SANREMO 2023

Sanremo 2023, il monologo sulla maternità di Chiara Francini al Festival

11 febbraio 2023 | 01:39
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Sanremo 2023, il monologo sulla maternità di Chiara Francini al Festival

Dialogo con un figlio immaginato, tra interrogativi e sofferenza: “So e quasi spero che se sarai maschio sarai gay, e ti amerò così tanto. Però forse preferirei non lo fossi, perché sarà più difficile e io vorrei che per te fosse facile”

Sanremo – “Signore e signori, Chiara Francini!” Così Amadeus ha presentato la famosa attrice, ma…dal backstage dell’Ariston nessuna traccia.  “Ama” ha dunque deciso di mettersi in proprio per andarla a cercare. “Non ha sentito…”  ha detto all’orchestra e al pubblico divertito.

Chi è attore, in fondo, lo è nell’anima: l’entrata in scena di Chiara Francini è teatrale e simpatica, come nel suo stile, seduta in prima fila di fronte al palco. “Mamma, devi registrare da questo momento” è il messaggio che l’attrice rivolge alla telecamera. “Sul palco cercherò di portare tutta la Chiara che ho”  ha detto nella conferenza stampa di qualche ora fa, come effettivamente dimostrato dal suo monologo, tutto incentrato sulla maternità.

Essere donna ma non essere madre, per scelta o meno. E sentirsi sbagliata per questo, un tabù che ancora resiste in una società in cui le donne senza figli sono sempre più numerose. E’ il tema che Chiara Francini ha scelto per il suo monologo al festival di Sanremo. “Arriva un momento della vita in cui è chiaro che sei diventato grande: quando hai un figlio. Ora, io un figlio non ce l’ho, però credo sia una cosa dopo la quale è chiaro che non potrai più essere più giovane come lo eri a sedici anni, col liceo, la discoteca e il motorino. E c’è un momento in cui tutti intorno a te cominciano a figliare. È una valanga”, sottolinea.

Quando un’amica ti dice che è incinta e tu non lo sei mai stata, “non sai mai che faccia fare, c’è come qualcosa che ti esplode dentro, un buco. E mentre accade tutto questo, tu devi festeggiare, perché la gente incinta è violenta e vuole solo essere festeggiata. E non c’è spazio per la tua paura, per la tua solitudine. Tu devi festeggiare. Come l’albero di Natale che tengo acceso tutto l’anno in salotto, del tutto insensato”. Poi arriva la consapevolezza che il tempo passa e che “se non mi sbrigavo io, forse, un figlio non lo avrei mai avuto. E se anche mi sbrigavo, poi, non era mica detto. Perché anche quando ti ti decidi magari il corpo ti fa il dito medio e tu, allora, rimani col dubbio di aver sbagliato, di aver aspettato troppo, di essere una fallita”.

“Essere donne è un’avventura meravigliosa”. Si arriva così a immaginare un figlio e a rivolgersi a lui, “se viene troppo diverso da me? So e quasi spero che se sarai maschio sarai gay, e ti amerò così tanto. Però forse preferirei non lo fossi, perché sarà più difficile e io vorrei che per te fosse facile. Vienimi su brillante, con la battuta pronta. Odia il male, l’ingiusto, perché è con quell’odio che si fa tutto. Non è vero che si fa con l’amore“. E ancora: “Non essere una di quelle creature troppo buone, perché poi dovrei passare la vita a difenderti”. “Io da qualche parte penso di essere una donna di merda, perché non so cucinare, perché non mi sono mai sposata e perché non ho avuto figli. Lo so che razionalmente non è così, ma dentro di me c’è questa voce, esiste, e io, alla fine, penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata“, dice ancora l’attrice.

“E io ti aspetto e ti desidero così tanto che sarai per forza una delusione. Ma come parlo? Ma che mamma sono? No, ancora non sono una mamma”. E in “tutto questo bisogno di arrivare, in mezzo a tutta questa rabbia, a questo amore, io forse non so dove metterti. O, forse, sei tu che non vuoi venire da me, perché pensi che io mi sia dimenticata di te, che io mi sia dimenticata della vita. Ma io volevo solo essere brava, preparata, che tu fossi fiero di me, anche se ancora non ci sei. Forse – conclude – perché ci sei sempre stato”.