L'intervista

Da Fiumicino al Teatro Brancaccio e i palcoscenici d’Italia: la storia di Giorgia e il suo amore per la danza

14 febbraio 2023 | 15:10
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Da Fiumicino al Teatro Brancaccio e i palcoscenici d’Italia: la storia di Giorgia e il suo amore per la danza
Da Fiumicino al Teatro Brancaccio e i palcoscenici d’Italia: la storia di Giorgia e il suo amore per la danza
Da Fiumicino al Teatro Brancaccio e i palcoscenici d’Italia: la storia di Giorgia e il suo amore per la danza
Da Fiumicino al Teatro Brancaccio e i palcoscenici d’Italia: la storia di Giorgia e il suo amore per la danza

Dalle prime audizioni al musical “Sette spose per sette fratelli”, Giorgia porta avanti la sua carriera di ballerina professionista perché nulla è impossibile se ci credi davvero

Fiumicino – Una giovane ballerina di Fiumicino già salita sui palcoscenici di tutta Italia: Giorgia Duro è una ballerina professionista di Fiumicino che della sua passione ne ha fatto un lavoro. Una 29enne che con costanza e caparbietà è riuscita a realizzare il suo sogno, ricordandoci che nulla è impossibile se ci credi davvero.

L’amore per la danza comincia presto, con i corsi seguiti da quando aveva 5 anni. Giorgia ora fa parte della compagnia teatrale che ha messo in scena al Teatro Brancaccio di Roma il musical “Sette spose per sette fratelli”: un cast di 22 interpreti, tra danzatori, cantanti e attori, regia e coreografia di Luciano Cannito, orchestra dal vivo con la direzione musicale di Peppe Vessicchio e con protagonisti Diana Del Bufalo e Baz. Spettacolo che ha fatto tappa in tutta Italia con una tournée durata due anni, con moltissimi sold out .

Quella di Giorgia è la storia di una ragazza determinata è che ha avuto le idee chiare sin da bambina. Un impegno, il suo, fatto sacrifici e rinunce di cui non si è mai pentita e che l’hanno fatta diventare proprio quello che desiderava: una ballerina professionista.

Da Fiumicino al Teatro Brancaccio, grazie ad un amore incondizionato per la danza. Come è iniziata la tua passione?

Da piccola vedevo sempre mia sorella ballare. Lei ha qualche anno in più di me ed è grazie a lei che sono entrata nel mondo della danza. Avevo circa cinque anni quando con mamma la accompagnavamo alle lezioni ed è lì che ho deciso di provare anche io. Ora ho 29 anni e non ho mai smesso di ballare.  La danza è una passione che mi ha accompagnata anche ai tempi della scuola: ho proseguito con le lezioni di danza e mentre ero al il liceo ho ballato in delle commedie a Roma. Una volta diventata maggiorenne, ho poi iniziato con le audizioni, impegnandomi al massimo affinché la mia passione potesse trasformarsi in un lavoro. Nonostante tutte le difficoltà del caso perché quello della danza è un mondo particolare. La prima audizione vinta era per una tournée con il musical Di Masha e Orso, con cui ho girato già l’Italia da molto giovane.  Nel frattempo mi segno all’Università per portare avanti gli studi, ma non ho mai smesso di credere nel mio sogno e di fare tutto il possibile per diventare ballerina professionista.

Portare avanti i propri sogni richiede molti sacrifici, ballando fin da piccola come sei riuscita a far conciliare la danza con studio, famiglia, amici, vita privata?

Penso che la tenacia, la caparbietà, la costanza e la dedizione siano elementi essenziali per raggiungere gli obiettivi prefissati. Con questo spirito sono riuscita a non abbandonare mai la passione per la danza, a farla crescere insieme a me. La danza in realtà, con i tempi scanditi dalle lezioni, mi ha aiutato molto con lo studio: avere poco tempo a disposizione per studiare mi permetteva di concentrarmi completamente, avendo meno distrazioni.

Ed ora eccoti qui, come ballerina in uno dei musical che ha sbancato il botteghino al Brancaccio. Quando hai iniziato a ballare in questo genere teatrale?

Ho cominciato ad appassionarmi anche al musical, quando in molte audizioni richiedevano non solo la danza ma anche il canto: un’altra passione di famiglia che mi ha sempre affascinato molto. Per questo ho deciso di iniziare a cantare, intraprendendo il percorso del musical che racchiude anche ballo e recitazione. Poi è arrivata l’audizione che mi ha portato al Brancaccio. Il mio sogno più grande che diventa realtà. Sono innamorata di questo Teatro da sempre, ogni volta che ci passavo davanti ripetevo a mia mamma che un giorno sarei salita su quel palco. Un’emozione indescrivibile la prima volta che ci ho ballato. Ed ora eccomi qui, a vivere il mio sogno impegnandomi nel portarlo avanti. Sul quel palco ho iniziato la tournée con il musical “Sette spose per sette fratelli”, partita da Roma per poi fare tappa in tutte le maggiori città italiane.

Quali sono i tuoi obbiettivi futuri?

La tournée di “Sette spose per sette fratelli” va avanti ormai da due anni e di cui faremo, tra un mese e mezzo, la 100esima replica a Milano: questo l’impegno nell’immediato futuro. Per quanto riguarda il dopo, ancora non c’è nulla di troppo certo. Ci sono delle porte che spero si apriranno. E questo traguardo raggiunto mi fa credere che ci siano altre possibilità. Nel corso della mia carriera ho fatto anche molte audizioni all’estero. Ma poter fare la ballerina professionista in Italia è la soddisfazione più grande. E’ qui che voglio ballare ed è qui che voglio continuare a crescere, non solo professionalmente. Si, perché ballare richiede un aggiornamento costante: quando non sono in tournée non smetto mai di studiare, di prendere lezioni di danza e mantenere il mio corpo in allenamento.

La cosa certa è che non abbandonerò mai la danza: fa parte di me e sono me stessa quando ballo. Il musical è molto utile per i ballerini, perché toglie la timidezza anche a livello di espressività: se alla danza aggiungi canto e recitazione diventi un vero performer, un artista a 360 gradi. L studio del musical mi ha aiutata a sciogliermi e mi ha permesso di migliorare la mia espressività nella danza. Ma resta sempre lei la mia grande passione e non abbandonerò mai la carriera di ballerina. E’ così che ho iniziato ed è così che voglio andare avanti. Lo devo a me stessa ed a tutti coloro che non hanno mai smesso di credere in me. Lo devo alla mia famiglia che mi supporta da sempre e mi accompagna ovunque. Loro mi hanno sempre spronato ad andare a vanti anche dopo il peggiore dei rifiuti. I “no” non mi hanno mai fermata proprio grazie al loro sostegno. Per inseguire un sogno e portare avanti le proprie ambizioni avere qualcuno che ti sostiene, sia nel bene che nel male, fa davvero la differenza. E io posso dire con orgoglio che quel qualcuno è stato ed è tutt’ora la mia famiglia. Pe realizzare i propri sogni bisogna per prima cosa credere in se stessi, ma non deve mancare il sostegno di chi ci crede insieme a te.

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