Reddito del cittadino in formazione: il progetto bandiera di una Regione che dà opportunità a chi è senza lavoro o rischia di perderlo.
“Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo”. A parlare è Adriano Olivetti ed oggi questa frase vale ancor più di quando fu pronunciata da questo imprenditore la cui impronta è ancora così nitida.
Non è mai stata così difficile la condizione dei disoccupati, dei giovani in cerca di prima occupazione, dei lavoratori e delle lavoratrici – soprattutto over 50 – a rischio di perdere il proprio posto di fronte ai cambiamenti tecnologici ed a quelli economici. Anche per questo il 2023 è stato proclamato dalla Commissione Europea “Anno europeo delle competenze”, a significare la centralità nelle politiche comunitarie e degli Stati membri dell’impegno per innalzare il livello della qualificazione dei lavoratori per rispondere a esigenze delle imprese in costante evoluzione.
La Regione che vogliamo sarà in prima linea su questo tema: con politiche attive del lavoro, attività di formazione, un contrasto continuo alle forme di sfruttamento ed opacità. E con una nuova misura che introdurremo, dapprima in via sperimentale, poi in maniera strutturale: il “Reddito del cittadino in formazione”. Uno strumento di politica attiva per il lavoro che coniuga formazione e sostegno al reddito.
È uno strumento destinato a disoccupati giovani e adulti, a giovani in cerca di prima occupazione, a donne con figli a carico in cerca di ricollocazione, a persone in condizione di temporanea difficoltà, a lavoratori e lavoratrici in difficoltà di fronte alle crisi e alle trasformazioni economiche in atto.
Il “Reddito di formazione” significa un’indennità mensile di 800 euro a chi partecipa a corsi di formazione: con l’ambizione di avere una formazione ‘utile’ frutto del dialogo con il mondo dell’impresa, di dotarsi degli strumenti per fare impresa. Inizieremo con una sperimentazione che coinvolgerà 10.000 persone. A regime diventerà uno strumento ordinario.
Energia
00 Comunità in 100 comuni: il progetto bandiera di una Regione che punta sulle energie rinnovabili
Il Lazio deve diventare la regione leader nello sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Ci sono 88 milioni di risorse del PNRR disponibili per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo. Un modello basato sulla condivisione ed incentrato su un sistema di scambio locale, favorendo la gestione congiunta e la riduzione della dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. Un pezzo essenziale per accelerare la transizione energetica regionale e, più in generale, promuovere lo sviluppo sostenibile.
È una possibilità concreta per PMI, amministrazioni, persone ed enti di aggregarsi per produrre energia rinnovabile. Un passo chiaro e ‘dal basso’ verso la sostenibilità.
Vogliamo realizzare il progetto “100 Comunità in 100 comuni” per la diffusione delle CER sul territorio regionale, con il pieno coinvolgimento dei Comuni. Un primo passo significativo verso l’obiettivo di garantire almeno una comunità energetica in ciascuno dei 378 comuni laziali.
Per questo la Regione ha appena finanziato con un milione di euro un avviso per la realizzazione di studi di fattibilità tecnico-economica per la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili in attuazione di quanto previsto dal Piano Energetico regionale.
Per questo il programma regionale FESR 2021-2027 destina 20 milioni di euro per promuovere la creazione di comunità energetiche in virtù dei benefici ambientali, economici e sociali attesi, attraverso la realizzazione di impianti pilota di energia condivisa, realizzabili da Pubbliche Amministrazioni, associazioni di cittadini o imprese che producono e condividono energia elettrica da fonti rinnovabili.
Per questo lavoreremo alla creazione di un fondo di garanzia per le CER nei confronti delle banche – che prenderebbero in carico la cessione del credito da chi è sprovvisto di reddito fisico avendo un’opzione sull’incentivo ventennale dello Stato dato annualmente alla Comunità – per coniugare le Comunità Energetiche Rinnovabili con la lotta alla povertà energetica, per tenere insieme giustizia climatica e giustizia sociale.
Trasporti
Trasporto pubblico gratuito per i giovani e gli anziani: il progetto bandiera di una Regione che investe sulle nuove generazioni, sulla coesione sociale e sulla sostenibilità ambientale
Noi vogliamo una regione delle opportunità: prima di tutto per i nostri giovani. E, insieme, una regione dell’equità, che guardi con attenzione a chi ha bisogno. Per questo, già oggi, le persone con un reddito ISEE fino a 25.000 euro hanno una agevolazione tariffaria per la sottoscrizione di un abbonamento annuale con Metrebus Lazio, il sistema integrato per viaggiare indifferentemente sui mezzi Atac, Cotral e Trenitalia. Una misura che ha toccato tanti giovani della nostra Regione fino a 25 anni di età: 43.000 nel 2019, 26.000 nel 2020, 24.000 nel 2021 e 31.000 nel 2022.
Da domani vogliamo fare di più. Uno dei primi atti che approveremo garantirà l’abbonamento annuale gratuito al trasporto pubblico per i giovani sino a 25 anni di età con un reddito inferiore alla soglia ISEE di 25.000 euro.
E’ una misura ‘bandiera’ perché per noi promuovere l’uso dei mezzi pubblici è un obiettivo culturale strategico. Passa da qui una visione basata su una sostenibilità ambientale inclusiva. Il futuro del nostro pianeta è nelle mani delle giovani generazioni. Vogliamo metterli nelle condizioni di dare il loro contributo anche nelle attività quotidiane più semplici come spostarsi nelle città o tra le province della nostra regione.
Lo stesso impegno lo prendiamo nei confronti delle persone anziane. Siamo convinti che sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale siano valori inscindibili. Per questo la gratuità dell’abbonamento annuale sarà confermata anche alle persone di 70 anni e oltre per i mezzi Cotral e Trenitalia e saranno assegnate risorse aggiuntive a Roma Capitale vincolate all’estensione della Card Over 70 di Atac fino a 25.000 euro di ISEE rispetto ai 15.000 euro attuali. Un aiuto concreto in termini economici e un segnale dell’impegno delle istituzioni per rinsaldare la coesione sociale nella nostra comunità regionale.
Sicurezza sulle strade
Programma “LazioStradeSicure”: il progetto bandiera di una Regione che vuole rispondere all’emergenza delle morti sulla strada
Facciamo nostro l’appello del Presidente della Repubblica in occasione del suo più recente messaggio di fine anno rivolto in particolare ai giovani: “Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d’auto, a causa della velocità, della leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti”. Solo nel 2021 nel Lazio ci sono stati 288 morti e più di 23.000 feriti in oltre 17.000 incidenti stradali. È una vera emergenza.
Per questo, nei primi cento giorni di governo avvieremo l’iniziativa “LazioStradeSicure”, un programma integrato che vogliamo all’avanguardia in Europa. Un intervento con obiettivi definiti in linea con le migliori prassi internazionali – una riduzione del 15% sul triennio degli incidenti e delle vittime della strada – e che completerà il lavoro già avviato a partire dal 2018.
Nel quadro delle misure già previste dal “Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030” del Ministero delle Infrastrutture, il Programma si svilupperà su cinque pilastri (gestione della sicurezza stradale, infrastrutture stradali, comportamenti alla guida, sicurezza dei pedoni e dei ciclisti, gestione post-incidente) e comprenderà una serie di attività integrate tra cui:
- campagne di sensibilizzazione nelle scuole sui pericoli della guida;
- interventi infrastrutturali nei luoghi più pericolosi della nostra rete viaria;
- maggiori controlli sulle strade;
- utilizzo di strumenti tecnologici per avvisare i conducenti dei pericoli;
- attivazione del servizio di psicologia dell’emergenza per i familiari delle vittime della strada.
Oltre a questo, sarà potenziato il CEREMSS (Centro Regionale Monitoraggio Sicurezza Stradale) che, guardando ai risultati del Lazio e alle migliori prassi internazionali, contribuirà all’attuazione degli obiettivi del programma analizzando le aree di circolazione di maggior pericolo, promuovendo le azioni di necessario miglioramento infrastrutturale e monitorando l’effettività delle realizzazioni.
Gli investimenti per gli interventi di manutenzione straordinaria della rete stradale potranno contare su un finanziamento già programmato di oltre 110 milioni di euro e gli interventi collegati al programma “LazioStradeSicure” saranno considerati prioritari.
Innovazione
Laziompresa 4.0: il progetto bandiera di una Regione che sostiene la transizione digitale e verde delle imprese
La partita europea dei prossimi anni è quella della ‘doppia transizione’: quella verde e digitale. È una partita che tocca in primo luogo le PMI, spesso in ritardo su questi due punti. Ed è qui, invece, che si gioca la loro possibilità di stare sul mercato nell’immediato futuro. L’azione che abbiamo in mente può contare sulle risorse del PNRR e dei fondi di coesione che hanno qui uno dei loro punti focali. Essa si svilupperà attraverso:
- incentivi agli investimenti delle PMI nelle tecnologie digitali ed in quelle green, complementari a quelli del PNRR;
- azione di assistenza alle imprese in transizione attraverso la rete della società regionale Lazio Innova, anche in collaborazione con il sistema dei Digital Innovation Hub;
- grandi investimenti con ricadute dirette sulle imprese, a partire dal Rome Technopole, che dovrà avere nel rapporto con il tessuto produttivo la sua vocazione principale;
- programmi di formazione 4.0 per sostenere l’impresa laziale nell’utilizzo del digitale.
Vogliamo una Regione che aiuti gli imprenditori: informandoli delle possibilità che ci sono, a partire da quelle presenti nel Lazio, mettendoli in contatto con chi produce tecnologia, accompagnandole nella trasformazione digitale e verde.
Sanità
La nuova rete ospedaliera
La rete ospedaliera del Lazio è in espansione. Per i nuovi ospedali stiamo investendo 949 milioni di Euro. Oggi ci sono 6 nuovi ospedali in progettazione e costruzione – ad Amatrice, ad Acquapendente, a Rieti, a Formia, a Latina e a Tivoli. E oltre a questo ci sono due grandi ampliamenti in corso – quelli del Sant’Andrea di Roma e dell’ospedale Belcolle di Viterbo. Lavori che servono a rafforzare la rete del Lazio e, insieme, a bilanciare l’offerta dei servizi della Regione tra Roma e province. Per questo studieremo anche la fattibilità per la realizzazione di un ospedale della media valle del Tevere. Perché i diritti delle cittadine e dei cittadini del Lazio debbono essere uguali: a partire dalla Sanità.
Investire sulla rete esistente: ammodernamento e tecnologia
I prossimi anni vedranno il più imponente piano di investimenti mai realizzato sulla rete ospedaliera regionale. 2,8 miliardi di euro per l’ammodernamento, la messa in sicurezza e l’acquisto di nuove tecnologie. A queste risorse si aggiunge una specifica misura del PNRR, dedicata al parco tecnologico e digitale ospedaliero che garantisce ulteriori 347 milioni di euro. Risorse preziose che ci permetteranno ospedali all’avanguardia, grazie all’acquisto di strumentazioni diagnostiche di ultima generazione (Tac, Rmn, ecografi, elettrocardiografi).
La medicina di territorio: vicini per garantire il diritto alla salute
Un’altra rivoluzione in corso nella sanità del Lazio è quella della medicina territoriale. Anche qui sono i numeri a spiegarla. 36 Ospedali di Comunità, 135 Case della Comunità, 59 Centrali operative territoriali sono destinati a popolare il nostro territorio, ad essere porte di accesso ai servizi sanitari e luoghi dell’integrazione socio-sanitaria e di intervento sociale. È qui che si gioca la sfida della medicina di prossimità. Il nostro obiettivo è coniugare cure migliori e una nuova dimensione di territorio e di comunità. Un modo concreto per “non lasciare indietro nessuno”.
La rete territoriale sarà riorganizzata anche ampliando per quanto possibile le prestazioni sanitarie erogabili dalle farmacie e rilanciando la figura del medico di famiglia – al quale ormai troppo spesso i cittadini si rivolgono solo per certificazioni e ricette – e che deve, invece, riassumere un ruolo cardine nell’assistenza territoriale. Ambulatori con servizi infermieristici faranno parte del progetto.
Rafforzamento dell’assistenza domiciliare e Piano Strategico per la Telemedicina
Rendere più efficiente l’assistenza domiciliare è un lavoro che abbiamo impostato e che rappresenta una traiettoria essenziale dei prossimi anni. Significa permettere alle persone di stare a casa in momenti chiave della loro vita, significa usare al meglio le risorse ospedaliere che abbiamo. L’offerta assistenziale domiciliare integrata nella regione Lazio ha raggiunto nel 2021 il 2,8% della popolazione anziana residente. Il nostro obiettivo è arrivare al 10%, coinvolgendo 126.000 persone. In quest’ottica, dopo la sperimentazione di questi anni, la telemedicina diverrà sempre più un perno della sanità nel Lazio. Già nel 2017 la nostra Regione era tra le prime 4 in Italia per l’offerta di servizi di sanità digitale. Faremo di più. In questi anni abbiamo investito sulla digitalizzazione dei processi e dei sistemi informativi, attivato servizi di telesorveglianza e telemonitoraggio per i pazienti COVID-19 che hanno garantito tele-assistenza a decine di migliaia di pazienti. Il nuovo Data Center regionale, e l’efficacia che ha dimostrato nel contrasto al Covid 19, ci dicono delle possibilità che abbiamo in questo segmento. Per questo ci doteremo di un “Piano Strategico per la Telemedicina”: per migliorare i servizi, farli conoscere, sviluppare nuova imprenditorialità su un tema in cui le nostre startup possono dare un contributo cruciale al miglioramento della vita delle cittadine e dei cittadini.
Piano “Svuota Pronto Soccorso”
Medicina di territorio e assistenza domiciliare avranno un ulteriore effetto positivo: ridurre la pressione sulla nostra rete dell’emergenza. È l’occasione per fare dei Pronto Soccorso luoghi salvavita con servizi erogati in maniera appropriata. A questo sarà dedicato il piano “Svuota Pronto Soccorso”. Lo attueremo con la stessa determinazione e le stesse capacità di programmazione ed attuazione dimostrate durante la pandemia. È qui la porta di ingresso alla Sanità pubblica: e deve essere sempre aperta, per tutti.
Azzeramento delle liste d’attesa
In tutta Italia l’emergenza Covid ha portato ad insopportabili ritardi nell’erogazione delle prestazioni “ordinarie”. Nel 2021, con un Piano di recupero delle liste di attesa, abbiamo recuperato oltre il 98% delle prestazioni non erogate durante il confinamento sociale dell’anno precedente. Per aggredire i ritardi, nel 2022 abbiamo approntato un secondo Piano. Un impegno di risorse significativo a favore delle aziende sanitarie e ospedaliere della regione, con specifici criteri e precisi obiettivi. È questa la linea di intervento straordinario che seguiremo nei prossimi anni, sino alla completa soluzione di questo problema che colpisce le persone più fragili. Una direzione di marcia in cui saremo aiutati anche dalla tecnologia grazie agli investimenti del PNRR sul fascicolo sanitario elettronico e sulla tessera sanitaria elettronica, che permetteranno una maggior velocità nelle prestazioni, soprattutto nei casi di emergenza.
La sanità equa e accessibile
L’equità di accesso alle cure è un tema centrale delle politiche pubbliche. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni, ancora oggi le condizioni sociali, economiche o culturali delle persone determinano il ventaglio e la qualità delle prestazioni sanitarie di cui possono disporre.
In questi anni ci siamo impegnati per ridurre le differenze di accesso alle prestazioni sanitarie in relazione alla posizione socioeconomica e al titolo di studio e abbiamo finalmente registrato un’inversione di tendenza. Negli ultimi dieci anni, ad esempio, il nostro sistema è riuscito a raddoppiare l’accesso all’angioplastica alle vittime di infarti gravi (dal 30% al 59%). E, se nel 2012 il ricorso a questa tecnica era appannaggio soprattutto dei cittadini con un alto titolo di studio (il 35%, a fronte del 26% di quelli con un livello inferiore), oggi le proporzioni sono ribaltate (rispettivamente, al 57% e al 60%). La tempestività di questi interventi ha significato, in valori assoluti, la possibilità di salvare oltre 1.300 individui vittime di infarto del miocardio. Un esempio efficace del nostro modo di lavorare e intendere la sanità pubblica.
Per questo abbiamo istituito un Gruppo di lavoro regionale per l’equità e la medicina di genere e avviato un percorso volto a promuovere, nelle Aziende Sanitarie, una sensibilità diffusa sull’equità quale criterio guida nella ridefinizione delle attività assistenziali. Continueremo su questa strada per garantire a tutti, senza differenza alcuna, una sanità di qualità, equa e accessibile.
Aumento delle prestazioni LEA
Dieci anni fa il sistema sanitario del Lazio era il peggiore d’Italia. C’era il più alto disavanzo nazionale, circa due miliardi, e i livelli di assistenza erano nettamente al di sotto delle soglie minime stabilite dallo Stato. Tutto questo è il passato. Oggi il disavanzo sanitario è un problema superato e l’ultima rilevazione del ministero della Salute indica il superamento di tutti gli ambiti di qualità delle prestazioni (prevenzione, territorio, ospedale). Solo negli ultimi 5 anni siamo passati dal valore di 152 del 2013 al 225 del 2022. Numeri ufficiali, che dicono con chiarezza del miglioramento dei servizi ai cittadini del Lazio. La fine del commissariamento è frutto di questa inversione di rotta. Nei prossimi anni terremo alta la guardia sulla qualità delle prestazioni: non possiamo tornare indietro.
Investimenti sul personale sanitario
L’uscita dal commissariamento dopo dodici anni ha permesso il superamento del blocco del turn over – che significava una persona assunta ogni dieci che uscivano dal sistema sanitario. È stato così possibile riaprire la stagione delle assunzioni in sanità. Solo tra il 2018 e l’inizio del 2022 sono state 5500 le nuove assunzioni, un valore doppio rispetto alla media nazionale. Una tendenza ben precisa che dovrà continuare nel futuro: sia in dialogo con il governo per aumentare le risorse destinate al personale, sia con l’impegno per la stabilizzazione dei circa 5000 precari della sanità secondo le linee del Protocollo d’Intesa finalizzato nel novembre del 2022. Un passaggio essenziale per ridurre le liste d’attesa e potenziare la sanità territoriale.
Occorre intervenire anche a livello manageriale, sollevando i primari dalle attività strettamente organizzative in modo che possano tornare a tempo pieno alla visita e alla cura dei pazienti. È possibile creando una struttura di staff alle direzioni generali che si occupi di organizzazione e controllo di gestione e che, sentiti i professionisti, gestisca direttamente gli aspetti organizzativi utilizzando gli strumenti informatici e le tecnologie necessarie. Sosterremo gli investimenti in tecnologie e i passi organizzativi che andranno anche in questa direzione.
