona. Fu così che uccise, nell’arco di due anni, dal 1939 al 1940 ben tre signore. Le uccise ad accettate nel suo salotto. Ne avrebbe uccisa anche una quarta ma venne scoperta prima di questo ennesimo delitto.
La prima ad essere assassinata ad accettate fu una vedova, Ermelinda Setti, che aveva abilmente circuito e da cui si era fatta delegare alla vendita i suoi mobili. Poi la sezionò in numerose parti che gettò in un grande paiolo. Facendo bollire i loro corpi con soda caustica ne ricavò del grasso che, assieme ad altre componenti, le permise di fabbricare delle saponette. Con il sangue essiccato delle malcapitate, mescolato con farina, zucchero e uova, ne fece dei dolci. Nei giorni successivi offrì questi “ prodotti” alle sue altre amiche che troveranno le saponette molto delicate e i dolci deliziosi.
Mesi dopo Clementina Soavi, di cinquanta anni, fu anch’essa uccisa con la medesima tecnica come anche la terza vittima, Virginia Cacioppo. Anche esse furono trasformate in saponette e in dolci che continuò ad offrire ad altre amiche. Queste, ignare di tutto, seguitavano a frequentare il suo salotto. Le donne uccise erano senza parenti o figli e quindi la loro scomparsa venne furbescamente giustificata dalla assassina col fatto che tutte e tre sarebbero partite con destinazione in altre città per lavoro o per conoscere degli avvenenti signori che la Cianciulli millantava di presentare loro.
Ma la terza signora assassinata aveva una cognata, una certa Albertina Fani, che non credette alla subitanea scomparsa della sua parente ed avvisò i carabinieri locali che indagarono con solerzia, comandati dal comandante Serrao , il quale scoprì che alcuni buoni postali della Cacioppo erano stati cambiati da alcuni giorni dalla Cianciulli. Nella successiva perquisizione della casa della Cianciulli furono trovati i vestiti delle scomparse con delle ossa.
Leonarda venne quindi arrestata, ma il processo, causa la guerra, iniziò solo nel 1946 nel quale la Cianciulli confessò sia gli omicidi, sia la brutalità delle esecuzioni, sia le macabre saponificazioni dei corpi e le nefandezze di farne dei dolci. L’assassina si giustificò spiegando che tutto questo lo aveva fatto per salvare la vita ai suoi figli.
Il processo e la condanna al manicomio criminale di Aversa furono molto seguiti dalla stampa italiana e mondiale che ne parlò per mesi ed anni. Nel 1970 Cianciulli morì, ancora detenuta, per apoplessia celebrale. I figli, da lei tanto amati e per i quali era diventata un atroce assassina, non l’andarono mai a trovare in carcere né parteciparono poi al suo funerale.
Oltre a libri e film su questa agghiacciante figura, soprannominata “La Saponificatrice” anche il teatro si occupò del caso recentemente. Infatti fu allestito nel 2017 uno spettacolo teatrale del noto regista Andrea Pilato, (che organizza dei corsi teatrali a Testa di Lepre con l’associazione I Due Liocorni) la cui locandina è riprodotta nella foto dell’articolo..