il fatto

Terracina, “Mi sparo con il fucile”: 61enne salvato (e arrestato) dai carabinieri

31 gennaio 2023 | 15:26
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Terracina, “Mi sparo con il fucile”: 61enne salvato (e arrestato) dai carabinieri
Terracina, “Mi sparo con il fucile”: 61enne salvato (e arrestato) dai carabinieri
Terracina, “Mi sparo con il fucile”: 61enne salvato (e arrestato) dai carabinieri

L’arma con cui ha minacciato il suicidio era detenuta abusivamente con matricola parzialmente abrasa

Terracina – Il 27 gennaio 2023, i militari dell’Aliquota Radiomobile del N.O.R. della Compagnia di Terracina hanno tratto un arresto un 61enne, per il reato di detenzione abusiva e alterazione di arma comune da sparo. Nella stessa mattinata, l’uomo ha chiamato il 112 manifestando intenti suicidi con l’uso di un fucile. L’operatore della Centrale Operativa della Compagnia di Terracina ha avviato con lui una comunicazione telefonica con l’intento di dissuaderlo e poi ha attivato il militare specializzato “negoziatore” del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Latina, che ha proseguito i contatti telefonici con l’uomo, in attesa che giungessero sul posto due equipaggi dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Terracina.

Minuti concitati durante i quali, approfittando della minore attenzione dell’uomo dovuta alla conversazione telefonica con il negoziatore, i militari sono riusciti ad entrare in casa e bloccarlo prima che potesse imbracciare l’arma che è stata trovata sul letto: un fucile a canne mozze, con matricola parzialmente abrasa, caricato con due cartucce a pallettoni. In casa, sono state rinvenute altre 7 cartucce dello stesso calibro.

Dopo avergli prestato le cure del caso, l’uomo è stato dichiarato in arresto e, su disposizione del P.M. di turno presso la Procura di Latina, con cui i militari hanno agito in stretta intesa, in attesa del provvedimento di convalida, è stato collocato agli arresti domiciliari in una cittadina di altra provincia limitrofa a quella di Latina. L’intervento che ha portato all’arresto, ma soprattutto al salvataggio di una vita umana, è stato il frutto di un brillante opera di sinergia tra tutti i militari che ne hanno preso parte.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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