Pazienti del Lazio negli ospedali del Lazio: una regione sempre più attrattiva
Il miglioramento del nostro sistema sanitario nel rispondere ai bisogni della popolazione è evidente. Dal 2016 ad oggi, grazie al potenziamento delle prestazioni – in particolare quelle di alta complessità – il saldo negativo che lo ha lungamente caratterizzato è stato invertito: se nel 2016 pagavamo 68 milioni di euro ad altri sistemi sanitari regionali per prestazioni erogate ai nostri pazienti, nel 2021 abbiamo ricevuto pagamenti per 34 milioni, a rappresentare una capacità di risposta anche a favore di cittadini provenienti da altre regioni. La linea di azione per il futuro è chiara: i cittadini del Lazio troveranno qui tutte le risposte ai loro bisogni di cura.
Prendersi cura dei bambini, da ovunque vengano: la nuova sede dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nell’ex ospedale Forlanini
Il Bambino Gesù è un’eccellenza scientifica della nostra regione. Un centro che contribuisce a collocare il Lazio nel mondo della medicina mondiale e, allo stesso tempo, un campione di solidarietà ed accoglienza. Per questo negli anni scorsi la collaborazione è stata fitta, con iniziative come la realizzazione del più grande centro italiano di Cure Palliative Pediatriche a Passoscuro (Fiumicino).
Nei mesi scorsi il Bambino Gesù ha aperto un confronto col governo nazionale e regionale per il progetto di trasferimento all’ex ospedale Forlanini della propria storica sede del Gianicolo a Roma. Un trasferimento che nasce dall’esigenza di assicurare l’elevato livello di cure e accoglienza che l’Ospedale offre.
La nostra Regione sosterrà con forza questo progetto confrontandosi con il governo nazionale per renderlo possibile e sostenibile.
Si tratta di un progetto che restituirà il Forlanini alla propria storica vocazione sanitaria, creerà nuovi posti di lavoro e consentirà sinergie mediche e di ricerca con i vicini ospedali S.Camillo e Spallanzani. Si darà vita ad una nuova ‘Città della Salute’ – pubblica, di dimensioni europee e di grande valore sanitario – e, insieme, sarà salvaguardato il patrimonio architettonico del Forlanini e il suo parco sarà reso accessibile a tutti i cittadini. Oltre a questo, le aree non utilizzate dal progetto saranno destinate a progetti che metteranno in risalto la natura di bene comune e pubblico di questo Ospedale, patrimonio della nostra storia e della sua tradizione medica.
Nuovi investimenti sui consultori
Siamo tornati a investire sui consultori. Non solo abbiamo garantito la loro sopravvivenza, ma abbiamo lavorato per nuove aperture. Oggi sono 134 in tutta la regione. Nei prossimi anni continueremo in questa direzione, a partire dal progetto per la ‘Promozione del benessere della persona attraverso l’accesso ai Consultori Familiari’ già approvato e finanziato.
Educazione alla Salute Sessuale e Riproduttiva (ESSR)
In collaborazione con istituzioni scientifiche come l’Accademia Italiana per la Salute della Coppia e con gli Ordini di Medici e Psicologi, riconosciamo il dovere essenziale dell’educare i giovani alla consapevolezza e alla responsabilità nello sviluppo dei sentimenti, della sessualità e sul tema della riproduzione, utilizzando linguaggi adatti alle diverse fasce di età.
È sulla base di questa convinzione che metteremo in atto programmi formativi basati sulle evidenze scientifiche nelle scuole, a partire da quella superiore, per informare, formare e accompagnare le giovani e i giovani sull’ESSR (educazione ai sentimenti, fisiologia della sessualità e della riproduzione umana, rispetto delle identità, scelte e orientamenti sessuali, genitorialità responsabile, stili di vita preventivi delle disfunzioni sessuali e riproduttive, prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, modalità di accesso ai servizi sanitari territoriali dedicati alla salute sessuale e riproduttiva, prevenzione della devianza e della violenza sessuale e di genere).
Nell’ambito dell’impegno a favore di una piena consapevolezza sessuale dei nostri giovani, e in linea con iniziative adottate in altri Paesi ed altre regioni, sarà avviata un’iniziativa per la distribuzione gratuita di profilattici ai cittadini under 25 della regione.
Promozione della buona alimentazione e degli stili di vita sani
Alimentazione e stili di vita sani sono essenziali per la qualità della vita e la salute dei nostri concittadini. È un tema per noi centrale, direttamente legato a quello della salute: di oggi e di domani. Per questo, in collaborazione con Arsial, abbiamo già avviato programmi ed iniziative nelle scuole e nei prossimi anni continueremo a farlo nell’ambito del nostro programma a sostegno di scuole con servizi migliori. È un punto essenziale, su cui continueremo ad investire, prendendo le migliori esperienze internazionali sul punto e portandole nella nostra regione.
La buona alimentazione ha come prerequisito la produzione agricola e agroalimentare di qualità che il Lazio già oggi garantisce e che va sostenuta con le azioni positive descritte nel terzo capitolo di questo programma, ma anche con tre no decisi alle minacce che incombono sul futuro prossimo e sui quali la Regione agirà con la massima forza:
- no al Nutri-Score, il sistema di etichettatura degli alimenti oggetto di una proposta legislativa in sede comunitaria che metterebbe a rischio la tipicità e le tradizioni enogastronomiche del nostro territorio;
- no agli OGM e massimo sostegno alle produzioni biologiche;
- no alla carne sintetica come surrogato a una corretta educazione alimentare mirata a una adeguata diversificazione del cibo che abbia come unico fine la salute e il benessere delle persone.
Prevenzione e trattamento dei disturbi alimentari
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) affliggono nella maggior parte dei casi adolescenti e giovani fino a 25 anni, in particolare di sesso femminile. Il senso di solitudine che prova chi ne è affetto e la tendenza emotiva alla rimozione del problema sono spesso alla base del ritardo nell’intervento di contrasto e dei gravi problemi di salute che ne conseguono.
L’impegno della sanità regionale deve consentire di intervenire sulle diverse dimensioni della patologia, su quelle psicologiche e ambientali come su quelle prettamente sanitarie:
- lavorando sulla prevenzione creando primi punti di incontro, informazione e orientamento aperti a tutti i cittadini con psicologi ed educatori da insediare in maniera capillare facendo leva sulle opportunità offerte dalla nuova sanità territoriale, e in particolare dalle Case della comunità;
- sviluppando una rete di centri di ricovero e riabilitativi per chi è colpito da un DCA;
- promuovendo costanti campagne di informazione e di sensibilizzazione sulla problematica dei DCA.
Sport e Salute: lo sport per il benessere fisico e sociale
Vogliamo un Lazio dello Sport per tante ragioni. Per i nostri giovani. Per diffondere i valori dello sport nella nostra comunità. Per migliorare la salute fisica e psicologica delle cittadine e dei cittadini del Lazio. Perché fare pratica sportiva è salute. Previene diabete, malattie cardiache, tumori, osteoporosi, obesità. Ha effetti positivi sul piano psicologico. Per questo ci siamo impegnati per diffondere la cultura del movimento, in particolare per i bambini e nell’età più avanzata. Nell’ambito di una complessiva azione a sostegno dello sport nella nostra regione, il legame tra sport e salute sarà sempre più importante, a partire dal recente riconoscimento delle “Palestre della salute”, un modello di promozione sportiva per prevenire e contrastare i fenomeni di senescenza e coadiuvare i percorsi di cura medica delle patologie croniche stabilizzate. È una nuova tipologia di servizio – a vocazione sociale ed intergenerazionale – che unisce lo sport alla promozione del benessere e della salute. Sono strutture “per tutte le età”, che saranno in maniera capillare su tutto il territorio regionale: per rafforzare la sanità del futuro.
La psicologia: per stare meglio
Veniamo da tre anni difficilissimi, che hanno messo a dura prova singoli e famiglie. Le nostre abitudini cambiate, i nostri lavori trasformati, la preoccupazione come elemento permanente. La parte psicologica di noi è stata messa a dura prova. Per questo abbiamo investito su questo tema, preoccupandoci prima di tutto dei più giovani. Sul progetto ‘Aiutamente’ – basato su tre linee di indirizzo: scuola, distretti e bonus famiglie – abbiamo stanziato fondi in linea con quelli previsti dal governo nazionale per l’intero Paese: quasi 11 milioni di euro. Oltre a questo abbiamo avviato la sperimentazione dello psicologo nei Punti Unici di Accesso (PUA) e nelle Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP). È uno sforzo che abbiamo sostenuto con convinzione e con altrettanta convinzione lo proseguiremo nei prossimi anni.
In particolare daremo precisa attuazione al “Piano di azioni per la Salute mentale” presentato nel dicembre 2022, che sarà la guida programmatoria per le nostre azioni in questa materia: sia sulla persona, sia sul gruppo familiare. Per quanto riguarda, poi, la psicologia dell’emergenza, contrattualizzeremo a tempo indeterminato i dipendenti di Ares 118. E, ancora, daremo continuità alla stagione concorsuale che ha già permesso l’assunzione di 255 nuovi psicologi. Non accadeva da 15 anni e continueremo, con l’obiettivo di garantire ancora maggiore centralità al benessere mentale, lavorando per l’introduzione della figura dello psicologo di base.
Il Nuovo Piano Sociale Regionale
Nel 2019, dopo quasi 20 anni, abbiamo approvato il Primo Piano Sociale Regionale improntato a costruire finalmente l’infrastruttura sociale del territorio, con prestazioni sociali essenziali garantite a tutti i cittadini in modo equo e universale, da comuni associati tra loro e integrati con le ASL. Ora ci attende una nuova sfida, che è anche l’opportunità più importante per il nostro welfare regionale, cioè l’approvazione del nuovo Piano Sociale Regionale. Dovrà essere improntato a due direttrici strategiche:
- sostituire gradualmente politiche pensate per i singoli individui, con politiche pensate per la/le comunità: le risposte a tutte le persone portatrici di bisogni specifici, saranno orientate alla loro inclusione, più che alla mera assistenza;
- perseguire definitivamente i tre livelli di integrazione del sistema sociale voluto dalla nostra legge regionale, approvata dopo 16 anni dalla legge nazionale: l’integrazione sociosanitaria, quella tra pubblico e privato, quella territoriale, tra i Comuni e tra questi e la Regione.
Welfare e comunità. Conoscersi e riconoscersi
Siamo convinti che al centro delle Politiche di welfare non ci debbano più essere gli individui ma le nostre comunità, i luoghi, i gruppi, i progetti e i servizi capaci di sviluppare vera aggregazione, inclusione e spirito di appartenenza al proprio quartiere, al proprio territorio.
In quest’ottica, Il servizio sociale sarà organizzato non più per specialità settoriali, secondo il bisogno del singolo, ma in un’ottica territoriale, così da essere vicino fisicamente alle famiglie e a dove vivono, più visibile e raggiungibile dai cittadini. Saranno previsti, in quest’ottica, il finanziamento e la realizzazione di poli civici per la diffusione degli interventi del Welfare di comunità.
Negli ultimi anni, sono aumentate le risorse nazionali e regionali per il Welfare e i distretti hanno cominciato a riassumere assistenti sociali, che oggi sono di più, e più giovani e aggiornati. È stato fissato il Livello Essenziale di Prestazione Sociale Nazionale (LEPS) di un assistente sociale ogni 5000 abitanti, e quello della supervisione professionale del servizio, e sono state messe in campo le risorse per perseguirlo. È il momento giusto per una riforma organizzativa del servizio, che tenga insieme la competenza e l’esperienza nel singolo settore con una organizzazione basata sulla prossimità.
Welfare e comunità. Combattere la povertà e azzerare la solitudine
La vulnerabilità e la povertà sono condizioni che toccano moltissimi nostri concittadini. È una vera emergenza. Noi la stiamo affrontando con determinazione. A dimostrarlo bastano i dati del nuovo “Piano per il contrasto alla povertà 2021-2023” che destina alla povertà 160 milioni di euro e toccherà circa 900 mila nostri concittadini.
Delle diverse forme di povertà delle nostre comunità, quella su cui è più urgente incidere è la solitudine. Perché è questa che toglie speranza e fiducia alle persone, in sé stessi, verso gli altri e verso le istituzioni. Oltre agli strumenti di contrasto alla povertà economica (sostegno al reddito, alla casa, per la formazione e il lavoro) metteremo in campo un programma di inclusione sociale e di contrasto alla solitudine:
- sostenendo e rafforzando gli interventi e le reti di volontariato di prossimità nei quartieri, a favore degli anziani, in ospedale, per le persone senza dimora;
- promuovendo la loro integrazione, in modo che la loro presenza sia visibile, riconoscibile e ‘accessibile’ a chi voglia offrire sostegno e vicinanza, nei quartieri e nei territori.
Welfare e comunità. L’Integrazione sociosanitaria
Con le più recenti iniziative normative relative ai diritti delle persone con disabilità, la risposta ai bisogni delle persone più fragili può essere finalmente costruita superando rigidità burocratiche che limitavano la gestione delle risorse disponibili (sanitarie, sociali, private). La nuova impostazione mira a realizzare progetti destinati ai cittadini e alle loro famiglie: con l’integrazione dei luoghi di accoglienza del cittadino (le case di comunità), la collaborazione professionale tra operatori sanitari e sociali e la sinergia amministrativa tra i distretti sanitari e quelli sociali.
Welfare e comunità. L’Integrazione pubblico-privato
Per costruire comunità di cui tutti si sentano parte, la Regione deve essere ‘regista’ dell’interazione tra i diversi attori del Sistema Integrato Sociale: a quelli pubblici tradizionali – la stessa Regione e i Comuni associati in distretti sociosanitari – si aggiungono oggi le 12 ASP (Aziende Pubbliche di Servizi alla persona) nate dalla trasformazione delle 59 IPAB.
Il loro numero più ridotto e la loro maggiore efficienza, rendono le ASP maggiormente in grado di essere effettive protagoniste del welfare: finalmente capaci di erogare servizi di qualità, sono oggi punti di riferimento per il terzo settore del territorio e partner dei Comuni di ogni dimensione. Coniugando la capacità organizzativa del privato con la trasparenza e le garanzie del soggetto pubblico, contribuiranno a sviluppare il welfare nei settori innovativi in territori con meno risorse organizzative anche per i servizi tradizionali.
Il nuovo welfare ha poi bisogno degli Enti di Terzo settore. In quest’ottica, la riorganizzazione del Registro Unico del Terzo Settore è l’occasione per rilanciare il ruolo sussidiario di un comparto enormemente cresciuto negli anni e che oggi rappresenta un vero motore locale dell’innovazione sociale. Il nostro obiettivo è la sua piena integrazione con le politiche pubbliche.
Nel corso della prossima legislatura approveremo la riforma del Terzo settore a livello regionale, con un lavoro di condivisione con le rappresentanze del Terzo settore, per promuovere lo sviluppo degli enti del Terzo settore e, sulla base del principio di sussidiarietà previsto dall’art. 118 della Costituzione e del nuovo Codice, favorire l’apporto di tali enti al perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Welfare e comunità. Invecchiare attivamente
Si è anziani a partire dai sessant’anni. E questo significa tempo davanti per essere pienamente coinvolti nella società, significa essere utili alla comunità e a sé stessi. Significa, banalmente, essere una risorsa e non un onere. Nel 2021 la Regione ha approvato una legge sull’invecchiamento attivo. Al centro della nuova legge, l’integrazione delle politiche regionali a favore degli anziani e la valorizzazione delle persone di ogni età come risorsa per la comunità. Questo obiettivo è perseguito con progetti che li considerano protagonisti attivi delle loro comunità, prevenendo e allontanando nel tempo le loro necessità di assistenza. Una condizione che passa, innanzitutto, dal potenziamento della sanità di territorio e dell’assistenza domiciliare e da servizi innovativi quali il supporto nel nuovo mondo digitale. I prossimi saranno gli anni della piena attuazione della legge: da sostenere con i fondi e l’attenzione amministrativa necessari.
Welfare e comunità. Centri Anziani
I centri anziani del Lazio sono luoghi di socialità e di vita, spazi di comunità che sosteniamo con convinzione. Con le linee guida del 2019, sono stati tutti trasformati in Enti del terzo settore: con l’obiettivo di rafforzare una vera partecipazione degli anziani alla vita e alle decisioni di ogni centro. Oltre a questo è stata creata una vera rete regionale di oltre 600 centri: è presente nell’85% dei comuni del Lazio e ad essa aderiscono circa 100.000 cittadini. Con tre diverse edizioni del progetto TE Lazio sono state finanziate le loro attività con oltre 6,1 milioni di euro.
Continueremo in questa direzione, anche verificando l’attuazione della legge e istituendo, in linea con altre esperienze amministrative, la figura del “Garante della Terza età”, in modo da fungere da stimolo alla Regione per iniziative costantemente allineate alle esigenze della popolazione anziana della Regione.
Welfare e comunità. L’inclusione della disabilità e della non autosufficienza
L’impegno per le persone con disabilità e non autosufficienti ha significato in questi anni:
- 11 milioni di fondi europei, che hanno aiutato più di 1300 persone e le loro famiglie;
- il riconoscimento, per la prima volta, della figura del caregiver familiare come portatore di bisogni specifici distinti da quelli dell’utente con disabilità, con la programmazione di servizi e interventi di sollievo;
- 23,7 milioni di euro, per le persone in condizioni di gravissima disabilità (e a favore dei pazienti di sla), con l’adozione di linee guida per la erogazione dei servizi, attraverso un percorso partecipato con le associazioni e la Consulta regionale per la disabilità;
- la realizzazione di 8 Agenzie per la Vita Indipendente sul territorio regionale, per promuovere autonomia ed inclusione;
- la definizione di percorsi di supporto alla domiciliarità;
- la programmazione di 4 centri polivalenti per le persone con disturbi dello spettro autistico: un modello moderno di inclusione, basato sulle risorse della comunità e delle reti territoriali.
Le nostre priorità per il futuro di questo ambito, così cruciale per moltissime famiglie, sono:
- una nuova cultura dell’abitare per le persone con disabilità, che consenta anche alle persone con disabilità che diventano adulte, la scelta di una propria dimensione di “casa”, come luogo di realizzazione personale e di relazione. Per far questo, è necessario abbandonare le strutture e gli istituti e promuovere contesti di vita in appartamenti e in comunità alloggio di piccole dimensioni;
- incrementare e consolidare l’assistenza domiciliare: sia in termini qualitativi (con maggiore integrazione, maggiore qualità, libertà di scelta del gestore che eroga il servizio tra quelli accreditati); sia in termini quantitativi, con l’aumento dei fondi regionali destinati a questo obiettivo;
- rendere effettivo il diritto al lavoro per le persone con disabilità garantito dalla legislazione, attraverso il sostegno alle cooperative sociali e alla collaborazione con le aziende produttive e con le associazioni di categoria;
- promuovere l’inclusione delle persone con disabilità nella comunità, attraverso il sistematico coinvolgimento degli organismi di tempo libero, di associazioni sportive, del mondo dell’associazionismo e del volontariato;
- proseguire con il sostegno ai comuni nell’adozione dei Piani di eliminazione delle barriere architettoniche e nella loro attuazione (PEBA);
- potenziare la figura del “disability manager”, istituita con la legge regionale n. 1/2020, specializzata nel seguire i processi di inserimento delle persone con disabilità. In particolare verrà incentivata l’applicazione e la diffusione dell’utilizzo di questa nuova figura professionale con programmi di formazione dedicati sia alle imprese che alle amministrazioni locali.
