Infermiera presa a calci e pugni all’Umberto I: “Non ti occupi abbastanza di nostro figlio”

24 febbraio 2023 | 12:08
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Infermiera presa a calci e pugni all’Umberto I: “Non ti occupi abbastanza di nostro figlio”

Il presidente dell’Ordine, Maurizio Zega: “Un copione ripetitivo. Un terzo degli infermieri attivi subisce aggressioni in un anno”

Roma – Un’infermiera è stata aggredita con calci e pugni nel parcheggio del Policlinico Umberto I: ad aggredirla sarebbero stati i genitori di un piccolo paziente, secondo i quali la donna non si sarebbe occupata a dovere di loro figlio. Il tutto mentre, nel reparto di emergenza, i colleghi salvavano la vita al figlio della donna.

“Stavolta è toccata ad un’infermiera pediatrica malmenata con l’accusa di chissà quali nefandezze – spiega il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma, Maurizio Zega -. Piena e totale solidarietà alla collega, ma ormai è un copione ripetitivo: aggressione, solidarietà alla vittima, sdegno, dichiarazioni autorità competenti: ma quando un fenomeno che sembra eccezionale diventa ripetitivo, allora ci si deve interrogare sulle sue cause strutturali, non solo sulla logica dell’emergenza: e meno male che la sicurezza ha, all’Umberto I, evitato il peggio”.

“Intanto – prosegue Zega – secondo una ricerca commissionata dalla Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche un terzo degli Infermieri attivi subisce aggressioni in un anno: e di questi, quasi la metà neanche denuncia il fatto. Per sfiducia o che? Il succedersi degli episodi di violenza si dovrebbe contrastare con la riduzione della pressione sugli ospedali, con investimenti sulla sanità territoriale: ma anche questo sembra ormai un “mantra”, si ripete, si ripete, e poi? Non vogliamo – ha concluso il Presidente dell’OPI di Roma – acuire la tensione purtroppo esistente, ma la situazione è davvero grave. Intanto, come abbiamo fatto insieme con l’Ordine dei Medici non più tardi di un mese fa, chiediamo di riconoscere ad Infermieri e Medici la qualifica analoga a quella di pubblico ufficiale, con la conseguenza che ogni aggressione diventi un oltraggio a pubblico ufficiale. E speriamo che anche questo non diventi un mantra”.

“Pretendiamo uno stop immediato alla violenza nei posti di lavoro. Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza all’infermiera aggredita e a tutto il personale dell’Umberto I, ma di fronte all’ennesimo episodio pretendiamo interventi immediati da parte del Policlinico e della Regione Lazio. Bisogna subito rafforzare la vigilanza in tutti i punti di accesso dei pazienti, anche di quelli pediatrici”, il commento di Giovanni Fusco, segretario territoriale della Cisl Fp Roma Capitale Rieti.

“Stigmatizzare episodi inaccettabili come questo non basta. Soprattutto di fronte al ripetersi di fatti che si possono prevenire e fermare prima che degenerino. L’ultimo caso al Policlinico è dello scorso marzo e anche lì era stato coinvolto un operatore sanitario che è stato colpito con pugni e calci che provocarono gravi danni fisici tra cui la rottura di numerose costole. Chiediamo da anni piani con misure concrete per la sicurezza degli operatori in sanità”, rimarca il sindacalista. “I timidi passi compiuti dalle istituzioni in questi mesi, con il ripristino di qualche ufficio di sicurezza nei nosocomi romani, si dimostrano, come avevamo avvertito, troppo poco. Basti pensare che l’accesso del pronto soccorso pediatrico, teatro della violenza di ieri, è del tutto sguarnito sia di presidi di polizia che della presenza di guardie giurate. Così non si può andare avanti”.

“La condizione che si trova a vivere chi lavora nelle aziende ospedaliere e sanitarie è drammatica. Sono anni che come Cisl insistiamo su questo tema: la sicurezza sul lavoro non è negoziabile”, affonda Fusco. “Le aggressioni e le violenze che si susseguono nelle strutture capitoline, e all’Umberto I in particolare, generano un clima di preoccupazione e paura che non possiamo tollerare. E questo vale sia per chi lavora in prima linea per salvare vite e salvaguardare la salute delle persone, sia per i cittadini che si rivolgono al Ssr. Consentire agli operatori di lavorare in sicurezza e serenità deve essere la priorità di ogni datore di lavoro. E bisogna fare di tutto per garantirla. Anche agendo a monte del problema: bisogna assumere e colmare le croniche carenze di organico del sistema sanitario. Per avere più operatori nei reparti, più personale per singolo turno e quindi abbassare anche i tempi di attesa e consentire più presenza e migliore assistenza ai pazienti. Il buon funzionamento dei percorsi di salute, insieme alle misure di sicurezza e prevenzione, è condizione indispensabile per stroncare il ripetersi delle aggressioni sul personale della sanità”.

Per questo chiediamo un intervento immediato al neoeletto presidente della Regione Francesco Rocca”, conclude il segretario territoriale di categoria della Cisl. “Serve discontinuità rispetto alla passata giunta: si apra subito il confronto con i sindacati su questo tema e si attuino istantaneamente i provvedimenti di prevenzione e sicurezza che occorrono”.

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