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Guerra in Ucraina: il bluff atomico di Vladimir Putin

24 febbraio 2023 | 07:00
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Guerra in Ucraina: il bluff atomico di Vladimir Putin

Tra minacce e sanzioni, come è cambiato il conflitto alle porte dell’Europa in un anno: ilfaroonline.it a colloquio con Nona Mikhelidze, analista geopolitica

Kiev – “A Putin è rimasto solo uno strumento: la minaccia. Ed è ciò che sta attuando con la bomba atomica(leggi qui). Netta e perentoria Nona Mikhelidze, analista geopolitica esperta di Russia e Caucaso. Interpellata da ilfaroonline.it, fa il punto sul conflitto scoppiato alle porte dell’Europa un anno fa.

Dal 24 febbraio 2022 si è dibattuto molto, con il timore costante di un allargamento del conflitto al resto del continente. L’Europa non era più abituata, per fortuna, alla conoscenza della guerra ai propri confini. Ormai un anno fa, però, quella pace è terminata.

“La situazione sul campo – ci ha spiegato al telefono – vede un’offensiva russa cominciata in un modo strisciante nella regione di Donetsk e Lugansk. I media ne hanno parlato come un’offensiva importante, ma in realtà non ha ancora dimostrato grandi risultati. La Russia, infatti, non riesce a prendere nemmeno Bakhmut nonostante la bombadi dallo scorso giugno”. Insomma, Mikhelidze ricorda come la guerra lampo desiderata da Putin non abbia avuto esito positivo.

Dopo un’analisi dei movimenti delle truppe russe, un altro punto su cui ci si sofferma è la strategia ucraina: “In questo momento gli ucraini, legati alla spedizione di armi da parte dell’occidente, devono attendere per poter organizzare le controffensive che dovrebbero arrivare in primavera. Questo non solo in quanto devono attendere i processi decisionali occidentali, ma devono tenere conto – ha sottolineato – le questioni logistiche riguardo il ricevimento delle armi”.

Già, le armi. Proprio quelle che hanno spaccato l’opinione pubblica, almeno quella italiana. I contrari all’invio si sono speso appellati all’articolo 11 della Costituziione, secondo cui “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e di risoluzione delle controversie internazionali”, oltre che al “pacifismo”. Anche alcune forze politiche hanno posto molti dubbi in materia. Mikhelidze, però, non ha dubbi : “Se l’Ucraina ha resistito, e la Russia non ha raggiunto gli obiettivi dichiarati il 24 febbraio 2022, è per merito di due fattori. Il primo è la resistenza dei militari e della società civile ucraina, il secondo riguarda gli aiuti militari forniti dell’Occidente”. Entrambi l’analista li reputa “due pilastri fondamentali per la difesa”, dice in modo chiaro.

Oltre alle armi, si è dibattuto anche delle sanzioni imposte a Mosca da gran parte dell’Occidente che stanno giocando un ruolo fondamentale per il corso della guerra (leggi qui). E forse sono quelle che più di tutti hanno “allontanato” gli italiani dalla causa ucraina. Se all’inizio del conflitto c’era una solidarietà quasi unanime, una volta visto il prezzo delle bollette e della benzina molto è andato a scemare. E a poco è servito in questo senso lo sconto di 18 centesimi sul carburante del Governo Draghi.

Mikhelidze spiega quindi in modo dettagliato gli effetti e gli obiettivi delle sanzioni, di fatto stroncando il racconto di coloro che le reputano inutili: “Le sanzioni è uno degli strumenti, non l’unico – chiarisce – per far terminare la guerra. L’obiettivo principale è quello di rendere difficile per Putin, e per gli oligarchi, finanziare il settore militare in Ucraina. Ad esempio le sanzioni messe su componenti e tecnologie militari impediscono alla Russia di produrre in quantità le armi di cui avrebbe bisogno. Le sanzioni sull’economia russa – aggiunge – servono, invece, per costringere Putin a concentrare le sue finanze, poche a causa delle sanzioni, sulla questioni sociali per far sì che che rimangano meno soldi da investire in guerra. Meno soldi ci sono da investire nell’industria militare e più la guerra si accorcia”.

Mikhelidze pone l’accento anche sul grande alleato di Putin in Europa, cioè Lukashenko, nonostante le truppe bielorusse non siano entrate (ancora, almeno) in Ucraina: “Lukashenko sa benissimo che la popolazione non appoggerebbe l’idea. Per questo credo che resisterà fino alla fine alle pressioni di Putin. I campi sono minati ed i ponti saltati, dunque avventurarsi in un’operazione militare non avrebbe significato”.

