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Chi è Alfredo Cospito: dal 41bis agli attentati alle ambasciate, storia di un anarchico

30 gennaio 2023 | 16:02
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Chi è Alfredo Cospito: dal 41bis agli attentati alle ambasciate, storia di un anarchico

Nelle ultime ore sulla bocca di tutti c’è Alfredo Cospito, l’anarchico in gravi condizioni di salute a causa dello sciopero della fame iniziato da oltre 100 giorni

Roma – Nelle ultime ore sulla bocca di tutti c’è Alfredo Cospito, l’anarchico in gravi condizioni di salute a causa dello sciopero della fame iniziato il 20 ottobre 2022, per il quale ha già perso più di 35 chilogrammi.

E’ notizia dell’ultim’ora l’incendio avvenuto sotto la sede Telecom di Roma, in cui 5 auto sono state incendiate e vicino alla quale sono comparse scritto contro il 41bis. Quest’ultimo non è altro che il carcere di massima sicurezza ai danni di condannati per mafia, terrorismo ed organizzazioni eversive. Ed è proprio nel 41 bis che Cospito è detenuto dal 5 maggio 2022 (dopo 10 anni passati dietro le sbarre). Questo ha rappresentato una novità assoluta per l’ordinamento italiano, dato che prima d’allora il carcere di massima sicurezza è stato riservato solo ai mafiosi.

Diversi penalisti e giuristi chiedono infatti la sua rimozione dal carcere duro a causa delle condizioni di vita al suo interno, nonché per lo stato di salute dell’anarchico. Il suo avvocato ha chiesto di rivedere la misura ma l’udienza è fissata solo per il 20 aprile: “Per quella data sarà morto” ha detto il medico di fiducia di Cospito.

A farsi sentire sono anche i sostenitori di Cospito: sabato a piazza Trilussa, in zona Trastevere, è andata in scena una manifestazione in cui viene chiesta l’immediata scarcerazione dell’anarchico: a rimetterci è stato un agente ferito, in quella che è diventata una guerriglia urbana in cui 41 anarchici sono stati denunciati. La faccenda rischia di avere anche seri contorni internazionali: la pista anarchica, infatti, è quella su cui aleggiano dubbi e misteri riguardo gli attentati alle sedi delle ambasciate italiane in Germania e Spagna (leggi qui).Non solo: qualche mese fa venne incendiata l’auto di Susanna Schlein (sorella di Elly Schlein, candidata alla segreteria Pd, leggi qui), prima consigliera all’ambasciata italiana in Grecia: il gruppo “Carlo Giuliani revenge nuclei”, in un testo pubblicato su Internet, aveva espresso solidarietà ad Alfredo Cospito.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel commentare la vicenda, ha recentemente dichiarato: “Credo che lo Stato non debba farsi intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari”. Insomma, il Governo sembra non voler fare nessun passo indietro sul 41bis per Cospito, ma come mai la questione è diventata così rilevante?

La biografia di Alfredo Cospito

Cospito, nato nel 1967 a Pescara, è stato militante della Fai (Federazione Anarchica Informale). L’anarchico è sottoposto al regime di massima sicurezza per due episodi di violenza, portati a termine e rivendicati dalla Fai. La prima è l’esplosione, avvenuta il 2 giugno del 2006, due ordigni piazzati davanti all’ex caserma degli allievi dei Carabinieri di Fossano, senza causare morti e feriti.  La Corte di Cassazione stabilì che quel delitto avesse motivazioni terroristiche, condannando Cospito all’ergastolo ostativo (ovvero quello per cui non sono concessi benefici penitenziari).

Inoltre Cospito ed il suo complice Nicola Gai, il 7 maggio 2012, si presentarono sotto la casa di Roberto Adinolfi, dirigente dell’azienda energetica “Ansaldo Nucleare”. I due anarchici gambizzarono il dirigente, fratturandogli il ginocchio, tecnico utilizzata all’epoca dalle Brigate Rosse. L’attentato venne rivendicato dalla Fai tramite una lettera inviata al Corriere della Sera.

Il 14 settembre 2012, in cui apparentemente Cospito e Gai stavano per lasciare l’Italia, vennero arrestati entrambi a Torino. Il primo venne condannato a 10 anni ed 8 mesi, mentre il complice ha finito di scontare la pena nel 2020.

Il trasferimento nel carcere di massima sicurezza è dunque arrivato il 5 maggio 2022, in cui il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ( ha stabilito che l’anarchico, in quanto “capo e organizzatore di un’associazione con finalità terroristiche”, è stato ritenuto dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (uno dei quattro dipartimenti del Ministero della Giustizia) un rischio per la sicurezza e posto in regime di reclusione 41-bis nel carcere di massima sicurezza di Bancali in Sardegna, prima di essere recentemente trasferito a Milano nel carcere di Opera.