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Meno voti ma boom di preferenze: la differenza tra Rocca e Zingaretti

15 febbraio 2023 | 12:05
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Meno voti ma boom di preferenze: la differenza tra Rocca e Zingaretti

Rocca ha preso, in termini di voti assoluti, meno voti di Zingaretti nel 2018, ma in percentuale il suo successo è stato molto più netto

Roma –  Rocca ha preso, in termini di voti assoluti, meno voti di Nicola Zingaretti nel 2018, ma in percentuale il suo successo è stato molto più netto: sfiora il 54% contro il 32,9% dell’ex governatore di centrosinistra.

Rocca infatti è eletto presidente – quando mancano solo 7 sezioni su oltre 5300 – con oltre 943 mila voti; Zingaretti ne prese 1.018.736.

E’ l’effetto dell’affluenza, che nel 2018 fu al 66,5% mentre tra il 12 e il 13 febbraio si è attestata al 37,2. In questo caso l’astensionismo sembra avere colpito in modo più netto il centrosinistra e il M5s.

In entrambe le consultazioni i candidati governatori hanno preso più delle loro coalizioni: 79mila voti in più per Rocca, 151 mila per Zingaretti. Ieri il candidato di centrosinistra sconfitto Alessio D’Amato ricordava di avere raggiunto una percentuale maggiore del suo predecessore nel 2018: 33,5 contro 32,9. In termini di voti assoluti però il risultato è ben diverso: oltre un milione di voti, appunto, per Zingaretti contro i 581 mila di D’Amato.
Parlando in termini di coalizioni, il centrodestra ha preso stavolta oltre 855 mila voti; nel 2018 i partiti ‘tradizionali’ appoggiavano Stefano Parisi e presero in coalizione 922.664 voti, ma c’era Sergio Pirozzi che da outsider di centrodestra raggranellò da solo quasi 100 mila voti. Il centrosinistra nel 2018 prese 867.393 voti; stavolta le liste ne hanno presi attorno ai 520 mila.

Drammatico invece il crollo del M5s in termini di voti assoluti: circa 132 mila questa volta contro i 559.752 del 2018.
Se si guarda ai singoli partiti, il Pd nel 2018 prese oltre 539 mila voti; stavolta ne ha presi 313 mila, ma bisogna considerare che allora non c’era il Terzo Polo. Anche però provando a sommare gli oltre 75 mila voti di Azione-Italia Viva a quelli del Pd si arriva a 388 mila voti: sono 151 mila voti in meno. Percentualmente, però, il Pd ha tenuto: 21,25% alle elezioni 2018 contro il 20,25% delle ultime (ma c’è il Terzo Polo al 4,87).
Tutta un’altra storia quella di Fratelli d’Italia, passato da 220.460 voti nel 2018 a 519.633 del 12 e 13 febbraio, ma soprattutto dall’8,69% al 33,62% delle ultime elezioni, che ne fanno nettamente il primo partito. (Fonte: Ansa)

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