Welfare e comunità. I bambini e le giovani famiglie
Ad oggi il Lazio conta solo il 38% dei comuni con almeno un servizio educativo presente, molto lontano dall’obiettivo nazionale del 75%. Un posizionamento migliore della nostra regione è nel tasso di copertura, ovvero nel rapporto tra posti in nido presenti su tutto il territorio (31.750) e i bambini sotto i 3 anni. Ma anche se il nostro dato regionale, del 28%, è superiore alla media nazionale, l’obiettivo europeo del 33% deve essere ancora raggiunto.
Il quadro è in cambiamento. Con la legge regionale n. 7/2020, il Lazio si è, infatti, dotato, dopo 40 anni, di una nuova legislazione sul sistema educativo per l’infanzia.
La nuova disciplina ha regolato il sistema di qualità dei servizi, attraverso l’accreditamento; ha stabilito rette e fasce ISEE omogenee per tutta la regione; ha fissato un costo standard dei servizi; ha ammodernato i requisiti di funzionamento dei nidi, ha disciplinato i servizi integrativi e sperimentali e quelli nei contesti di lavoro.
È una legge che attueremo con decisione per raggiungere gli obiettivi di offerta dei servizi alla cittadinanza e portarli ai livelli delle regioni più avanzate. Siamo già concentrati su questo tema. Negli ultimi tre anni abbiamo raddoppiato il finanziamento annuale dei servizi (da 10,5 milioni a 21 milioni) e investito 6 milioni di fondi europei per l’abbattimento delle rette. Continueremo questa attenzione con priorità chiare:
- consolidare e sviluppare la rete dei servizi, investendo prioritariamente sui territori periferici più scoperti;
- diminuire ulteriormente le rette per le famiglie;
- garantire i livelli di qualità dei servizi previsti dalla legge.
Welfare e comunità. Il diritto dei bambini ad una famiglia
Nel 2019 la Regione Lazio ha adottato, prima in Italia, un regolamento regionale sull’affidamento familiare. È un atto che risponde ad una precisa visione strategica sul futuro dei bambini in condizioni particolarmente vulnerabili. Siamo convinti che un Lazio di comunità, ha qui un punto qualificante.
Il nostro obiettivo è rafforzare quella risorsa preziosissima e potente che è la disponibilità all’accoglienza di bambini che cercano un nuovo e temporaneo contesto familiare. Lavoreremo, quindi, per far conoscere e diffondere questa possibilità ancora poco diffusa: investendo in specifiche campagne informative e di sensibilizzazione, costruendo un solido coinvolgimento dell’associazionismo familiare e del terzo settore.
Continueremo ad impegnarci con la stessa attenzione sul tema delle adozioni internazionali. Qui il Lazio è una delle poche Regioni a vantare un servizio ad hoc, in convenzione con la Regione Piemonte, unico ente pubblico autorizzato dalla Commissione Adozioni Internazionali. La precarietà economica, la pandemia, l’instabilità internazionale diffusa hanno portato ad una ‘crisi’ delle adozioni. E questo rende ancor più urgente il rilancio di una politica pubblica, fondata su due assi:
- la promozione della disponibilità delle famiglie all’accoglienza in adozione nazionale ed internazionale;
- il sostegno alle famiglie adottive lungo tutta l’infanzia e l’adolescenza del bambino adottato.
La Regione ha anche sviluppato una rete di sei centri di contrasto agli abusi e ai maltrattamenti che ha nel “Centro Giorgio Fregosi” la sua punta d’eccellenza. Intendiamo sostenere e diffondere ulteriormente questa rete che opera in sinergia con le ASL di tutto il Lazio, rendendola più capillare sul territorio per ridurre i tempi di attesa delle tante famiglie e bambini che hanno bisogno di aiuto.
Welfare e comunità. Inclusione e partecipazione delle persone straniere
La Regione può e deve avere un ruolo importante nel contribuire a governare il fenomeno migratorio in maniera efficace e rispettosa dei diritti e della dignità delle persone. Gli interventi di inclusione, accoglienza e integrazione rivolti ai migranti e comunità emarginate, diretti in particolare alle misure di contrasto alla povertà infantile, sono tra le priorità comunitarie da garantire nel quadro del settennato 2021-2027 del Fondo Sociale Europeo Plus.
Lavoreremo in questo senso e con questi strumenti per:
- contribuire alla realizzazione di progetti di sponsorship e corridoi umanitari promossi da realtà del terzo settore che operano nel territorio;
- finanziare progetti che valorizzino l’accoglienza diffusa nei Comuni e l’inclusione socio-lavorativa nel territorio di richiedenti asilo e rifugiati;
- promuovere l’adozione di strumenti che favoriscano la piena partecipazione alla società delle persone straniere che vivono e lavorano nella nostra regione.
Welfare e comunità. L’inclusione delle vittime e degli autori di reato
In questi anni la Regione ha anticipato e realizzato una vera riforma dei diritti delle vittime e degli autori di reato. È stato, innanzitutto, istituito un centro di giustizia riparativa e mediazione penale anticipando la riforma della giustizia approvata dal Parlamento (c.d. “Riforma Cartabia”). Si è avviato un percorso per la realizzazione di una rete regionale di sportelli di ascolto delle vittime di qualsiasi reato, spesso lasciate troppo ai margini delle vicende giudiziarie che le riguardano. Sono state realizzate strutture di accoglienza per detenuti che non potevano accedere agli arresti domiciliari per mancanza di alloggio adeguato, tra cui giovani madri con bambini piccoli, costretti al carcere insieme alle proprie mamme.
Siamo convinti che giustizia sia anche dare a chi ha commesso un reato la concreta possibilità di reinserirsi attivamente nella società. Per questo proseguiremo nei progetti avviati, in particolare favorendo quelli di inclusione attiva delle persone condannate – sia a fine pena, sia in alternativa al carcere – sia potenziando la rete degli sportelli di ascolto delle vittime su tutto il territorio.
Sport, turismo e cultura
Il Lazio è cultura. Nel mondo. È la regione di Roma e di un patrimonio culturale diffuso su tutto il territorio. È luogo di tradizioni e di innovazione nelle industrie delle creatività. È un centro di istituzioni internazionali: dalla Fao alla rete di ambasciate. Ha al suo interno la città del Vaticano.
Sta qui lo sguardo che la nostra regione deve avere. Rafforzare la cultura come costruttrice di comunità e combattere il Cultural divide che vede ancora interi territori della nostra regione soffrire per la carenza di spazi culturali. Sostenere il ‘valore’ della cultura come volano per lo sviluppo economico e nell’interazione con il turismo, nel cinema, negli altri settori della creatività.
Su tutti questi punti questi anni hanno visto realizzazioni importanti. Abbiamo approvato le riforme dei principali settori culturali: cinema, beni e servizi culturali, street art, spettacolo dal vivo. Abbiamo rivitalizzato luoghi trasformandoli in spazi di cultura aperti come, tra i tanti, il We Gil a Trastevere e il Castello di Santa Severa. Investito in iniziative che sono andate a rivitalizzare quartieri e piccoli comuni. Messo le industrie della creatività, a partire dal cinema, al centro della nostra strategia di sviluppo. Promosso il Distretto Tecnologico Culturale, vero e proprio centro di eccellenza nelle tecnologie del restauro. Promosso la cultura giovanile con iniziative come Lazio Sound, dedicato alla musica.
Il risultato è che il Lazio di oggi ha una vita culturale e creativa molto maggiore rispetto a quella di qualche anno fa. E questo significa anche maggior attrattività per il turismo. Sta qui una delle grandi ricchezze della nostra regione, su cui dobbiamo ancora lavorare per cogliere tutte le opportunità che apre. In termini economici e di soft power. Dobbiamo lavorare ancor di più per fare di Roma – insieme al Comune – la leva per portare flussi turistici in tutto il territorio regionale – dalla città metropolitana sino ai borghi ed alle aree verdi -, per estendere i tempi di soggiorno, per destagionalizzare il turismo. Per questo ci vuole strategia ed attenzione all’attuazione: nuovi itinerari, nuovi mercati, riqualificazione delle strutture, attenzione ai ‘nuovi turismi’ e a cogliere le occasioni internazionali che nei prossimi anni saranno sul nostro territorio: a partire dalla Ryder Cup sino al Giubileo.
Comunità, economia, proiezione internazionale si ritrovano anche nello sport. Un settore che oggi ha una dimensione molto diversa da quelli di anni fa. Basta partire dal testo della proposta di modifica dell’articolo 33 della Costituzione: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Una formulazione che condividiamo per il valore che attribuisce all’attività sportiva: non solo fonte di benessere psicofisico, ma di valore educativo e sociale, vero e proprio cardine di comunità e di integrazione. La condividiamo con forza anche perché Il Lazio è una grande regione di sport. Di campioni, di strutture, di manifestazioni grandi e piccole, di centinaia di migliaia di praticanti, degli organi di governo del settore: dal Coni a Sport e Salute, dalle Federazioni agli EPS. È un mondo che continueremo a rafforzare: con finanziamenti e realizzazioni, con l’attrazione di eventi internazionali, con un dialogo costante con lo sport di base e le associazioni.
Luoghi ‘per’ la cultura, luoghi per la creatività
Recuperare, trasformare o valorizzare spazi e dedicarli alla cultura ed alla creatività, vederli rinascere, è forse una delle soddisfazioni maggiori per chi ‘fa’ amministrazione. Perché è chiaro che si sta contribuendo a fare comunità, a cambiare quartieri e borghi, a far crescere la Regione. Per questo il programma di rivitalizzazione di questi luoghi avrà un’accelerazione nei prossimi anni: musei, biblioteche, archivi, dimore storiche, istituti culturali. Rivitalizzare questi luoghi per noi significa, oltre ai progetti di riqualificazione edilizia, anche pensare ed implementare nuovi servizi che rendano questi spazi attrattivi, ne rilancino la centralità sociale. Oltre a questo, le nostre città, i nostri comuni vedranno la realizzazione di spazi “Cultura Lazio”, per incontrarsi, organizzare mostre, lavorare, provare. Saranno vere e proprie “Fabbriche di cultura”, luoghi gestiti da associazioni che avranno vinto bandi e che avranno un requisito cardine: fare di questi spazi dei luoghi vivi, capaci di attrarre le cittadine e i cittadini della nostra regione. Sosterremo inoltre la formazione delle tantissime professionalità necessarie per rendere vivi e prendersi cura di questi spazi: archivisti, archeologi, addetti museali, manager culturali.
Siti strategici: il grande patrimonio culturale regionale
In questi anni abbiamo recuperato immobili regionali che erano stati abbandonati al degrado inevitabile del tempo: WeGil, Santa Severa, Palazzo Doria Pamphilj di San Martino al Cimino. Li abbiamo restituiti ai cittadini, lasciandoli pubblici, e li abbiamo resi vivi e vissuti. Abbiamo dimostrato come il patrimonio pubblico può essere un polmone culturale e una vera risorsa, sociale ed economica, per i territori. Nei prossimi 5 anni, proseguiremo questo lavoro. Garantendo attività di animazione di questi spazi e riqualificandone altri: come Palazzo Rivaldi a Roma e l’Antico Ospedale Infermi a Viterbo, per i quali la Regione ha già sottoscritto un accordo di valorizzazione con il Ministero della Cultura, lo “Stallino” di Latina, il teatro di Sezze, la Caserma Sant’Angelo a Gaeta e il complesso monumentale di San Francesco a Terracina. Il rafforzamento dell’Art Bonus contribuirà a integrare le risorse finanziarie programmate nel quadro della dotazione regionale del FSC 2021-2027.
Sostenere l’associazionismo culturale
La vita culturale dei quartieri, dei comuni, dei borghi è spesso il frutto di attività di associazioni. È un patrimonio importantissimo della nostra regione. E troppe volte si regge sulle capacità finanziarie di chi lo promuove, senza supporto del pubblico. Noi vogliamo rendere più forte questa rete, porla in condizione di mettere in campo tutto il suo potenziale di comunità, di cultura, di valori: sia nell’arte, sia nell’integrazione. Per questo codificheremo, stabilizzeremo e rafforzeremo le forme di sostegno a questo mondo attraverso tavoli di coprogettazione e l’istituzione di un Fondo dedicato all’animazione territoriale e alla cultura di prossimità che attivi iniziative e avvisi pubblici. Per questo riproporremo e rafforzeremo le forme di sostegno all’animazione culturale delle piccole realtà territoriali, già sperimentata durante e dopo il covid. Inoltre, lavoreremo sulla co-programmazione e la co-progettazione.
Più Lazio, più contaminazione: libri, contemporaneo, musica
Libri, arte contemporanea e musica sono tre aree in cui pensiamo il Lazio che vogliamo costruire nei prossimi anni debba stare con idee molto precise.
Una regione moderna, attrattiva, con l’ambizione di un ruolo nella cultura globale di domani è una regione anzitutto che investe nella formazione artistica, sostenendola e riconoscendola. Per questo, nel solco dell’esperienza delle Scuole di Musica fatta negli ultimi anni grazie al lavoro gomito a gomito con le associazioni di categoria, lavoreremo anche per supportare la specificità delle scuole d’arte, tra cui quelle di fumetti, teatro e design: con un albo, che garantisca il riconoscimento della qualità della didattica, e sostegni economici per le attività, le attrezzature e la promozione.
Ma una regione che ha una visione chiara in questo settore è anche capace di favorire il dialogo, la contaminazione e la collaborazione tra le diverse espressioni artistiche. E’ con questo obiettivo che lavoreremo su tre linee strategiche interconnesse e sinergiche tra loro:
- #Più Lazio, più libri. Per quanto riguarda i libri e l’editoria, vogliamo supportare le manifestazioni, promuovere programmi di diffusione della lettura, della conoscenza nelle scuole, sostenere le biblioteche trasformandole sempre di più in luoghi di aggregazione e centri culturali polivalenti, aiutare le piccole case editrici, le librerie indipendenti, gli scrittori e i traduttori anche emergenti. In questo settore la Regione deve essere volano di crescita: facendo conoscere, mettendo il suo peso istituzionale, organizzando eventi di promozione della lettura, collaborando con le case editrici, sostenendo gli operatori e i professionisti emergenti. Noi vogliamo muoverci su questa direzione;
- #Più Lazio, più contemporaneo. Dopo le prime sperimentazioni, renderemo strutturale e rafforzeremo “Lazio Contemporaneo”, la policy, che parte dai banchi di scuola, per sostenere l’affermazione dei nostri talenti emergenti sulla scena dell’arte contemporanea italiana e internazionale attraverso contributi a fondo perduto, promozione dei giovani artisti, rafforzamento dei rapporti internazionali, definizione di programmi di scambio. L’obiettivo è sviluppare l’ecosistema culturale e artistico del nostro territorio, rendendolo sempre più ricco di competenze e sempre più collegato al resto del mondo. Inoltre, crediamo sia fondamentale diffondere i nuovi linguaggi in tutto il territorio: per questo realizzeremo, sul modello dei Kunsthalle, una rete di luoghi di produzione esposizione dell’arte contemporanea;
- #Più Lazio, più musica. La musica è un linguaggio universale, ma è anche un traino per l’economia della nostra Regione. Con LAZIOSound, in questi ultimi anni, abbiamo sostenuto le componenti musicali giovanili. Ora è necessario fare un passo avanti ed estendere l’investimento sulla filiera musicale senza distingui d’età. Per questo, sul modello di altre regioni, italiane ed europee, vareremo una legge sulla musica e istituiremo la Lazio Music Commission per promuovere e sostenere l’industria musicale e lo sviluppo degli artisti del Lazio e per attrarre produzioni nazionali e straniere. Inoltre, investiremo nella creazione di spazi prova e di registrazione gratuiti e accessibili a tutte e tutti.
Spettacolo dal vivo al centro delle politiche culturali
Il settore dello spettacolo dal vivo, pesantemente provato dalla pandemia, ha necessità di un maggior sostegno economico. Garantiremo più investimenti, a partire dal raddoppiare il Fondo Unico per lo Spettacolo dal Vivo Regionale, più semplificazione e più strumenti utilizzando anche le risorse europee. Sarà necessario sostenere l’intera filiera produzione, circuitazione, formazione e promozione, creazione di nuovo pubblico supportando anche gli esercizi teatrali, in un’ottica pluriennale. Sarà necessario partire dalle scuole, con una vera e propria ‘formazione al teatro’, per favorire nuove relazioni e alimentare la curiosità dei più giovani. In più, sosterremo con più forza le residenze, le officine e i centri di produzione. Lavoreremo con gli enti partecipati dalla Regione Lazio nel settore dello spettacolo dal vivo per favorire il decentramento e riequilibrare l’offerta anche nelle province. Dal Lazio sosterremo le co-produzioni internazionali teatrali. Inoltre, promuoveremo la creazione di connessioni, con festival e rassegne, tra il patrimonio storico, artistico, monumentale e lo spettacolo dal vivo per potenziare la cultura dei luoghi, stimolando processi di identificazione tra comunità e territorio e favorendo nuovi modelli di fruizione dei nostri beni. Una sfida che porterà anche tantissime persone a scoprire il Lazio proprio grazie allo spettacolo, confermando così il ruolo della cultura anche come volano per lo sviluppo economico.
La regione leader europea del cinema e dell’audiovisivo
Tra i nostri punti di forza c’è il cinema. Nel Lazio, a Roma, c’è la storia del cinema, c’è un sapere fatto di maestranze invidiate nel mondo, c’è uno dei centri mondiali di produzione audiovisiva come Cinecittà e accanto c’è una rete formidabile di imprese che sono spesso di livello mondiale. È questa una delle nostre industrie traino ed è su questa che dobbiamo scommettere. Tanto più quando il PNRR sta investendo su Cinecittà con l’obiettivo di rafforzarne il ruolo di centro di produzione di livello mondiale. il nostro impegno per l’attrazione di produzioni sarà anche nei prossimi cinque anni una delle nostre priorità. Ci sarà, insieme, una cura dei piccoli produttori indipendenti per far nascere nuove realtà nella nostra regione e un’azione di pieno sostegno ai progetti legati alla realizzazione di Cinecittà: sia dal punto di vista amministrativo e di supporto istituzionale al progetto; sia, con un’ottica più larga, con un’azione per il rafforzamento delle sale e con la valorizzazione dell’intero territorio laziale come ‘terra di cinema’. In quest’ottica istituiremo una “Agenzia regionale del Cinema e dell’audiovisivo” con compiti di messa in rete delle esperienze, dei finanziamenti, del network delle fondazioni. In aggiunta, la Regione dovrebbe dotarsi di un Cinema-hub culturale in una zona importante della Capitale come luogo di promozione, formazione e scambio culturale e sguardo sul futuro. Il territorio del Lazio sarà la location ideale per gli investimenti nel cinema, che contribuiranno a promuovere la nostra Regione.