Nelle scorse ore ha avuto luogo un avvenimento di forte portata mediatica, ovvero la visita a Kiev, tenuta nascosta fino all’ultimo istante, del Presidente degli Stati Uniti di Joe Biden(leggi qui) Non è di certo un mistero che l’Amministrazione americana sostenga Kiev dall’inizio del conflitto, tramite un folto invio di armi, denaro ed aiuti umanitari. Negli ultimi mesi si è spesso dibattuto sul ruolo americano, secondo alcuni colpevoli di aver adottato la strategia della “guerra per procura”. Mikhelidze di questo argomento non ne vuole neppure sentir parlare, e con una voce convinta e priva di fraintendimenti, non ha paura di fare nomi e cognomi: “Quest’idea esiste solo nel malsano dibattito italiano, in particolare Berlusconi(leggi qui) e parte della sinistra si sono trovati d’accordo”. L’analista spiega cosa avrebbe portato quella parte della sinistra ad avere un atteggiamento ambiguo verso la guerra: “A causa dell’ideologia, che porta ad essere anti-Nato ed anti-americani a prescindere – spiega in modo perentorio – ha di fatto attuato una proiezione colonalista. Come se il mondo fosse diviso ancora a blocchi, in cui Russia e Stati Uniti decidono tutto mentre l’Ucraina non ha voce in capitolo. La realtà è che il Paese ha 40 milioni di abitanti e sta combattendo da un anno”. Una nuova guerra fredda, insomma.

Non c’è solo l’Occidente da tenere in considerazione. Importante anche quanto sta facendo la Cina, da molti giudicata “accomodante” verso Mosca. Per l’analista in realtà non è affatto vero, anzi: “La Cina non ha è rimasta neutrale, non ha appoggiato la Russia sull’invasione. E credo che manterrà questo atteggiamento fino alla fine. E’ il massimo che si poteva ottenere”.

L’esperta, inoltre, smonta anche la tesi secondo cui la Cina, se lo volesse, potrebbe far finire la guerra facendo pressioni: “Coloro che dicono che basti che Xi Jinping eserciti qualche potere su Putin, in maniera che possa ritirare le truppe almeno da parte del territorio ucraino spiega – credo non sappiano come funziona il sistema politico in Russia“. Per spiegare il perché di ciò, l’analista prende come riferimento la visita di Wang Yi a Mosca: “Per tutto il giorno si è parlato di questo piano di pace proposto dai cinesi, ma a fine giornata Lavrov ha detto che non ne hanno parlato. A prescindere se sia vero o meno – specifica – ha due significati: o non ne hanno parlato davvero ed il delegato cinese si trovava li per altri motivi, oppure i punti non sono stati accettati da Mosca”.

Infine il tema più scottante: il nucleare. Un tema che spaventa non solo l’Italia ma il mondo intero. Questo in quanto l’atomica, fin dai tempi della crisi missilistica di Cuba, sembrava essere diventata un tabù. Oggi invece è un argomento all’ordine del giorno. Per Mikhelidze, però, si tratta solo di propaganda: “A Putin è rimasto solo uno strumento: la minaccia. Il nucleare ha due funzioni: uno è la bomba per se, l’altra è la possibilità del ricatto. E questo – spiega – è quello che sta facendo con la bomba atomica. E’ in atto una guerra d’informazione. Certe voci in Italia sono impegnate proprio in questo. Alcuni per indicazione diretta dal Cremlino, altri per motivi ideologici, altri ancora per non conoscenza delle relazioni internazionali. Questo significa – dichiara con un tono di voce fermo e risoluto – fare terrorismo psicologico.

Dunque quelle di Putin sono solo minacce? Secondo Mikhelidze “non otterebbe nessun vantaggio nell’usare il nucleare, perché la risposta dell’occidente sarebbe immediata“. Ma non sarebbe necessario neanche una risposta atomica, in quanto – dichiara l’analista – “i russi sarebbero sconfitti con la guerra tradizionale, e questo gli Stati Uniti gliel’hanno fatto capire benissimo. In più, dopo l’incontro con Wuang – conclude Mikhelidze – Ryabkov ha dichiarato che l’uso del nucleare è escluso. E ciò significa che non sta bene neanche ai cinesi”.

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