Regionali 2023: Dio, Patria e Famiglia? Mah… meglio io, casa e famiglia

15 febbraio 2023 | 08:30
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Regionali 2023: Dio, Patria e Famiglia? Mah… meglio io, casa e famiglia

Disinteressarsi della politica è come salire su un treno senza avere certezza che il personale di macchina sia preparato

Anche stavolta il partito più forte è stato quello degli astensionisti. Maggioranza assoluta, senza se e senza ma. Un dato ormai diventato organico, fisiologico, eppure preoccupante, o forse molto preoccupante proprio per questo. E se stavolta ha colpito la diserzione delle urne da parte del popolo di centrosinistra, storicamente più “inquadrato” rispetto ai seggi, ha sorpreso anche la mancata “chiamata alle armi” del popolo di centrodestra, che aveva un’occasione storica non solo per vincere (cosa che comunque è avvenuta), ma per far sentire il peso della propria appartenenza.

Certo il voto è stato schiacciante, netto, ma è frutto più della enorme mobilitazione di consiglieri comunali e apparati di partito più che di un’adesione al progetto. Evidentemente “Dio, Patria e Famiglia” va bene per gli slogan, ma quando si tratta di alzarsi per andare a votare diventa più convincente il modesto “Io, casa e famiglia”, senza stress, in una domenica di televisione da trascorrere sul divano in pantofole.

Non c’è niente da fare, siamo il Paese dell’”armiamoci e partite”, e certo la disaffezione verso la politica non fa che acuire questo sentimento. Ennesima occasione persa per far sentire la propria voce, per dare dignità al proprio voto, da una parte come dall’altra. D’altronde non può essere un caso se nella vicina Francia oltreun milione di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro il progetto di riforma delle pensioni di Emmanuel Macron, e più in particolare contro l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, mentre da noi le polemiche più feroci si accendono per Sanremo.

Eppure non possiamo fermarci a guardare la statistica senza porci il problema del coinvolgimento rispetto alla politica. Gli anziani sono disillusi, i giovani disinteressati, in molti sono disinformati. Una buona percentuale di italiani non era consapevole che ci fosse una tornata elettorale, e in tanti non sapevano neanche come si votava.

Non è una buona cosa, né a livello nazionale, né a livello locale. Perché disinteressarsi della politica è come salire su un treno senza avere certezza che il personale di macchina sia preparato. Mettiamo la nostra vita nelle mani di qualcuno, forse sarebbe il caso almeno di interessarsi su chi c’è in giro e su quali binari intende viaggiare.

Siamo un popolo che ha perso il senso della parola rispetto. Per le Istituzioni, per la politica, per la magistratura, per le forze dell’ordine, per gli insegnanti, per chi fa informazione. Sui social tutti parlano di tutto, nessuno (o quasi) sa davvero di cosa stia parlando. E in questa marmellata di pseudo libertà culturale, si annega senza avere più la spinta a capire, ad approfondire, e dunque a decidere. Siamo il Paese del Gattopardo, quindi certamente disillusi nel Dna, ma siamo anche vittime di armi di distrazione di massa come tik tok, i reality, il gossip. Servono per non pensare ai problemi di tutti i giorni, dicono, ma certo non li eliminano. Né noi facciamo nulla per invertire la rotta. E il dato elettorale ne è la conferma. Povera Italia… C’è tanto da lavorare.