Lazio Creativo
Non c’è però solo il cinema o lo spettacolo dal vivo. Chi lo conosce sa bene che il Lazio è creativo. Certo l’audiovisivo pesa molto ma accanto ci sono molte altre industrie che producono eccellenza, ci sono scuole di creatività, ci sono artigiani conosciuti nel mondo, ci sono imprese che fanno della cultura, del design, della contaminazione tra diverse discipline un biglietto di visita nel mondo. C’è la moda che sta conoscendo un momento di grande visibilità. E non è fenomeno solo romano. Ci sono energie creative in tante aree della nostra regione. Il programma Lazio Creativo è nato per valorizzarle. E noi vogliamo rafforzare questo programma e farne, nei prossimi anni, una vera eccellenza europea. Anche qui siamo stati apripista ed abbiamo ispirato la legislazione nazionale. È un ruolo che vogliamo continuare ad avere: sostenendo le imprese della creatività che vogliono crescere, aiutandole a fare rete e a trovare clienti con sistemi di voucher, indirizzandole verso i temi della sostenibilità, dando loro assistenza attraverso gli sportelli negli Spazi attivi di Lazio Innova, prevedendo misure di sostegno ai creativi, spesso confrontati ai problemi della precarietà, aiutandole ad affrontare mercati internazionali. Un programma completo, allineato a quelli di altre regioni europee, che dia alla creatività il valore che ha: strumento di crescita e di coesione.
Tecnologia e beni culturali
Il Lazio che vogliamo ha l’obiettivo di divenire un leader mondiale in un segmento in cui abbiamo tutte le carte in regola per esserlo: quello delle tecnologie applicate ai beni culturali. Siamo già partiti: il Distretto tecnologico dei beni culturali è una realtà. Ma non basta. Dobbiamo diventare il centro mondiale di queste tecnologie, attrarre imprese e ricercatori, sostenere le ricadute di questa collaborazione con il mondo dell’Università nell’economia, promuovere la più importante fiera del mondo in questo settore. Il nostro obiettivo è divenire il distretto più importante del mondo in questo settore, punto di riferimento a livello globale. Il luogo in cui i musei di tutto il mondo verranno a capire come restaurare al meglio le loro collezioni e, allo stesso tempo, come valorizzarle con gli strumenti del digitale. In un tempo di nuove fruizioni culturali è questa una delle carte che abbiamo.
Il polo della cultura alimentare
Abbiamo un altro punto di forza che nei prossimi anni vogliamo sviluppare: quello della cultura alimentare. Siamo già capitale mondiale di questo settore, ma non lo sappiamo. Avere qui la Fao, avere qui il World Food Programme significa già oggi essere al centro della riflessione mondiale su questo tema così cruciale per il mondo di oggi e di domani. Sono opportunità che coglieremo: sviluppando collaborazioni, promuovendo iniziative, specializzando le nostre Università ed i nostri centri di ricerca, attraendo grandi imprese del settore alimentare ad insediarsi.
MondoLazio: grandi eventi come occasioni di crescita culturale
Una Regione aperta al mondo è anche una regione capace di attrarre grandi eventi culturali o sportivi e farne parte della sua vicenda interna. Dobbiamo cogliere tutte le occasioni che ci si presentano e farne volano di crescita interna: economica e culturale. Pensiamo solo ai prossimi appuntamenti: Expo2030, Ryder Cup, Giubileo. Ognuno di essi deve essere vissuto anche come una grande occasione di crescita culturale per la città e la regione. Ognuno di essi deve diventare un ‘fatto’ condiviso dalle nostre cittadine e dai nostri cittadini. Questo significa aumentarne la conoscenza, i momenti di partecipazione, una gestione veramente ‘corale’ delle iniziative, capace di arrivare dentro la nostra Regione e contribuire a cambiarla, ad aprirla, a farla più internazionale.
Verso un nuovo modello di turismo
Il nostro obiettivo è continuare a lavorare per un nuovo modello di turismo, che dia spazio alle potenzialità di tutta la regione. E’ un lavoro già avviato e che ha un obiettivo chiaro:aprire ai turisti destinazioni sull’intero territorio laziale che sino ad oggi sono poco conosciute, allungare e destagionalizzare le permanenze, incentivare il ritorno dei turisti e qualificare l’offerta. E’ un lavoro complesso, fatto di attività tra loro integrate – dalla comunicazione, al lavoro con le ambasciate, alla promozione nelle fiere internazionali – sino alla definizione di pacchetti specializzati e al miglioramento delle informazioni turistiche e delle esperienze, anche grazie alle nuove tecnologie. Il programma “Destinazione Lazio” porterà nel mondo le nostre bellezze, anche in sinergia con i grandi eventi che avranno luogo nella Regione nei prossimi anni e metteranno Roma e il Lazio sotto lo sguardo del mondo. Sono occasioni uniche che coglieremo con campagne ad hoc per attrarre nuovi turisti e nuovi turismi verso la nostra regione.
Piano di Marketing Territoriale attraverso la creazione di una Destination Management Organization
Per assicurare l’immagine unitaria del sistema turistico laziale, e delle sue destinazioni, favorirne lo sviluppo, coordinare i progetti di sviluppo degli Ambiti turistici, implementare le politiche regionali per il turismo e supportare lo sviluppo di nuovi segmenti di mercato coinvolgendo attori pubblici e privati, il Lazio si doterà nei primi sei mesi del nuovo mandato di un Piano di marketing territoriale e vedrà l’istituzione della Destination management Organization prevista nella nuova legge regionale. L’impegno è quello di investire sulle migliori professionalità dell’amministrazione regionale per lo sviluppo di un turismo di qualità. Un luogo amministrativo che analizzi il territorio e la proposta turistica e li colleghi alle tendenze nel mondo, che si occupi della comunicazione della promozione turistica, che lavori per un brand turistico riconoscibile, che curi le relazioni a livello internazionale. Il nostro obiettivo sono i nuovi mercati del turismo mondiale e, insieme, specifiche aree come il turismo congressuale. Un settore che rappresenta per il turismo un indotto strategico, sia perché attrae una tipologia di visitatori che spendono sino a sei volte di più dei turisti “normali”, sia perché la permanenza media è più alta.
Politiche per i diversi turismi
Non c’è un solo turismo nel mondo di oggi. Sempre più ci sono molti ‘turismi’, legati a esperienze, passioni, interessi. C’è il turismo giovanile, quello familiare, quello culturale, quello sportivo, del benessere.
Investiremo su questi specifici segmenti, con particolare attenzione ai percorsi ancora meno sviluppati o in cui la nostra presenza è debole ed a quelli che necessitano di interventi di semplificazione, promozione e, nel caso, legislazione dedicata (come nel caso del termalismo). Pensiamo al turismo legato al cinema e alla televisione, a quello legato all’enogastronomia, a quello legato ai luoghi bellici, all’ecoturismo. E, ancora, agli eventi culturali del teatro e dell’opera o a quelli sportivi come il turismo legato al golf, che ha con la Ryder Cup l’occasione di ‘mettere’ il Lazio nella mappa di questo segmento di alta qualità.
Promozione internazionale dell’offerta turistica
Contestualmente alle azioni del sistema turistico regionale realizzate dall’Amministrazione, ci sarà l’impegno a sostenere le iniziative, singole o in rete, di imprese del settore che realizzeranno attività di promozione sui mercati internazionali, con strumenti ad hoc o attraverso gli strumenti regionali a sostegno dell’internazionalizzazione.
Digitalizzazione dei servizi per il turismo
Parallelamente alle iniziative di programmazione, adottato un piano di digitalizzazione dei servizi per il turismo. Siamo ancora indietro sul punto, ed invece il digitale ha un ruolo di sempre maggior rilevanza nel settore turistico. Supporteremo la creazione di percorsi e applicazioni digitali che consentano ai turisti di vivere esperienze immersive grazie all’inserimento di ricostruzioni storiche e ambientali di realtà virtuale o aumentata. Su questo vogliamo lavorare con la scena startup e creativa della nostra Regione per specializzarla anche nel segmento dei servizi per il turismo. La digitalizzazione dei servizi può anche agevolare una rete di attività e strutture dell’offerta turistica, commerciale e culturale per strutturare una Carta Turistica Unica del Lazio per proporre informazioni e servizi relativi all’offerta turistica della nostra regione.
#Cammini e ciclovie: una nuova rete di percorsi per la mobilità ‘dolce’
L’azione di investimento per cammini e ciclovie nel momento in cui il turismo sostenibile e quello spirituale conoscono significativi aumenti. Il Lazio ha l’ambizione di essere leader mondiale su questi segmenti che trovano nella nostra regione condizioni uniche a livello internazionale: da un patrimonio artistico unico ad un patrimonio naturale e folcloristico che fanno del Lazio un’area privilegiata per sviluppare un turismo di qualità legato alle tradizioni, al patrimonio culturale ed a quello enogastronomico.
Creazione di una rete dei siti di interesse turistico
Nell’ottica di una migliore organizzazione dell’offerta turistica ci sarà la creazione dei siti di interesse turistico. Degli itinerari regionali che potranno beneficiare di un “certificato di qualità” regionale che, adeguatamente comunicato, sarà un inevitabile volano per l’arrivo di nuovi turisti.
Accessibilità ai siti e patrimonio territoriale
I prossimi anni saranno anni di investimento per aumentare l’accessibilità ai siti ed al patrimonio diffuso, potenziando la rete delle infrastrutture dei trasporti e abbattendo le barriere architettoniche. Vogliamo sviluppare mappe turistiche basate sui percorsi del trasporto pubblico o sul tracciato di antiche strade e dotare le fermate e le stazioni di una segnaletica chiara per indicare cosa vedere e come raggiungere i luoghi.
La ricettività turistica: riqualificazione alberghiera e nuova rete di ostelli del Lazio
Vogliamo sostenere un turismo di qualità e l’appeal turistico della nostra regione. Dopo l’aggiornamento della legge regionale, approveremo i regolamenti attuativi del settore alberghiero ed extra-alberghiero, alla luce delle evoluzioni del settore e delle sue esigenze. Creeremo un tavolo permanente che, anche alla luce dei grandi eventi che interesseranno la nostra regione, verificheranno periodicamente le necessità di aggiornamenti.
L’investimento per una ricettività di qualità potrà passare attraverso interventi anche normativi per la qualificazione e la crescita delle strutture ricettive in occasione della celebrazione del Giubileo del 2025 e per il sostegno degli imprenditori grazie a bandi per la riqualificazione delle strutture di ricettività, quali ad esempio le misure già previste nell’ambito del programma Fesr 2021-2027. Per un migliore risultato, coinvolgeremo le associazioni di categoria per rendere le opportunità pubbliche il più possibile coerenti con i fabbisogni degli imprenditori coerentemente con i vincoli regolamentari degli interventi finanziabili in particolare per l’efficientamento energetico degli immobili ad uso ricettivo.
Gli ostelli sono una dotazione essenziale della nostra regione per aumentare la domanda di turismo giovane. Per questo la nostra rete sarà rafforzata con la creazione di nuovi ostelli, localizzandoli in luoghi poco visitati ed oggetto di pacchetti di destinazione turistica
Un nuovo approccio al rapporto pubblico-privato
I prossimi anni vedranno una importante mole di investimenti internazionali verso la nostra città. E’ un’occasione da cogliere per ridefinire il rapporto tra pubblico e privato. Va a tal fine valorizzato il rapporto con il Convention bureau Roma e Lazio, anche per incentivare la creazione di nuove opportunità e sinergie.
Potenziamento della formazione nel settore turistico
Il ‘fattore umano’ è fondamentale nel settore turistico: l’accoglienza passa anche dalle competenze, dalla formazione e dalle condizioni di lavoro di personale qualificato. Per questo rafforzeremo i percorsi di formazione dedicati al settore al fine di creare le figure professionali del nuovo turismo, partendo da una collaborazione con l’Ente bilaterale che coinvolge le principali associazioni di categoria e sindacati.
Garantire la qualità del settore: standard e dati
La legislazione sul turismo più recente ha dato specifica attenzione alla qualità dell’offerta turistica. E’ un punto su cui insistere: a partire dai regolamenti attuativi, per individuare degli standard comuni e definire un “Marchio di Qualità Regionale”. Ma insieme agli standard è necessario un cruscotto per meglio orientare il settore turistico. Investiremo in un sistema efficiente di raccolta e analisi, quantitativa e qualitativa, dei dati e su una strategia di comunicazione che utilizzi gli strumenti di comunicazione più veloci e incisivi.
Lotta all’abusivismo e alla shadow economy
L’abusivismo nel campo del turismo è una piaga difficile da debellare: strutture, professionisti e attività devono spesso fronteggiare illegalità, concorrenza sleale e la grande difficoltà di effettuare controlli. Le nuove norme approvate ad esempio per le attività ricettive e nel settore delle Agenzie di viaggio richiedono ora di investire sul loro rispetto, per evitare il dilagare di nuovi modelli di ricettività ed esercizio dell’attività che si sono imposti con la “shadow economy”.
Il Lazio dello sport
Il nostro primo impegno è proseguire il lavoro per garantire alle nostre ragazze e ragazzi, e a tutti gli operatori sportivi, il diritto allo sport. C’è da definire una normativa regionale di riferimento nuova e al passo coi tempi, che dia certezze e tenga in considerazione le recenti evoluzioni dello sport con l’obiettivo di far avvicinare all’attività motoria quanti più cittadine e cittadini. E, insieme, definire il “Piano regolatore dello Sport”, che studi le esigenze territoriali e le specifiche carenze e definisca gli interventi infrastrutturali necessari a colmarle in risposta alle esigenze dei cittadini. La gestione di quella che sarà la “Rete Regionale dello Sport” dovrà essere coordinata tra gli Enti Locali territoriali, il Coni Regionale e l’Associazionismo Sportivo e per questo vedrà l’istituzione di un “Tavolo di Lavoro Permanente” sede di confronto tra le varie realtà.
I “Buoni Sport”
Dal 2019 la Regione ha garantito, con specifici “Buoni Sport”, l’accesso alla pratica sportiva a quasi 11 mila famiglie del Lazio. È stata un’esperienza di successo. È una possibilità che estenderemo quanto più possibile per permettere a giovani, anziani, persone con disabilità di fruire dei servizi offerti dalle realtà associative regolarmente iscritte nei registri regionali e nazionali.
Un programma straordinario per l’impiantistica
Daremo priorità alla definizione di un “Piano per l’impiantistica” per migliorare e riqualificare le infrastrutture esistenti con contributi regionali a fondo perduto per l’efficientamento energetico, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la messa in sicurezza degli impianti, proseguendo l’impegno di questi anni e favorendo il loro adeguamento alle pratiche agonistiche quando possibile.
Il ruolo dell’associazionismo sportivo
L’associazionismo è una risorsa fondamentale della nostra comunità, cruciale per una distribuzione capillare sul territorio dei valori dell’attività sportiva. Lo supporteremo con decisione: sia con assistenza tecnica, sia con finanziamenti, sia in termini strategici. A questo fine istituiremo uno “Sportello-Sport” presso l’Assessorato competente, per aiutare le associazioni ad intercettare le opportunità di finanziamento e assisterle lungo la fase progettuale.
Promuovere gli eventi sportivi di rilevanza Internazionale, nazionale e regionale
Nei prossimi mesi si terrà a Guidonia una delle più importanti manifestazioni sportive del pianeta: la Ryder Cup. Sarà un formidabile volano di attenzione per il nostro territorio, con ricadute positive: in termini economici, turistici, di visibilità globale. Il nostro obiettivo è porre sempre più il Lazio al centro di una strategia di attrazione dei grandi eventi e delle manifestazioni sportive. Su questo obiettivo continueremo a lavorare con le istituzioni sportive, favorendo, con impegni concreti, ogni percorso di candidatura di eventi sportivi in linea con le vocazioni e le tradizioni sportive del Lazio.
Aumentare le sinergie tra turismo e sport
Nell’ambito delle politiche dedicate ai singoli turismi, specifica attenzione sarà dedicata allo sviluppo di filiere dedicate allo sport. E questo sia in occasione di grandi eventi, sia definendo politiche specificamente dedicate a singoli segmenti sportivi: dal rugby al tennis, dal basket al golf, dall’ippica all’atletica, sino alle manifestazioni praticate sulla costa e sui laghi e fiumi della regione.
Mobilità
Far muovere il Lazio è stato uno dei principali obiettivi della nostra azione di governo in questi anni. E i risultati ci sono. Negli ultimi 10 anni abbiamo rinnovato l’88% dei treni regionali. Siamo passati dall’essere la flotta più vecchia d’Italia ad essere la più giovane. Abbiamo messo su strada 1000 nuovi bus Cotral. Accanto a questo ci sono gli investimenti infrastrutturali, gli 800 km di strade riasfaltate da Astral, le ciclovie e la mobilità green, il lavoro fatto sui porti. E poi le connessioni immateriali: anche qui i passi che abbiamo fatto sono molti, zone prima non collegate sono connesse. E questo apre possibilità per i cittadini, possibilità di nuovi servizi per l’amministrazione.
Tra PNRR e risorse nazionali il Lazio ha oggi la possibilità di una vera trasformazione della sua rete infrastrutturale e di un salto nel futuro nella qualità dei servizi di mobilità.
Vogliamo creare le condizioni per una riduzione del traffico automobilistico e al tempo stesso impegnarci perché le strade siano più sicure, troppo spesso leggiamo sui giornali di vite spezzate; continuare l’impegno per l’ammodernamento del servizio sulle linee ferroviarie regionali e risolvere finalmente le storiche inefficienze delle ferrovie ex concesse (Roma-Lido e Roma-Viterbo); procedere nella realizzazione dei nodi di scambio intermodale gomma-ferro e gomma-gomma della rete regionale per dare ai cittadini della regione una vera possibilità di scelta sul mezzo di trasporto da utilizzare per i propri spostamenti; investire risorse ingenti nelle ciclovie, sia urbane che turistiche, per incoraggiare ulteriormente la mobilità sostenibile e produrre nuove opportunità di sviluppo per il territorio; sostenere il rafforzamento del sistema portuale laziale, prioritaria porta di accesso per il traffico merci e passeggeri, complemento fondamentale al nostro ambizioso piano di sostegno allo sviluppo della Blue economy.
Lo Stato per il Lazio: gli investimenti infrastrutturali del Gruppo FS
La programmazione delle risorse per gli interventi di infrastrutturazione del territorio regionale deve partire dal quadro degli investimenti già programmati a livello nazionale e, su quella base, implementarli valorizzando la conoscenza delle esigenze dei territori, da una parte, e la reale disponibilità finanziaria su cui potrà contare la Regione, dall’altra.
Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, che dal 2017 comprende anche Anas, ha appena presentato il piano industriale 2022-2031 che per il Lazio prevede investimenti sulla rete infrastrutturale per un totale di 8,6 miliardi di euro destinati:
- per 4,5 miliardi alle infrastrutture ferroviarie, con gli interventi di chiusura dell’anello ferroviario di Roma, completamento del nodo del Pigneto, potenziamento infrastrutturale della rete di Roma Tiburtina e Roma Tuscolana, quadruplicamento della linea Capannelle-Ciampino e raddoppio delle linee Lunghezza-Guidonia, Cesano-Bracciano e Campoleone-Aprilia, potenziamento infrastrutturale collegamento con Fiumicino Aeroporto;
- 2,7 miliardi per le infrastrutture stradali destinati all’adeguamento a quattro corsie della via Salaria da Passo Corese a Rieti, al completamento della grande opera Orte-Civitavecchia, interamente finanziata e ormai prossima all’apertura dei cantieri sull’ultima tratta Monteromano-Tarquinia, il potenziamento degli svincoli del GRA e la variante di Formia;
- 1,3 miliardi per i servizi ai passeggeri, con il proseguimento del rinnovo totale della flotta con 72 treni e l’attivazione di nuovi servizi come il collegamento di Vigna Clara nel quadro del potenziamento del servizio in vista del Giubileo del 2025;
- 7,4 milioni per la logistica, con gli interventi per le aree di Pomezia-Santa Palomba (riqualificazione dei magazzini esistenti e rafforzamento della rete dei binari), Roma San Lorenzo (riqualificazione dei magazzini esistenti) e Roma Smistamento (manutenzione straordinaria);
- 95,3 milioni per la valorizzazione del patrimonio urbano, con interventi di riqualificazione e valorizzazione di 2,2 milioni di mq nelle aree di Roma Tiburtina, Roma Tuscolana, Roma Termini e Roma Trastevere, progetti di rigenerazione urbana a Frosinone e di forestazione su aree dismesse.
La rete stradale
In questo quadro, il nostro lavoro per rafforzare la rete infrastrutturale della regione continuerà nei prossimi anni con un’azione di investimento continuo nella nostra rete stradale che vogliamo sostenere in particolare con le risorse del nuovo ciclo 2021-2027 del Fondo Sviluppo e Coesione, realizzando interventi mirati su tutto il territorio regionale, in un ‘elenco’ di opere che sono il frutto di un’approfondita conoscenza del territorio, dei suoi vincoli allo sviluppo, delle esigenze rappresentate dalle comunità locali, dai cittadini e dalle imprese, e che dovranno affiancarsi, oltre agli interventi realizzati dal Gruppo FS, anche alla Roma-Latina, un’infrastruttura che, dopo le note vicende che hanno impedito il suo avvio sin dal riconoscimento come opera strategica nel 2001, dovrà essere avviata anche se dovesse rendersi necessaria la nomina di un Commissario straordinario:
- la bretella Cisterna-Valmontone;
- le opere accessorie alla Roma-Latina: via Apriliana, tangenziale di Latina, strada regionale Ariana, Tangenziale di Labico, via di Foce verde;
- il collegamento Canepina-Vallerano-Vignanello con la Orte-Civitavecchia;
- la Trasversale Lazio Sud Tirreno-Adriatica (tratta Formia-Cassino);
- il collegamento Fondi-Ceprano (progettazione e primo stralcio);
- il collegamento Fornaci-Nomentana (Fonte Nuova-Monterotondo);
- il collegamento Prenestina Nuova-Lunghezza;
- il Ponte di Orte;
- il collegamento ospedale Belcolle-Cassia Cimina;
- la realizzazione di due nuovi caselli autostradali sull’autostrada A1 Roma–Napoli in prossimità di Zagarolo e Roccasecca.
La rete su ferro
Lo sviluppo della rete su ferro che vogliamo realizzare – o per il quale vogliamo favorire la massima celerità realizzativa, quando non sarà la Regione a dover direttamente attuare gli interventi – si articola su quattro livelli: interregionale, regionale, metropolitano, urbano:
- sui collegamenti interregionali interverranno le due grandi opere previste dal PNRR, la Orte-Falconara e la Roma-Pescara, che garantiranno connessioni orizzontali veloci verso le Marche e l’Abruzzo;
- a livello regionale puntiamo sul ripristino della ferrovia Civitavecchia – Capranica – Fabrica di Roma – Orte, linea strategica per il trasferimento dalla gomma al ferro del notevole traffico di merci che viaggia tra il porto di Civitavecchia e l’interporto di Orte: un intervento che, riducendo il traffico veicolare, garantirà una diminuzione dell’inquinamento ambientale oltre che una maggiore sicurezza dei movimenti lungo la stessa direttrice;
- in ambito metropolitano, in una logica di progressiva integrazione della grande area di Roma, vogliamo realizzare l’adeguamento a linea metropolitana di due linee ferroviarie regionali: la FL5 (Roma – Civitavecchia) e la FL8 (Roma – Nettuno) dovranno essere dotate sistemi tecnologici innovativi che consentano un minor distanziamento tra i treni e una maggiore frequenza del servizio, fino ad arrivare ad un esercizio di tipo metropolitano;
- infine, in ambito urbano, mentre il PNRR garantisce le risorse per lo sviluppo del trasporto rapido di massa nella città di Roma (segnatamente la realizzazione delle nuove linee tranviarie Termini-Vaticano-Aurelio e sulla via Palmiro Togliatti), la programmazione delle risorse a titolarità regionale si concentrerà sul nuovo sistema intermodale di Tivoli, con il collegamento dal centro città fino alla stazione ferroviaria di Bagni di Tivoli che dovrà servire anche i Siti Unesco di Villa d’Este e Villa Adriana, e sull’eliminazione del passaggio a livello della stazione di Viterbo Porta Fiorentina, opera puntuale ma altamente strategica che permetterà la fluidificazione del traffico e dell’inquinamento ambientale determinato dalla frequenza di automobili ferme al passaggio a livello.
Uno sguardo al futuro
Fin qui abbiamo evidenziato le infrastrutture di mobilità che già sappiamo di potere finanziare. Eppure siamo consapevoli che non sono ancora sufficienti per completare la maglia infrastrutturale per la mobilità di cui ha bisogno la nostra regione per fare un ‘salto definitivo’ in termini di competitività e accessibilità.
Per questo vogliamo evidenziare anche ciò che riteniamo ulteriormente necessario per la rete stradale e per quella su ferro e che nel prossimo quinquennio metteremo in programma confrontandoci anzitutto con il Ministero delle Infrastrutture.
Per la rete stradale:
- nuovo tratto Latina-Sezze per connettere Latina con Frosinone;
- sulla Cassia BIS nuovo tratto Monterosi-Viterbo;
- sulla SR314 nuovo tratto Isola del Liri-Sora.
Per la rete ferroviaria:
- ripristino della tratta Roma-Civita Castellana;
- costruzione dell’asse di trasporto merci ferroviario Roma Ovest (gronda merci per Pisa e per Napoli);
- recupero del servizio ferroviario per Fiumicino e il suo porto turistico, e collegamento su rotaia fra Ostia e Fiumicino;
- raddoppio dei binari anche sulle altre ferrovie metropolitane (oltre alla FL5 e FL8 già citate) e trasformazione delle tratte in vere e proprie metropolitane di superficie.
I porti del Lazio
La nostra azione per ‘riprendersi’ il mare del Lazio ha un punto essenziale nel miglioramento della qualità dei nostri Porti. In un momento storico in cui il Mediterraneo riconquista la sua centralità è qui uno dei punti di forza della nostra regione. I prossimi anni saranno quindi anni di investimenti per migliorare la dotazione dei porti, il retroporto per migliorare la competitività delle loro vocazioni: mercantili o passeggeri. È un asset strategico della nostra regione e lo tratteremo come tale.
Puntiamo anche in questo caso a massimizzare la complementarietà con gli interventi già previsti dal PNRR, in particolare per il porto di Civitavecchia (elettrificazione delle banchine, sviluppo dell’accessibilità marittima, Ultimo miglio ferroviario/stradale):
- garantendo la necessaria copertura finanziaria per gli interventi nei porti di competenza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale:
- lo stesso porto di Civitavecchia, con il supporto alla realizzazione della Darsena Mare Nostrum (ex Darsena energetica grandi masse), un investimento determinante per aumentare le potenzialità logistiche dello scalo merci;
- il porto di Gaeta, con il contributo necessario per il completamento del porto commerciale e la delocalizzazione della cantieristica navale che deve trovare spazi più adeguati al rilancio di una eccellenza dell’economia del mare regionale;
- realizzando interventi attesi da tempo nei porti regionali:
- il porto Canale Rio Martino (Latina), con il dragaggio e l’adeguamento degli impianti di distribuzione elettrica, idrica e fognaria;
- il porto di Formia, con gli interventi necessari per aumentare la sicurezza della navigazione;
- il porto di Terracina, dove il prolungamento del molo foraneo è opera necessaria per garantire l’aumento della sicurezza della navigazione;
- il porto di Ponza, che ha necessità di interventi diffusi di adeguamento (dal consolidamento statico della banchina al dragaggio dell’area portuale);
- il porto di Ventotene, anche in questo caso con il consolidamento statico del molo.
Sostenibilità in movimento: piste ciclabili e mobilità elettrica
In linea con l’azione che si svolge a livello nazionale e alle indicazioni europee, la mobilità sostenibile sarà una nostra priorità. Aumenteremo ancora le piste ciclabili e gli altri mezzi di mobilità dolce.
Introdurremo incentivi al miglioramento della mobilità urbana: pensiamo a meccanismi per incentivare l’elettrificazione della mobilità pesante residua; al rafforzamento della mobilità ciclistica con incentivi al bike-sharing; a finanziamenti per le piste ciclabili realizzate con materiali eco-sostenibili per le quali sono già destinati 90 milioni di euro tra ciclovie turistiche e ciclovie urbane; con oltre 60 milioni di euro finanziati dal PNRR si moltiplicheranno i punti di ricarica per i veicoli elettrici e potenzieremo il raccordo tra servizio di trasporto pubblico e piste ciclabili con lo sviluppo di reti ciclabili di collegamento e servizi (come riciclofficine e bikesharing in ogni stazione nuova).
Materiale rotabile su ferro e gomma: per un trasporto pubblico di qualità
La nostra azione per aumentare la dotazione di materiale rotabile continua. Non ci fermiamo. A fine dicembre sono arrivati altri 161 bus Cotral e nel 2023 ne arriveranno altri 400. Numeri che ci permettono di dare alle nostre cittadine e ai nostri cittadini servizi sempre migliori, che servono alle nostre imprese ed alla nostra comunità, sono essenziale ad avvicinare il Lazio.
Tra PNRR, Piano Nazionale Complementare, Fondo Sviluppo e Coesione e PR FESR 2021-2027, le risorse programmate e assegnate per il rinnovo del materiale rotabile su ferro e su gomma nel Lazio ammontano complessivamente a oltre settecento milioni di euro. Un portafoglio di risorse ingente che ci metterà nella condizione di completare il rinnovamento del parco veicolare pubblico e portarlo definitivamente al livello delle più avanzate regioni europee.
Un tetto al prezzo del trasporto pubblico: blocco degli aumenti previsti a Roma e nel Lazio
Ogni volta che i cittadini laziali pagano per il servizio di trasporto pubblico locale contribuiscono alla remunerazione del personale, alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi e delle infrastrutture, agli investimenti necessari per migliorarlo in termini di qualità e comfort.
Anche grazie a questo contributo negli ultimi dieci anni la Regione ha comprato e messo su strada 1.000 nuovi autobus Cotral e rinnovato l’88% dei treni regionali. E’ stata una vera e propria rivoluzione del trasporto pubblico locale, che ha cambiato la vita delle centinaia di migliaia di persone che ogni giorno si spostano su strade e ferrovie.
Per continuare questo percorso, il Contratto di servizio tra la Regione e le società del TPL prevede un adeguamento del prezzo di biglietti e abbonamenti: dal 1 agosto 2023.
E’ un contratto ‘vecchio’. Non tiene conto dei cambiamenti che ci sono stati per le cittadine e i cittadini del Lazio: del Covid, della guerra in Ucraina, della crisi energetica. Non tiene conto di un impatto sociale che va contenuto e ridotto: in ogni modo possibile.
Per questo rivedremo le condizioni di quel Contratto di servizio. Ci assumeremo i costi per la continuazione dei servizi e degli investimenti e per il costante miglioramento del trasporto pubblico. Sia chiaro. Si tratta di un impegno molto rilevante sotto il profilo finanziario e per sostenerlo sarà necessario individuare altre voci di spesa da contenere.
Ma questa è per noi la politica: scegliere le priorità.
Contratti di servizio più efficienti
Rivedremo i contratti di servizio con le aziende che svolgono TPL. Con un obiettivo chiaro: rendere più efficienti i servizi e garantire maggiore occupazione e qualità.
La Regione Lazio si è dotata di un nuovo modello di gestione del TPL su gomma con l’obiettivo di:
- estendere i servizi di TPL urbano e interurbano a tutti i comuni del Lazio (i servizi, infatti, sono attualmente disponibili per 183 comuni su un totale di 377);
- ridefinire il riparto delle risorse finanziarie dei servizi minimi (il cui stanziamento medio annuo è di € 62 mln), attraverso l’utilizzo di indicatori che stimino il fabbisogno trasportistico sulla base dei dati relativi alla domanda di mobilità, utilizzando anche le più recenti tecnologie allo scopo,come pure di criteri che tengano conto dell’efficienza nell’erogazione del servizio, superando quindi il criterio della “spesa storica”;
- individuare le unità di rete – costituenti i lotti dei servizi da affidare – secondo criteri di efficienza economica ed efficacia trasportistica.
- L’estensione dei servizi a tutti i comuni del Lazio attualmente non serviti, oltre a rispondere a criteri di equità e di garanzia del diritto alla mobilità, persegue lo scopo di riconfigurare il sistema complessivo del trasporto pubblico regionale in due tipologie di servizi tra loro integrati:
- i servizi extraurbani, gestiti da Trenitalia sulle ferrovie e da COTRAL sulle linee automobilistiche, per gli spostamenti di medio-lunga percorrenza e verso Roma;
- i servizi urbani ed interurbani, gestiti a livello di unità di rete, per gli spostamenti locali e di breve e media percorrenza, nonché per l’adduzione alle linee ferroviarie e per l’intermodalità ai servizi extraurbani su gomma.
- Il nuovo modello di trasporto urbano e interurbano regionale denominato Unità di Rete è stato definito sulla base di un dimensionamento in lotti tale da garantire la massima partecipazione degli operatori di mercato in fase di affidamento dei servizi, con idonea tutela delle piccole e medie imprese del settore. Non può non rilevarsi, infatti, che nel panorama nazionale solitamente l’aggregazione per lotti è stata strutturata per dimensioni provinciali o sovraprovinciali.
Da ultimo, rispetto ai dati storici, il nuovo modello genera un impatto redistributivo pari a circa 17 milioni di euro/anno (il 28,5% del totale), che riduce la forte sperequazione che ha caratterizzato il riparto storico.
La Regione Lazio, per il tramite di Astral SpA, effettuerà le gare del TPL su gomma entro il 2023.
Cotral: un grande successo da consolidare
Nel 2013 Cotral era un’azienda sull’orlo del baratro che produceva debiti e costringeva gli utenti del suo servizio a viaggiare su mezzi vecchi e fatiscenti, oltre che altamente inquinanti. Questi sono i numeri della Cotral di oggi: 1000 autobus nuovi, moderni, confortevoli, dotati delle più moderne tecnologie di controllo a bordo, meno inquinanti; 1000 nuove assunzioni con contenimento e anzi costante diminuzione del costo del personale grazie ad un progressivo aumento di produttività; 52 milioni di euro distribuiti come utili in otto anni alla Regione Lazio; capolinea, nodi di scambio, sale di attesa ristrutturate , 4 depositi nuovi e 3 attualmente in corso di costruzione; piattaforma Salesforce di gestione della customer experience, moderna sala operativa, multicanali di interazione con i clienti e 51mila follower su Instagram; bilanci di esercizio sempre in attivo, patrimonializzazione dell’azienda con riduzione progressiva delle locazioni passive e, finalmente, il giudizio degli utenti che allinea l’azienda regionale alle migliori aziende europee.
Un vero e proprio caso di successo dell’amministrazione regionale sul quale continuare a lavorare nella direzione di questi anni e con grande attenzione ai risultati.
MetroMare e Roma-Viterbo: una sfida che vinceremo
Le ferrovie concesse sono ora in gestione a Cotral in qualità di impresa ferroviaria e ad Astral in qualità di gestore dell’infrastruttura. Sono in corso importanti lavori di riqualificazione delle infrastrutture ed è in fase di produzione il nuovo materiale rotabile: ben 33 nuovi treni per un investimento complessivo di 282 milioni di euro. E’ la prima volta che si interviene in maniera strutturata e con una visione strategica su queste due importantissime infrastrutture ferroviarie, che trasportano quotidianamente 100.000 cittadini e cittadine del Lazio.
Siamo consapevoli dei disagi che così tante persone vivono ogni giorno. Per questo vogliamo essere trasparenti e precisi nell’indicare il cronoprogramma dei lavori e dell progressivo miglioramento che garantiremo alla qualità del servizio:
- per la Roma-Viterbo: i cantieri per il raddoppio della tratta Montebello-Riano iniziano a febbraio 2023, quelli della tratta Riano-Morlupo a giugno 2023. Entro dicembre 2023 saranno appaltati 70 milioni di euro per il completo rifacimento della linea aerea. Entro dicembre 2025 quasi un milione di cittadini dell’area metropolitana romana sarà collegato al centro della capitale in meno di mezz’ora;
- per la Metromare: i cantieri sono già stati avviati. Dopo i lavori sulle sottostazioni già terminati, sono in corso quelli per il rifacimento dei binari che termineranno a marzo 2023 quando, senza soluzione di continuità, inizierà il rifacimento del sistema di elettrificazione. L’opera sarà consegnata completamente ammodernata nell’autunno del 2023;
- Sia per la Metromare che per la Roma-Viterbo a partire da gennaio 2024 la frequenza dei treni sarà garantita ogni 15 minuti nelle ore di punta e ogni 20 minuti nel resto della giornata.
“LazioinRete”
I prossimi anni sono quelli in cui si gioca la partita di servizi pubblici migliori per le nostre cittadine e i nostri cittadini. Molti di questi servizi passano per la rete e per questo saranno anni in cui completeremo la connessione, dando la priorità alle aree più bisognose, alle aree produttive e turistiche.
