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Guerra in Ucraina, un anno dopo: la mappa dei danni ambientali – MAPPA VIRTURALE

22 febbraio 2023 | 13:25
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Guerra in Ucraina, un anno dopo: la mappa dei danni ambientali – MAPPA VIRTURALE

La guerra ha provocato incendi, danneggiato gli habitat e inquinato l’acqua, l’aria e il suolo, mentre i bombardamenti dei siti industriali hanno provocato ulteriori contaminazioni. Le esplosioni, inoltre, rilasciano nell’atmosfera un cocktail di composti chimici

Kiev – A ridosso del primo anniversario del conflitto in Ucraina, Greenpeace e la Ong ucraina Ecoaction pubblicano una “Mappa dei danni ambientali” causati dalla guerra e per denunciare i gravissimi impatti sugli ecosistemi. Le due organizzazioni chiedono inoltre al governo di Kiev e alla Commissione Europea di istituire un fondo per il ripristino dell’ambiente, vittima silenziosa della guerra.

MAPPA CON I DANNI AMBIENTALI IN UCRAINA CLICCA QUI 

I dati, raccolti da Ecoaction e consultabili online, sono stati confermati dalle immagini satellitari e mappati da Greenpeace Central and Eastern Europe (Cee). La mappa illustra 30 dei 900 eventi raccolti, per evidenziare gli impatti ambientali più gravi. In base alle informazioni ufficiali, dall’inizio delle ostilità sono stati danneggiati circa il 20 per cento delle aree naturali protette del Paese, e 3 milioni di ettari di foresta, mentre altri 450 mila ettari si trovano in zone occupate o interessate dai combattimenti.

La guerra ha provocato incendi, danneggiato gli habitat e inquinato l’acqua, l’aria e il suolo, mentre i bombardamenti dei siti industriali hanno provocato ulteriori contaminazioni. Le esplosioni, inoltre, rilasciano nell’atmosfera un cocktail di composti chimici. Il principale, l’anidride carbonica, non è tossico, ma contribuisce al cambiamento climatico. Gli ossidi di zolfo e di azoto possono inoltre provocare piogge acide, modificando il pH del suolo e causando la bruciatura della vegetazione, soprattutto delle conifere. Le piogge acide sono pericolose anche per gli esseri umani e per la fauna, perché hanno un grave impatto sulle mucose e sugli organi respiratori.

Anche i frammenti metallici delle granate sono pericolosi per l’ambiente. La ghisa mista ad acciaio è il materiale più comune per i bossoli delle munizioni e non contiene solo ferro e carbonio, ma anche zolfo e rame. Queste sostanze si infiltrano nel terreno e possono finire nelle acque sotterranee, entrando nelle catene alimentari di esseri umani e animali.

“Mappare i danni causati dalla guerra in Ucraina è complicato dal fatto che gran parte del territorio liberato potrebbe essere disseminato di mine e altri ordigni esplosivi, mentre le forze russe occupano ancora parti del Paese, rendendo difficile la raccolta dei dati”, dichiara Denys Tsutsaiev di Greenpeace CEE a Kiev. “È però necessario evidenziare questi danni, perché il ripristino ambientale deve avere un posto centrale nel dibattito sul futuro dell’Ucraina. I fondi devono essere stanziati adesso, non quando la guerra sarà finita”.

Con Ecoaction, Greenpeace chiede “che la ricostruzione delle città avvenga parallelamente al ripristino ambientale del Paese. La sofferenza e la distruzione ambientale in tempo di guerra sono immense e hanno conseguenze a lungo termine sulla vita delle persone e sugli ecosistemi delle aree colpite. Per questo motivo, chiediamo: un immediato cessate il fuoco e negoziati di pace che si rendano subito disponibili risorse finanziarie per il ripristino ambientale dell’Ucraina”.