Qui è il PNRR con le sue risorse (quasi mezzo miliardo di euro per la nostra regione) a disegnare il percorso che porterà il Lazio al completamento della sua rete dati ad altissima velocità con il collegamento previsto dagli investimenti da completare entro il 2026:
- Piano Italia a 1 Gbps
- Italia 5G – Corridoi 5G, Strade extraurbane
- Scuola connessa
- Sanità connessa
- Collegamento delle Isole minori
La centralità del Lazio nella strategia di digitalizzazione del Paese sostenuta dal PNRR è confermata anche dall’investimento per il Polo Strategico Nazionale (PSN), l’infrastruttura cloud che ospiterà i dati e i servizi delle pubbliche amministrazioni italiane e che avrà Acilia e Pomezia tra quattro sedi italiane individuate per ospitare i data center.
Sviluppo economico
Il Lazio è una grande economia europea. Il Pil che produciamo equivale a quello di alcuni Paesi membri dell’Unione. Ma non c’è solo il dato quantitativo. La nostra è un’economia che ha tutte le caratteristiche per giocare un ruolo da protagonista nei prossimi anni. È sede di grandi imprese, tra cui molte multinazionali. È all’avanguardia nell’industria del futuro: l’energia, le telecomunicazioni, l’aerospazio, l’audiovisivo, il farmaceutico. Conta su un tessuto di PMI che vogliono oggi essere messe in condizione di superare la fase di crisi ed affrontare la ‘doppia transizione’ verde e digitale e su un commercio e un artigianato che possono essere il motore della riqualificazione del tessuto urbano e sociale delle nostre città. Ha una rete di Università e centri di ricerca pronta a dare il suo contributo in questo passaggio di trasformazione.
In questi anni, le nostre politiche industriali hanno avuto un segno deciso e riconoscibile. Insieme ad associazioni e parti sociali, la Regione ha fatto scelte strutturali per la competitività della nostra industria: focalizzando risorse sui settori chiave della nostra strategia di specializzazione intelligente, abbandonando gli interventi a pioggia; definendo un rapporto strutturato tra ricerca e impresa e sostenendo l’apertura internazionale dell’industria laziale, sia come presenza sui mercati globali, sia come destinazione di investimenti esteri. Non c’è solo questo. La Regione ha già dimostrato, durante il Covid, cosa significhi stare vicino alle imprese. Sono più di 36 mila quelle che abbiamo aiutato a resistere durante la pandemia.
Oggi, forte delle risorse del PNRR e della politica di coesione, la Regione ha davanti a sé il compito di lavorare per assicurare una crescita di qualità del nostro sistema imprenditoriale: dalle attività storiche e tradizionali sino a quelle all’avanguardia. Con due parole in testa: semplicità e visione. Prima di tutto renderemo sempre più facile la vita delle imprese. E poi, in linea con gli orientamenti più attuali di politica industriale europea, sceglieremo i settori strategici e investiremo sulle nuove tecnologie, aiuteremo la “doppia transizione” con il programma “Lazio 4.0”, continueremo nella nostra azione di questi anni a sostegno della ricerca, rafforzando ancora il nostro l’impegno e la nostra determinazione di questi anni nel costruire una “Regione della Conoscenza”: sostenendo le attività degli enti di ricerca, valorizzando il loro capitale umano, promuovendo un dialogo sempre più stretto di questo mondo con l’impresa.
Un passaggio che riguarda industria, artigianato e commercio e che coinvolgerà anche l’agricoltura, un pilastro dello sviluppo economico della nostra Regione. In questo campo siamo una grande realtà: centinaia di produzioni di eccellenza, la piattaforma logistica più grande del centro Italia, la sede di centri di innovazione all’avanguardia e dei più importanti riferimenti mondiali dell’agricoltura: a partire dalla FAO. Negli ultimi anni abbiamo lavorato su questo sistema. Impegnando il 95% delle risorse del Programma di Sviluppo Rurale per oltre 530 milioni di euro: risorse con cui abbiamo sostenuto le imprese del settore nel passaggio alla multifunzionalità, la produzione di energia elettrica, le startup in agricoltura, l’innesto di innovazione nella vita dell’agricoltura verso l’agritech, la promozione di prodotti del Lazio. Questo e molto altro. Oggi abbiamo 800 milioni a disposizione della nuova programmazione. Risorse con cui continueremo a cambiare l’agricoltura del Lazio.
“Lazio, nuova industria”: sostegno ai settori strategici del futuro
La politica industriale è la nuova parola d’ordine: in Europa e nel mondo. Autonomia strategica e doppia transizione sono i suoi assi fondamentali. Le risorse del PNRR e dei fondi strutturali sono gli strumenti per seguirli. Se il progetto bandiera “Lazio 4.0” si occuperà di sostenere il tessuto d’impresa del Lazio nella trasformazione digitale, con il Programma “Lazio, nuova industria” vogliamo intervenire sui settori strategici del futuro, quelli prioritari anche per la politica industriale europea.
Il programma mira in particolare a definire gli ecosistemi industriali strategici per il Lazio e ad organizzare specifici piani di azione composti di:
- misure di sostegno alla crescita degli ecosistemi;
- supporto nel dialogo delle imprese di settore con il mondo della ricerca;
- attrazione di investimenti esteri legati agli specifici settori;
- integrazione con le politiche e gli strumenti di finanziamento nazionali ed europei;
- programmi di sostegno diretti all’indotto dei singoli ecosistemi;
- misure di formazione con il coinvolgimento delle Università del Lazio per definire percorsi sempre più mirati anche alla luce dell’emergere di nuove professioni in specifici settori;
- azioni in collaborazione con i centri di ricerca per la creazione ecosistemi startup legati ai singoli ecosistemi.
I primi tre ecosistemi industriali sui quali vogliamo intervenire sono quelli della farmaceutica, dell’automotive, dello spazio.
Il primo è un nostro tradizionale punto di forza – in termini di presenza di imprese, di fatturato, di componente export. Dobbiamo tenere alta l’attenzione su di esso e continuare ad investire per costruire un vero e proprio Polo della Farmaceutica e qualificarci sempre più come hub di livello europeo e internazionale.
Il secondo è il settore dell’automotive, un segmento molto importante per l’economia laziale e che attraversa una transizione cruciale per il suo futuro. Anche su questo la nostra attenzione sarà massima in dialogo costante con il livello nazionale e quello europeo.
L’industria dello spazio, infine, ha nel Lazio punti di forza di livello internazionale: pensiamo a Thales Alenia Space, ad Avio, a Telespazio, a Leonardo. È un’industria sempre più strategica per il futuro della regione, del Paese, europeo, e vogliamo rafforzarla con un dialogo continuo con gli attori dell’economia e, nello specifico, collaborando alla realizzazione di nuovi stabilimenti di integrazione e test.
Sostegno alla crescita delle aziende e accesso al credito
Le PMI saranno al centro delle nostre politiche. In linea con le indicazioni europee, nei primi cento giorni definiremo un “Piano PMI”. Sarà il punto unitario delle politiche che hanno implicazioni per le PMI: dalla formazione alla sostenibilità, dal passaggio generazionale alle indicazioni europee ispirate al principio “Pensare prima in piccolo” per adeguare il sistema normativo alle esigenze delle PMI.
Tra queste misure, specifica attenzione verrà data alla questione della crescita dimensionale e dell’accesso al credito. Più specificamente metteremo in campo diverse linee di azione:
- interventi specifici per le PMI parte di filiere produttive (come ad esempio quello a favore dei minibond);
- misure più generaliste in grado di rivolgersi anche alla più ampia comunità di imprese del commercio, della somministrazione, dell’artigianato artistico;
- assistenza tecnica per facilitare l’accesso ai finanziamenti regionali;
- istituzione dell’Osservatorio regionale sul credito, per seguire le evoluzioni del settore in una fase di grande trasformazione.
In questo delicato passaggio di ‘ripartenza’ il nostro obiettivo prioritario è aiutare le nostre PMI: a crescere, a mettersi in rete, a ‘fare squadra’. Prima di tutto aumentando la loro capacità di fare investimenti grazie ad una riforma del sistema del credito che ha già permesso di erogare 2800 prestiti a tasso zero e con un sistema di garanzie pubbliche rafforzato e che, anche in collaborazione con il mondo dell’associazionismo, faciliti sempre più l’accesso al credito e rafforzi le nostre imprese nella competizione. Le aiuteremo, poi, sul piano della chiarezza normativa: con la già ricordata riforma degli incentivi e con una decisa azione per la semplificazione degli adempimenti.
Lazio-International. Internazionalizzare il sistema d’impresa
Il sistema di impresa del Lazio ha nella proiezione internazionale una delle sue grandi possibilità di sviluppo. Il programma Lazio International ha già permesso a molte delle nostre imprese di scoprire nuovi mercati, portarci i propri prodotti, espandere la loro proiezione internazionale. È il risultato di una politica fatta di sostegno alla partecipazione alle fiere, di assistenza da parte di specialisti nell’export, di raccordi con gli attori nazionali, a partire dall’ICE. Una politica che continueremo nei prossimi anni grazie ai 50 milioni di euro previsti nel nuovo Programma FESR 2021-2027.
Commercio, artigianato e reti di impresa
Commercio e artigianato sono parte integrante del nostro sviluppo economico. Perché la loro forza significa crescita e, allo stesso tempo, vuol dire mantenere vivo il tessuto sociale delle nostre città, dei nostri borghi. La nostra azione avrà l’obiettivo di semplificare sempre di più il loro lavoro, partendo da una piena attuazione del Testo Unico del commercio e da un aggiornamento del Testo Unico dell’Artigianato. Attraverso sistemi di incentivi aiuteremo, inoltre, queste imprese a lavorare insieme, ad entrare in contatto con il mondo dell’innovazione e della creatività, a investire sulla qualità e sulle tecnologie, ad arricchirsi nella capacità di offrire a imprese e persone servizi sempre migliori.
Rafforzeremo gli strumenti di tutela delle botteghe storiche, dei mercati rionali, dei mestieri, incentivando la creazione di nuova occupazione con il coinvolgimento di giovani, in modo da non disperdere saperi, identità e conoscenze.
Per rafforzare le attività commerciali e artigianali, sul territorio e di filiera, coinvolgendo anche i Comuni che in questo settore svolgono un ruolo strategico, potenzieremo le reti di impresa e i distretti economici urbani e territoriali. È uno strumento in cui crediamo per la sua capacità di riunire insieme attività produttive e commerciali attorno a specifici progetti e di integrare tra loro elementi economici, infrastrutturali, culturali e sociali del territorio e delle comunità. In quest’ottica interverremo per rendere ancora più efficace lo strumento delle reti di impresa e del contratto di rete. In particolare, oltre ad un sostegno finanziario a questa forma organizzativa, prevediamo un rafforzamento della figura specializzata del “Manager di Rete”, così da incentivare le PMI alla dimensione collaborativa e alla propensione all’innovazione.
Cooperazione, impresa, comunità
La cooperazione va sostenuta. Ne siamo convinti. Perché è un modello in cui crediamo, che porta insieme impresa e valori di comunità, che è nello spirito del tempo. E perché il Lazio è una terra in cui la cooperazione è radicata ed ha punti di eccellenza in ambiti come il socio-sanitario, quello agricolo, del coinvolgimento nel mercato del lavoro delle persone svantaggiate.
Vogliamo dare un sostegno al movimento cooperativo, con tre priorità:
- sostenere le “cooperative di comunità”, per unire impresa e servizio pubblico, con specifica attenzione alle aree interne;
- continuare il sostegno alle forme di Worker Buy Out, un modello che vogliamo rilanciare, ampliando le possibilità di usare il modello del WBO ed aprendo questa possibilità al maggior numero di lavoratori;
- dare attenzione alla Consulta della Cooperazione per avere una politica per la cooperazione che sia all’avanguardia.
Liberi professionisti: da tutelare, da valorizzare
Nel Lazio, i liberi professionisti sono il 39,5% dei lavoratori indipendenti. Sono avvocati, medici, architetti, ingegneri, un pezzo essenziale del nostro mondo del lavoro, della nostra identità economica.
È un settore che è stato toccato in profondità dalla crisi: che ha visto in alcuni casi situazioni di vero e proprio: “caporalato intellettuale”.
È una condizione che consideriamo inaccettabile.
Per questo, primi in Italia, abbiamo riconosciuto a questa categoria l’accesso ai fondi europei e ci siamo dotati di una legge – la n. 6 del 2019 – sull’equo compenso per i professionisti. Abbiamo, inoltre, esteso ai liberi professionisti tutte le agevolazioni dirette alle PMI. e ne sosteniamo con decisione i processi associativi.
Perché il libero professionista “fa impresa” ed è parte essenziale della crescita regionale moderna che promuoviamo. Il tutto è avvenuto con particolare attenzione a libere professioniste e lavoratrici autonome: che possono, ad esempio, usufruire dei buoni per l’acquisto di servizi di baby-sitting e beneficiare delle misure di sostegno all’imprenditoria femminile.
Un impegno chiaro, il nostro, che nei prossimi anni sarà solo più incisivo.
Per una regione delle startup: venture capital, incubatori, collaborazione con le grandi imprese
Negli ultimi anni il Lazio è divenuto una regione delle startup. Il loro numero è cresciuto, tra gli incubatori ed acceleratori della nostra regione ci sono eccellenze nazionali ed europee, le nostre Università e le nostre scuole sono sempre più aperte al fare impresa. Questa tendenza europea è anche merito dell’azione che abbiamo messo in campo con il Programma Startup Lazio, vero e proprio punto di riferimento a livello italiano: 80 milioni di euro che hanno generato nuova impresa e nuova ricerca. È una linea che seguiremo nei prossimi anni con il programma “Lazio Startup 2.0” che avrà come obiettivi:
- aumento del numero di startup, con specifica attenzione a quelle tecnologicamente avanzate, e sostegno ai loro processi di crescita;
- promozione di incubatori nelle nostre Università e nei nostri centri di ricerca;
- crescita degli acceleratori d’impresa pubblici e privati;
- promozione di programmi startup nelle nostre imprese medio-grandi;
- azioni di collaborazione tra startup e imprese ‘tradizionali’;
- iniziative di diffusione della cultura di impresa e startup nelle scuole e nelle Università.
Per condurre questa azione metteremo in rete tutte le risorse disponibili: quelle del PNRR, quelle dei Fondi di coesione, quelli di attori istituzionali come la Cassa Depositi e il Fondo europeo per gli investimenti. Perché se oggi in Europa le startup sono parte integrante della politica industriale europea anche nel Lazio saranno sempre più il perno di uno sviluppo basato sull’imprenditorialità e sull’interazione delle startup con l’intero tessuto produttivo.
Le aree industriali: censimento, ammodernamento, attrazione di investimenti
Il Lazio ha tutti i numeri per attrarre imprese e investitori di qualità dall’estero. Uno dei punti chiave per farlo è rafforzare le nostre aree industriali. Questo significa lavorare, insieme alle imprese, per dare priorità nelle nostre scelte di investimento alle infrastrutture ‘serventi’ al fare impresa: prima di tutto le nostre aree industriali. Queste ultime dovranno divenire zone qualificate e cablate, censite in modo da capire gli spazi disponibili, popolate di attori industriali. In questo un ruolo centrale lo dovrà avere il Consorzio Industriale Unico, che seguiremo nella sua attuazione, che vogliamo attore del censimento e della riqualificazione delle aree, dell’attrazione degli investimenti, del dialogo tra mondo dell’impresa e della ricerca, di un’azione di coordinamento regionale per mettere a sistema le aree industriali dei singoli comuni e definire le disponibilità esistenti per progetti di reinsediamento industriale senza consumo di suolo. In attuazione di uno specifico progetto del PNRR con una dotazione di 17 milioni di euro, le aree industriali dovranno divenire, inoltre, protagoniste in una delle priorità per l’economia laziale dei prossimi anni: quella dell’Idrogeno. Il progetto di creazione di “valli dell’Idrogeno”, su cui sono già impegnate grandi imprese del Lazio nell’ambito di progetti europei, avrà, infatti, nei siti dismessi delle aree industriali un ambito prioritario di localizzazione.
In questa stessa direzione, massima attenzione sarà data all’attuazione del programma “Invest in Lazio”. Questo programma di attrazione di investimenti – ispirato alle migliori pratiche nazionali ed internazionali – si pone un obiettivo essenziale per il Lazio produttivo di domani. Migliorare le condizioni amministrative e finanziarie di chi decide di venire a fare impresa nella nostra regione, puntando ad una presenza di investimenti di qualità sul nostro territorio: sia di investitori nazionali, sia internazionali. Il programma sarà attuato in diretta collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico e dovrà portare nella nostra regione investimenti allineati alle nostre priorità strategiche.
Un centro regionale di politica industriale
Per una Regione come il Lazio – un territorio che è sede di attori industriali di avanguardia a livello internazionale – il nuovo contesto europeo di politica industriale significa dover proiettare la nostra azione in questa dimensione. Ci sono scelte strategiche da compiere, investimenti strategici da attrarre, fondi europei e capitali privati da portare qui. È un passaggio che necessita di un intervento di carattere organizzativo. Per questo la Regione, in collaborazione con le Università del territorio, si doterà di un Centro di Politica Industriale presso l’Assessorato allo Sviluppo Economico.
Il nuovo organismo, che vedrà la partecipazione delle parti sociali, avrà compiti di assistenza all’Assessore competente nelle attività di:
- esame degli indirizzi di politica industriale europea e delle iniziative da adottare per allineare l’azione della Regione alle priorità ed ai nuovi strumenti definiti in sede comunitaria;
- analisi dell’assetto industriale del Lazio;
- individuazione dei settori strategici e delle azioni da intraprendere per i singoli settori, in particolare quelli in transizione;
- definizione degli atti di programmazione;
- raccordo con la Conferenza Stato Regioni;
- raccordo con la Commissione europea;
- esame delle migliori pratiche a livello internazionale con l’obiettivo di introdurle nell’ordinamento regionale.
Il Lazio della Conoscenza: una rete degli istituti di ricerca più forte
La nostra regione è terra di conoscenza. Sono qui le sedi dei più importanti istituti di ricerca italiani. Un vero patrimonio che abbiamo valorizzato e che nei prossimi anni dovremo ancora rafforzare.
Già oggi l’azione della Regione è stata fondamentale per realizzare infrastrutture cruciali per il lavoro dei ricercatori, valorizzare la loro attività, avvicinare il mondo della ricerca a quello dell’impresa. In questi anni il Lazio ha visto un incremento esponenziale delle risorse destinate a quest’ambito e, più in generale, all’economia della conoscenza.
È una strada che proseguiremo con determinazione, convinti che sia qui una delle vocazioni della nostra regione e uno dei fattori di attrazione più essenziali: nel mondo di oggi e di domani.
I prossimi anni saranno in questo senso decisivi per continuare a consolidare la rete di infrastrutture aperte per la ricerca e a riconoscere valore al lavoro dei ricercatori, per far conoscere e integrare le capacità di ricerca del nostro territorio.
Anche grazie alle risorse del PNRR e della nuova programmazione europea, concluderemo progetti cruciali per il futuro della regione: DTT, Rome Technopole e 10 km di scienza.
DTT: Energia pulita del futuro
Il Divertor Tokamak Test (DTT) è un progetto di avanguardia dell’ENEA che la Regione è riuscita ad attrarre negli scorsi anni e che guarda all’energia pulita del futuro. Una realizzazione di livello mondiale che porterà nel nostro territorio 500 milioni di investimenti e che a regime darà impiego a oltre 1500 ricercatori. Un’iniziativa già avviata e che nei prossimi anni entrerà nella sua fase attuativa.
Il Rome Technopole: dalla Conoscenza all’Impresa
Specifica priorità sarà data al progetto del Rome Technopole, un grande hub tecno-scientifico di livello internazionale che può beneficiare delle risorse del PNRR. L’ambizione è realizzare un ecosistema dell’innovazione e della ricerca capace di dare alle imprese del Lazio l’accesso alle migliori tecnologie.
Lo realizzeremo con l’ambizione di farne un’eccellenza del nostro territorio, un volano per la produttività del nostro tessuto di impresa, un caso di successo di collaborazione tra Università, istituzioni, mondo dell’impresa.
“10 km di scienza” per fare del Lazio il Polo europeo della Conoscenza
Un altro progetto strategico riguarda l’area che si estende dal VI Municipio di Roma sino ai Comuni di Frascati e Monteporzio. Hanno qui la loro sede l’Università di Tor Vergata, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). È un territorio di saperi e ricerca unico nel panorama europeo. Sono “10 km di scienza” che rappresentano una vocazione strategica nel mondo di oggi e che valorizzeremo con una finalità chiara: costruire un Polo europeo della ricerca sostenibile.
È questo, infatti, l’obiettivo del progetto “10 km di scienza” che la Regione ha già presentato per il finanziamento del PNRR. Un progetto per promuovere e rafforzare la ricerca che è già sul territorio, sostenere il trasferimento tecnologico e la formazione e insieme riqualificare il territorio con il coinvolgimento della popolazione locale.
Sono tre, in particolare, gli assi tematici:
- rafforzare le strutture di ricerca per le tecnologie chiave per la transizione ecologica e la sostenibilità (energia rinnovabile, salute, cambiamenti climatici), le scienze dello spazio, l’economia circolare, l’archeologia;
- realizzare infrastrutture per la ricerca, l’innovazione, l’incubazione e il trasferimento tecnologico;
- promuovere formazione, sviluppo delle competenze e mantenimento dei talenti con l’introduzione di dottorati industriali per rispondere ad esigenze di innovazione del tessuto imprenditoriale e incentivare l’assunzione di ricercatori da parte delle imprese.
Sviluppo produttivo, transizione ambientale e salvaguardia del territorio: le nuove sfide dell’agricoltura
L’agroalimentare è un comparto fondamentale dell’economia regionale: non solo per il suo peso economico ma per il ruolo di tutela attiva del territorio svolto dalle imprese agricole. Un elemento fondamentale per la qualità della vita della popolazione, anche quella urbana, e, più in generale, per la sostenibilità della nostra regione.
È necessario, dunque, superare i limiti di questo settore, resi evidenti dalle recenti crisi, e affrontare le future sfide: quelle legate all’alimentare, alla sostenibilità ambientale, anche riferita al grande tema delle risorse idriche, all’approvvigionamento energetico, all’utilizzo delle nuove tecnologie. Il tutto evitando ulteriore consumo di suolo, utilizzando pienamente le superfici agricole comprensive di quelle forestali, indirizzando il nostro sviluppo sulle reali vocazionalità dei territori e sul ruolo fondamentale della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. In questo sforzo i fondi del PNRR e quelli dei Fondi europei specializzati sono una grandissima occasione. Nei prossimi anni il nostro compito sarà investirli al meglio lungo le seguenti linee di azione.
Un’amministrazione moderna per l’agricoltura moderna: quadro normativo e organizzazione
Se vogliamo essere al passo con l’evoluzione del mondo agricolo è necessario, prima di tutto, un impegno di modernizzazione dell’organizzazione amministrativa ‘per’ la nostra agricoltura.
Sul punto ci sono diversi passi davanti a noi:
- sviluppo della Direzione Regionale Agricoltura quale interfaccia amministrativa unica, anche grazie al ricorso a una sussidiarietà orizzontale con i soggetti operanti nel settore quali i Centri di Assistenza Agricola (CAA);
- sostegno alla crescita degli sportelli unici per l’agricoltura a livello comunale e intercomunale;
- promozione di ARSIAL quale vera e propria piattaforma di supporto tecnico alla stessa direzione e al settore;
- definizione del Testo Unico dell’agricoltura, superando le attuali 70 leggi, e del Piano Agricolo Regionale, fondamentale strumento per uno sviluppo programmato del settore e del territorio agricolo con specifiche attenzione a filiere e utilizzo dei fondi europei;
- sviluppo del sistema autorizzativo regionale di recente approvazione: per assicurare certezza, semplificazione e riduzione dei tempi delle procedure amministrative;
- consolidamento della “Banca della terra”, fondamentale per il pieno utilizzo produttivo delle superfici agricole e forestali regionali sottraendole anche alle varie forme di degrado;
- attuazione di un sistema informativo regionale, collegato ad altri sistemi già operanti, fondamentale per una acquisizione strutturata dei dati;
- predisposizione di una “Piattaforma della conoscenza” per la messa a sistema della ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica generata da centri di ricerca localizzati sul nostro territorio quali il CREA e l’Università della Tuscia e per il trasferimento di questa conoscenza al settore produttivo.
Far crescere l’impresa agricola laziale
Una questione chiave è quella della dimensione media della nostra impresa agricola – ancora eccessivamente modesta, atomizzata – e dell’aggregazione delle produzioni. Insieme ad essa vi è il tema di promuovere il ricambio imprenditoriale per non sprecare le grandi opportunità che il settore può offrire ai giovani e alle donne. Da qui un ruolo cruciale del settore pubblico.
Il nostro obiettivo è, prima di tutto, ampliare gli strumenti di accesso al credito per le imprese del settore, facilitare il rapporto con il sistema bancario, sostenere i processi di transizione, generazionale e non solo.
In questo momento di trasformazione dell’impresa agricola è inoltre cruciale l’attività di assistenza tecnica. Dobbiamo facilitare le opportunità offerte dalla Regione e dall’Europa e le scelte di investimento. A partire da quelle di specializzazione produttiva, con particolare riferimento alle filiere, all’ingresso sui nuovi mercati, alla diversificazione verso un’agricoltura che possa offrire un’ampia gamma di servizi, anche effettuati in collaborazione con soggetti specializzati, come l’agriturismo, la ricettività turistica, le fattorie didattiche, la manutenzione ambientale, i servizi ecosistemici. Specifica attenzione va data al contributo all’economia circolare, in particolare sulla gestione dell’energia, dell’acqua e della sostanza organica per la fertilità dei suoli. Per questo aumenteremo il dialogo tra impresa agricola e mondo dell’innovazione con voucher per l’acquisto di servizi innovativi e maggiore collaborazione con le Università e i centri di ricerca.
La crescita delle imprese agricole passa, poi, dalla loro capacità di attirare la manodopera necessaria. È un processo che va sostenuto con politiche mirate come ad esempio:
- la promozione di una maggiore collaborazione fra mondo agricolo e ITS, in modo da formare all’uso delle tecnologie dell’agricoltura digitale e di precisione;
- un incremento dell’efficacia nell’utilizzo del Fondo europeo per lo sviluppo rurale, in particolare delle risorse destinate all’approccio Leader, per rendere le zone rurali più attrattive, più connesse, con un alto livello di servizi;
- il sostegno all’ingresso dei Gruppi di Azione Locale (GAL) laziali nella rete europea per lo sviluppo rurale (ELARD) per la condivisione di idee e progetti da finanziare tramite le risorse programmate per il Leader.
L’agricoltura di precisione
In questo tempo di trasformazione dell’agricoltura specifica attenzione va data alla questione di Agricoltura 4.0. È qui, per molti versi, la sfida del Lazio: far parlare il mondo dell’agricoltura, piccoli e grandi imprenditori e ricerca scientifica. Sempre più le tecnologie consentono un’agricoltura di precisione che tiene insieme sostenibilità e redditività. E noi vogliamo mettere a disposizione degli agricoltori del Lazio queste tecnologie, per far marciare di pari passo aumento degli standard quali-quantitativi e sostenibilità dell’attività agricola.
Questo significa, prima di tutto, accelerare sulla rete 5G in tutto il territorio.
Insieme a questo sforzo infrastrutturale vanno incentivati investimenti produttivi in questa direzione con contributi provenienti dal bilancio regionale, da quello statale, da quello europeo: ed in questo senso già oltre 100 milioni di euro della prossima programmazione FEASR/PSR sono pronti per sostenere questa tipologia di investimenti.
Oltre alle reti ed agli investimenti ci devono essere, proprio su questo punto, due ulteriori azioni:
- assistenza tecnica per guidare gli agricoltori del Lazio attraverso i dati, la loro analisi, il loro utilizzo per migliorare l’efficacia delle produzioni;
- formazione di una manodopera sempre più capace di usare le nuove tecnologie.
La logistica agroalimentare e le grandi istituzioni internazionali dell’alimentazione: un patrimonio del Lazio
Sono presenti nella Regione Lazio due grandi piattaforme logistiche: il CAR di Roma e il MOF di Fondi. I prossimi anni vedranno il consolidamento dei loro processi di crescita con lo sguardo ai grandi flussi commerciali internazionali e con l’obiettivo di fare di queste strutture il primo grande strumento di sostegno ai prodotti della nostra agricoltura. Determinanti saranno le risorse assegnate nell’ambito del PNRR ai progetti presentati al Mipaaf dai due mercati e finanziati per un totale di oltre 13 milioni di euro. È un passaggio essenziale per rinsaldare il legame con i consumatori del Lazio e, insieme, per conquistare nuovi mercati, anche attraverso una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità, come è il caso del polo del cibo fresco e sostenibile promosso dal CAR. Nei prossimi anni bisognerà dare seguito al protocollo con la Città Metropolitana di Roma e il Comune di Guidonia Montecelio e agli investimenti programmati per ridisegnare il futuro del CAR e farne uno dei grandi poli europei dell’agroalimentare.
Il Lazio – con la presenza della FAO e delle altre organizzazioni mondiali di questo settore – è ‘città del Cibo e dell’alimentazione’. È una vocazione cui va riconosciuto pieno sviluppo con progetti di cultura dell’alimentazione di dimensione internazionale. Il Brand prevederà manifestazioni e progetti dedicati alla centralità del tema dell’alimentazione; iniziative promozionali delle eccellenze agricole del Lazio in una dimensione nazionale e internazionale; la specializzazione in quest’ambito della nostra offerta turistica.
Le nuove aree dell’agricoltura: distretti e biodistretti…
I distretti agroalimentari sono sistemi produttivi locali in cui imprese agricole ed agroalimentari operano intorno a una o più produzioni certificate o a produzioni tradizionali e tipiche. A questi si aggiungono i biodistretti, ormai distribuiti in buona parte della regione, che possono diventare importanti poli di sviluppo per le produzioni green.
L’origine e la tracciabilità sono essenziali. Nel settennato della programmazione europea per l’agricoltura appena concluso, la Regione Lazio ha investito oltre 200 milioni di euro per il comparto biologico con il finanziamento di circa 6700 aziende. Siamo diventati la terza regione bio in Italia. Il tema dell’agricoltura biologica e il cibo sano saranno centrali nella programmazione dell’agricoltura futura. Il connubio cibo-salute è un obiettivo di cui si deve far carico il sistema pubblico e produttivo complessivamente inteso: istituzioni, enti locali, mondo della ricerca, organizzazioni di rappresentanza associativa, agricoltori.
In particolare, daremo sempre maggiore impulso agli obiettivi fissati con la legge regionale n. 11/2019 “Disposizioni per la disciplina e la promozione dei biodistretti”, che ha individuato e riconosciuto dieci biodistretti ai quali è stato dedicato anche un bando specifico e la Regione aderirà al nuovo marchio biologico italiano previsto dalla Legge n. 23 del 9 marzo 2022.
Oltre alla certificazione biologica vanno promosse altre forme di agricoltura integrata e buone pratiche agricole.
Il Lazio può vantare di coprire tutto lo spettro delle produzioni agricole, da quelle orticole, le più grandi ed organizzate, sino alla frutta in guscio, con la nocciola, al vino, al kiwi, all’olio di oliva, che copre buona parte del territorio, al latte ed al settore caseario.
Tutte queste filiere saranno sostenute, tutelate, promosse nelle necessarie trasformazioni che il cambiamento del clima sta imponendo, accompagnate nella competizione del mercato globale.
Agricoltura sociale e orti urbani
Guarderemo con attenzione a settori che stanno assumendo sempre più centralità.
Innanzitutto quelli dell’agricoltura sociale e di comunità, che sta dando un grande contributo anche alle categorie sociali più deboli integrandole nelle attività agricole. È uno sviluppo che promuoveremo adeguando il quadro normativo definito con la l. n. 141 del 2015 e con incentivi dedicati a questo aspetto dell’agricoltura multifunzionale.
E, infine, particolare attenzione sarà data all’agricoltura urbana e periurbana, con le importanti funzioni sociali e di servizio e gli orti urbani. Nella nostra Regione le aree agricole collocate all’interno e intorno alle maggiori città sono delle opportunità. Sono zone in cui è possibile avviare iniziative economiche e di carattere sociale, con l’effetto aggiuntivo di contribuire a mantenere e tutelare il territorio. Con questo obiettivo sosterremo la realizzazione di nuove realtà di agricoltura sociale, per garantire servizi alla persona che possano diventare parte integrante del sistema di welfare regionale. In parallelo la nostra azione sarà anche destinata ai parchi agricoli e orti urbani anche attraverso incentivi per sviluppare e consolidare realtà economiche e sociali attive in questi contesti.
Promozione dei prodotti tipici del Lazio, filiera corta e buona ristorazione
Ad oggi abbiamo 3 DOCG, 27 DOC e 6 IGT nel settore wine e 16 DOP, 13 IGP, 3 STG nel settore food. Registriamo inoltre 456 prodotti agricoli tradizionali.
È un patrimonio che dobbiamo valorizzare. Nei prodotti tipici c’è una stratificazione di saperi, di storie, di paesaggi, tradizioni e capacità di innovare: per questo, le eccellenze enogastronomiche vanno considerate come un fondamentale volano di sviluppo territoriale diffuso. Anche perché la loro valorizzazione innesca circoli virtuosi, facendo rete con tanti altri settori, a partire da uno tra quelli che in questi mesi hanno più sofferto per la crisi, come il turismo.
Con questa consapevolezza la Regione Lazio ha investito molto nel riconoscimento dei regimi di qualità, geografici, tipici, tradizionali. L’elenco delle denominazioni regionali è, in questo senso, un importante risultato di ascolto, consulenza, assistenza amministrativa ai richiedenti la denominazione che è stata operata in stretta collaborazione con l’Agenzia Arsial.
Nei prossimi anni proseguiremo con gli investimenti per il riconoscimento della qualità made in Lazio. È fondamentale proseguire con l’opera di promozione di questi prodotti, accompagnando e sostenendo le nostre imprese nella partecipazione alle più importanti fiere nazionali ed internazionali di settore. In questa legislatura abbiamo finanziato 572 espositori nelle 28 fiere più importanti del comparto agroalimentare con un sostegno di oltre 6 milioni di euro. Proseguiremo su questa direzione accompagnando in particolare le PMI, affinché l’individuazione ed esplorazione di nuovi mercati non sia una prerogativa solo dei grandi gruppi.
Confermeremo e svilupperemo inoltre una misura che sta avendo una risposta importante nei territori della nostra regione: il “BONUS LAZIO KM0”, a sostegno delle attività di ristorazione, dell’industria e del commercio alimentare e delle bevande che utilizzano e/o somministrano prodotti alimentari del Lazio.
Promuoveremo inoltre le “Strade del vino” e gli itinerari enogastronomici che mirano a valorizzare i prodotti tipici laziali e a stimolare il connubio con il turismo.
Agricoltura=Energia
Il nostro obiettivo è cogliere tutte le opportunità che caratterizzano la produzione di energia rinnovabile (FER) nel mondo dell’agricoltura. Accanto ad una azione sul risparmio energetico. lo sviluppo delle FER è incentrato sull’utilizzo di prodotti o superfici idonee (tetti degli edifici e l’utilizzo del suolo agricolo).
Il principio è la contemperazione delle necessità, con la produzione energetica che non dovrà produrre un effetto sostituzione sul tradizionale ruolo di produzione di derrate alimentari. La produzione di FER tramite la diversificazione delle attività agricole con l’agrofotovoltaico è esempio di tale contemperazione e nuova frontiera dello sviluppo della produzione energetica agricola.
In questa direzione promuoveremo tutte le modalità aggregative o di collaborazione tra produttori con i soggetti consumatori: quali comunità energetiche, distretti produttivi, biodistretti.
Adattamento al cambiamento climatico, agli choc sanitari e coabitazione con specie selvatiche
I cambiamenti climatici producono stravolgimenti negli equilibri ecosistemici che impattano in maniera rilevante sull’attività agricola.
La Regione definirà in questo senso una legislazione avanzata sul punto e un piano integrato di monitoraggio e intervento per il contenimento degli effetti delle mutazioni del clima che comprenda:
- la costituzione di un tavolo permanente per la gestione della risorsa idrica;
- la definizione di un Piano regionale per l’utilizzo delle acque reflue e la diffusione degli impianti a goccia a bassa portata più efficienti di quelli a pioggia;
- politiche di contrasto della peste suina e dell’influenza aviaria, rafforzando le misure di biosicurezza negli allevamenti, aumentando i controlli dell’applicazione delle regole di biosicurezza, formando gli allevatori e la cittadinanza con l’obiettivo prioritario di evitare gli abbattimenti di massa;
- interventi di protezione degli allevamenti e dei raccolti dalla fauna selvatica.
Il Mare: l’oro blu del Lazio
Il Lazio ha nell’economia del Mare uno dei suoi asset strategici, a confermarlo sono i numeri che nel 2020 registrano un valore aggiunto di 8,1 miliardi di euro, il 15,8% del valore aggiunto italiano generato nel comparto. È questa consapevolezza che ha guidato la strategia e l’impegno della Regione negli ultimi anni:
- con l’istituzione della Cabina di Regia dell’Economia del Mare, con il compito di coordinare e integrare le diverse politiche settoriali della Blue economy;
- con l’individuazione delle nuove zone costiere di Civitavecchia, Pomezia, Aprilia-Latina e Fondi-Gaeta – oltre a quella di Ponza-Ventotene, confermata dal settennato 2014-2020 – come zone eleggibili a seguito dell’adozione della nuova Carta degli Aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027. Saranno qui ammissibili agevolazioni agli investimenti – sia a favore delle grandi imprese, sia a favore delle PMI – in termini più alti rispetto al resto del territorio regionale;
- con l’inserimento dell’Economia del Mare nella Strategia di Specializzazione Intelligente (RIS3) per il 2021-2027, una scelta che permetterà alle imprese del settore di partecipare a bandi a sostegno delle attività produttive a valere sul Programma regionale FESR;
- con l’adozione del Piano di Sviluppo Strategico per l’istituzione della Zona Logistica Semplificata (ZLS) di Civitavecchia, che consentirà alle imprese già operative e a quelle di nuovo insediamento di beneficiare di procedure semplificate e regimi procedimentali speciali delle Zone Economiche Speciali (ZES) e che dovrà essere approvata nel 2023 al termine del negoziato con il Governo nazionale;
- con la realizzazione del Politecnico del Mare di Ostia e il finanziamento di percorsi di dottorato industriale;
- con le risorse destinate alla riqualificazione dei comuni del litorale e per la realizzazione di nuove piste ciclabili – a Cerveteri, Santa Marinella, Fiumicino, Ladispoli, Sabaudia, San Felice Circeo – così come per il sostegno all’avvio delle stagioni balneari;
- con la recente approvazione della legge regionale sulla Blue economy, che ha stanziato risorse per lo sviluppo di un’economia circolare e sostenibile del litorale e dell’intero ecosistema acquatico della Regione Lazio e per il finanziamento al sostegno agli investimenti innovativi delle imprese, la creazione di nuove imprese giovanili e femminili e la realizzazione di un coordinamento delle Università del Lazio per garantire la formazione di alte professionalità in ambito della Blue Economy;
- con gli investimenti in alta formazione e specializzazione tecnica post diploma degli Istituti Tecnici Superiori di Gaeta (ITS Tecnologie per il Mare e la logistica) e Civitavecchia (ITS Energia);
- con la Pianificazione dello Spazio Marittimo (il “Piano regolatore del mare”), che individua le aree destinate alla pesca, all’acquacoltura, al trasporto marittimo e alla portualità, alla protezione dell’ambiente e delle risorse naturali, all’attività turistica costiera e marittima, alla produzione di energia e all’estrazione di materie prime, alla tutela del paesaggio e del patrimonio culturale;
- con la finalizzazione, ormai prossima, delle risorse del nuovo Programma nazionale del Fondo Europeo Affari Marittimi Pesca e Acquacoltura (FEAMPA 2021-2027).
Quello che ci attende nei prossimi anni è un impegno attuativo enorme, che va portato avanti insieme agli interventi regionali per il ripascimento delle spiagge e al rafforzamento delle infrastrutture portuali. È un percorso già tracciato grazie ad un forte impianto strategico di programmazione, che proseguiremo con la massima convinzione.
Per questo la prossima giunta vedrà l’istituzione di un Assessorato all’Economia del Mare, competente all’attuazione di questo programma. Al nuovo Assessorato saranno attribuite le deleghe oggi divise tra diversi Assessorati in materia di blue economy e valorizzazione del sistema costiero sotto l’aspetto ambientale, infrastrutturale, trasportistico e urbanistico. Sarà, inoltre competente, ai rapporti con il livello statale ed europeo su questa tematica cruciale per il nostro futuro.
Ambiente
Il territorio è la nostra forza e la nostra sfida. La nostra forza perché il Lazio è una regione bellissima e perché la bellezza è una delle caratteristiche che identificano la nostra regione nel mondo. La nostra sfida perché il nostro è un territorio difficile, contraddittorio, in cui convivono una grande città del mondo come Roma, città medie con problemi e opportunità specifici e, insieme, una rete di moltissimi piccoli comuni, che custodiscono ancora oggi tradizioni e saperi unici al mondo ma affrontano, spesso con difficoltà, una fase storica difficile per le realtà interne e i cosiddetti centri minori. Il Lazio è, inoltre, una regione fatta di territori tra loro diversissimi, che vanno dalla montagna al mare, dove coesistono centri di ricerca e aziende ad alto tasso di innovazione insieme a tradizioni millenarie. E, soprattutto, è un territorio che per vocazione e caratteristiche può essere un modello nella sfida per l’ambiente e per la sostenibilità.
Il nostro obiettivo in questi anni è stato “ricucire” questo territorio: ricucire i quartieri delle città tra di loro; ricucire i borghi lontani migliorando i trasporti, i servizi e le possibilità di vita attiva; ricucire la montagna e il mare; ricucire i luoghi costruiti con la natura. Perché solo così potremo pensare al Lazio come una regione armoniosa, solo così non ci saranno luoghi ‘lasciati indietro’, solo così possiamo tenere insieme la crescita e lo sviluppo con la coesione, con il senso di comunità, con la partecipazione.
Non è un compito facile, perché è un’azione che deve tenere in un quadro unitario infrastrutture e servizi, deve guardare ad esigenze diverse e farle convivere con le soluzioni più giuste, deve ‘parlare’ a realtà urbane e a borghi di pochi abitanti, mantenendone le caratteristiche e trasformandole in luoghi delle attività economiche, dello scambio culturale e delle tradizioni, dell’innovazione.
Garantire diritti inviolabili e contrastare le differenze, il nostro principale obiettivo nei prossimi anni, ha qui, nella programmazione e nella trasformazione del territorio uno dei punti essenziali. La pianificazione sarà una occasione per aderire sempre di più ai principi fondamentali della Costituzione: il territorio istituzionale, come luogo di realizzazione della formazione sociale; il territorio come luogo dove si realizza il sogno delle pari dignità sociale e dell’eguaglianza di tutti i cittadini; il territorio come luogo di cultura per tutti e di tutti, per sapere apprezzare il rapporto tra il passato ed il presente.
La direzione di marcia che abbiamo impresso in questi anni è chiara. Prima di tutto per quanto riguarda l’azione nelle periferie e le politiche abitative. Nell’investimento più rilevante degli ultimi trent’anni abbiamo creato nuovi alloggi, avviato la loro rigenerazione sostenibile, la loro connessione con la fibra per abbattere il digital divide, misure di housing sociale e di sostegno alla locazione per le famiglie non abbienti. Con 155 milioni di euro stiamo realizzando: 700 nuovi alloggi; interventi edilizi di manutenzione straordinaria (Tor Bella Monaca, Laurentino e Quarticciolo); il completamento di ecomostri abbandonati, senza consumo di suolo, tra i quali Tor Vergata, Sagunto e Torrevecchia; l’attuazione dei progetti Playground per la realizzazione di aree gioco; la realizzazione di infrastrutture e reti dati ad alta velocità (raggiunte circa 15.000 unità abitative) con la fibra ottica. Oltre a questo siamo stati i primi in Italia ad avviare 50 milioni di euro di cantieri ricorrendo al Superbonus 110%, con l’obiettivo di efficientare più di 1.000 appartamenti. E, ancora, ci sono state le opere di urbanizzazione primaria – strade, marciapiedi, illuminazione pubblica, tombini e sistemi fognari – destinate ai Piani di zona.
Ma non sono stati anni solo di investimenti. Abbiamo definito regole più semplici e contrastato l’abusivismo. C’è stato un impulso continuo all’azione di riqualificazione e rigenerazione nelle periferie, per renderle più vivibili attraverso un rapporto diverso con la natura, grazie alla creazione di nuovi spazi verdi e la piantumazione di alberi. Abbiamo definito per la prima volta una vera politica per i piccoli comuni: per il potenziamento dei loro raccordi con le città. Un investimento in innovazione diffuso sul territorio per portare opportunità. C’è stata un’azione continua per sostenibilità ambientale e prevenzione del dissesto idrogeologico. E, poi, un’attenzione precisa all’area del Sisma, un territorio in cui dobbiamo fare ancora di più, ma dove i segni della ricostruzione sono tangibili.
Questa è la direzione. Per un Lazio che sia rete: di territori, di capacità, di senso di comunità.
Avanti con la semplificazione, le regole certe e la trasparenza nell’urbanistica
L’urbanistica è il settore in cui più è necessario un quadro di regole certo. Per contrastare l’illegalità, per adeguare patrimonio edilizio e territorio alle regole della sostenibilità, per assicurare i diritti più essenziali: quelli alla casa, alla qualità dell’abitare, al paesaggio.
La nostra azione negli scorsi anni ha semplificato il quadro. Abbiamo un Piano paesaggistico, meccanismi di attuazione nuovi e più semplici, strumenti tecnologici per controllare il territorio, strutture potenziate per il rilascio di autorizzazioni dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Ci sono organismi come l’Ufficio rappresentante unico ricostruzione, Conferenze di Servizi dedicate, l’Ufficio speciale per la Rigenerazione urbana, che sono diventati un punto di riferimento chiaro: per operatori e cittadini.
La macchina amministrativa della Regione va, dunque, nella giusta direzione. Ma la sua azione va rafforzata nei prossimi anni, per un quadro di regole ancora più semplice e un’attività di assistenza veloce per sostenere i processi di rigenerazione del nostro territorio, anche attraverso una progressiva digitalizzazione dei servizi.
Per completare il lavoro di semplificazione fatto negli anni passati è oggi necessario attuare il Regolamento Edilizio Regionale Tipo e approvare una legge urbanistica snella ed innovativa che permetta di abrogare le circa 50 leggi regionali in materia ancora vigenti. Un testo unico chiaro ed efficace che dia la certezza per le trasformazioni territoriali, senza consumo di ulteriore suolo.
Rigenerazione delle periferie e politiche abitative
Sulle periferie e sulle politiche abitative abbiamo realizzato l’intervento più significativo degli ultimi trent’anni. Ed è su questo quadro che continueremo a battere: in collaborazione costante con Roma Capitale, investendo le risorse del PNRR, ascoltando i cittadini per condividere con loro le nostre scelte. Saranno anni di investimenti e di iniziative, di riconoscimento di diritti e di contrasto all’illegalità, di un lavoro a stretto contatto con il mondo dell’associazionismo territoriale, molto spesso l’anima di questi quartieri, il punto di raccordo delle migliori energie: nell’impegno civile, in quello sportivo, nella valorizzazione dei singoli territori. In quest’ambito si lavorerà nella direzione della co-progettazione, che prevede la costruzione del vicinato, il coinvolgimento nelle fasi di progettazione degli abitanti che vivranno nel quartiere per individuare le soluzioni migliori per concorrere a tre obiettivi: benessere, inclusione, salubrità.
Azzeramento del consumo di suolo netto
La rigenerazione urbana è la leva per il recupero del patrimonio costruito – per migliorarne la qualità, l’efficienza energetica e idrica, la sicurezza sismica e la dotazione tecnologica – per la promozione di politiche urbane integrate e sostenibili, la tutela dell’ambiente e del paesaggio e la salvaguardia delle funzioni ecosistemiche del suolo che, in coerenza con gli obiettivi europei, dovrà vedere azzerato il suo consumo netto entro il 2050.
Vogliamo favorire il riuso edilizio di aree già urbanizzate nonché dei complessi edilizi e di edifici pubblici o privati in stato di degrado o di abbandono – anche con interventi di demolizione e ricostruzione in siti diversi – perché siamo convinti che sia la strada maestra per migliorare il tessuto urbano e contribuire alla mitigazione e all’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici nelle città.
Una legislazione nuova per il diritto all’abitare
Promuoveremo una legge quadro di riordino generale per:
- semplificare le procedure amministrative per l’assegnazione delle case popolari e fornire risposte in tempi rapidi a chi attende da troppi anni in graduatoria (attualmente circa 12.000 persone);
- prevedere (i) l’acquisto di nuovi alloggi da enti e/o invenduto di terzi e (ii) la razionalizzazione del patrimonio pubblico (per oltre 4.000 unità immobiliari) da mettere a disposizione dei nuclei familiari in graduatoria;
- promuovere nuove formule di locazione per le fasce intermedie, anch’esse colpite dalla crisi degli ultimi anni, alle quali saranno destinati 1.000 alloggi (social housing);
- programmare interventi di manutenzione, rigenerazione urbana ed efficientamento energetico, con ulteriori finanziamenti regionali per circa 200 milioni, oltre al recupero e alla riqualificazione di aree verdi attrezzate, per dare un nuovo volto agli insediamenti di edilizia popolare e renderli un luogo dignitoso e socialmente vitale in cui abitare, così come è stato fatto in tanti quadranti delle nostre città, attraverso percorsi di condivisione con i cittadini;
- istituire l’Agenzia per la Casa e le “Agenzie per l’Abitare”: una struttura a rete per verificare la situazione complessiva dell’abitare nella nostra regione ed uno sportello di prossimità per dare servizi e risposte al cittadino in tempo reale.
Il patrimonio dei piccoli Comuni e delle aree interne
Il Lazio “dell’osso”, come avrebbe detto Manlio Rossi Doria, è quello dei piccoli comuni e delle aree interne. Per troppo tempo è stato un Lazio dimenticato. Ed invece – in un tempo di turismo diffuso, di sostenibilità, di possibilità di ‘lavoro agile’ sempre più conosciute – si tratta di una parte del nostro territorio in cui si annidano ricchezze e potenzialità. Il lavoro da fare per sfruttarle è chiaro: assicurare trasporti e collegamenti fisici e immateriali e, insieme, lavorare alla rigenerazione dei nostri borghi e dei nostri piccoli comuni; creare impresa; contrastare lo spopolamento, preservare le tradizioni territoriali; far crescere la consapevolezza delle enormi possibilità che i territori del Lazio hanno in questa fase storica.
Per tutto questo il “Programma Piccoli Comuni” diventerà ancora più forte: più risorse, una maggiore centralità nell’organizzazione regionale dell’Ufficio piccoli comuni, una valutazione di impatto geografico delle norme che la Regione adotta.
In particolare promuoveremo azioni:
- di rafforzamento amministrativo;
- per mettere in rete i piccoli Comuni, con la messa a sistema delle risorse di personale ed incentivi alla gestione coordinata dei servizi;
- di infrastrutturazione per superare un isolamento che impoverisce e allontana;
- di recupero e valorizzazione dei centri storici;
- di riqualificazione energetica, incentivando le comunità energetiche e gli screening energetici per arrivare a valorizzare il patrimonio delle amministrazioni territoriali;
- per l’ulteriore rafforzamento dei servizi Cotral, delle iniziative per la promozione turistica, del diritto all’istruzione, alla salute e ai trasporti con il sostegno a uno sviluppo produttivo e occupazionale che valorizzi le vocazioni dei territori.
È questo il cuore della Strategia Nazionale Aree Interne. Nel Lazio sono già in fase di realizzazione gli interventi finanziati in quattro aree (Valle di Comino, Monti Simbruini, Monti Reatini, Alta Tuscia – Antica Città di Castro). Altre due aree sono state recentemente ammesse al finanziamento nazionale e definiranno le strategie di sviluppo nel 2023 (Monti Lepini e Monti Prenestini, Valle del Giovenzano e Alta Valle del Sacco). Un’ulteriore area (Etrusco-Cimina) è risultata ammissibile al finanziamento e l’intesa tra Governo e Regioni è volta a garantire la copertura anche alle ‘terze aree non finanziate’. A regime, saranno 134 su 378 totali i comuni del Lazio coinvolti: un programma cruciale per contrastare e invertire la dinamica di spopolamento dei piccoli centri e delle aree montane, per valorizzarne le unicità storiche, architettoniche e paesaggistiche, per garantire presidio e tutela di territori fragili e meravigliosi.
La rinascita dell’area del sisma
La ‘ferita’ del Lazio è l’area del sisma. La programmazione e l’avvio di un grande progetto per far rivivere a pieno i territori e le comunità colpiti dal terremoto del 2016 è stata complessa e ha richiesto tempo. Oggi però, finalmente, si vede il segno della ripartenza. Oggi il quadro è finalmente diverso: più di 1500 cantieri aperti, 400 opere pubbliche finanziate per oltre 400 milioni di euro investiti. L’ospedale di Amatrice, il suo centro di formazione alberghiero, il complesso del Don Minozzi sono in via di realizzazione. Sono elementi singoli di un progetto complessivo, che ha l’obiettivo di portare nell’area di Rieti sviluppo e coesione, imprese e Università, infrastrutture viarie e ferroviarie. I prossimi anni vedranno la realizzazione di questo disegno, l’attenzione dell’amministrazione per questo pezzo del nostro territorio, il lavoro per attrarre turismo ed investimenti. Il Contratto Istituzionale di Sviluppo per le aree del terremoto con 22 milioni di euro e il Piano Nazionale Complementare con 122 milioni di euro porteranno interventi di riqualificazione e rilancio socioeconomico nell’area del cratere laziale: un ulteriore, fondamentale tassello per curare le ferite di questo territorio.
La Regione metterà a sistema le banche dati conoscitive su dati geologici e sismici che l’attività di ricostruzione pubblica e privata sta acquisendo e che potranno evidenziare una conoscenza sistemica del territorio del cratere sismico, fornendo così basi scientifiche agli Enti di ricerca. Si intende promuovere, inoltre, sistemi di conoscenza puntuale e digitale delle conseguenze degli eventi sismici sul tessuto edilizio pubblico e privato, grazie ad un monitoraggio puntuale su base territoriale, con il coinvolgimento di centri di ricerca specializzati.
Per la prevenzione dei disastri naturali: misure contro il rischio idrogeologico e l’erosione costiera
Il nostro territorio è fragile. Ha bisogno di cura. Abbiamo le risorse del PNRR, del Fondo sviluppo e coesione e dei Fondi strutturali per affrontare questa emergenza: quasi 300 milioni di euro dedicati alla messa in sicurezza dei versanti collinari e montani più a rischio e il ripascimento delle spiagge flagellate da un’erosione che, insieme alla sabbia, porta via turismo dal litorale. L’impegno dei prossimi anni è investire queste risorse con una programmazione attenta, in maniera rapida, con una scala di priorità ben definita.
La qualità dell’acqua: reti idriche, potabilizzazione e depurazione
Gli ultimi dati Istat relativi al 2018 sulla dispersione dell’acqua prelevata alle sorgenti a causa della fatiscenza delle reti di distribuzione restituiscono un quadro drammatico che nel Lazio (53,1%) è anche peggiore della media nazionale (42,0%).
Il tema è centrale nella destinazione delle risorse del PNRR che, per i diversi investimenti, connessi ha già destinato al Lazio oltre 305 milioni di euro ai quali intendiamo aggiungere ulteriori 115 milioni della programmazione FSC 2021-2027 per l’ammodernamento delle reti e gli investimenti in depurazione, utilizzando anche sistemi di smart water metering per la tempestiva individuazione delle perdite e il costante controllo della qualità dell’acqua.
A questi investimenti – tra i quali centrale è l’intervento per il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera che dovrà garantire autonomia idrica all’intero bacino della Capitale – si affiancherà l’impegno per un Piano di gestione delle acque meteoriche che preveda: a) incentivi per la realizzazione di opere volte a diminuire la quantità e rallentare la velocità di scorrimento delle precipitazioni, e b) interventi per la raccolta ed il riutilizzo delle acque piovane anche tramite il loro reinserimento non in fogna ma in falda.
L’obiettivo di garantire una compiuta tutela dei sistemi idrici, infine, passerà anche per la conferma dell’impegno della Regione nella promozione e nel coordinamento dei contratti di fiume.