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Scandali in Vaticano, il Papa: “I processi non sono il problema ma i fatti che li rendono necessari”

25 febbraio 2023 | 17:34
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Scandali in Vaticano, il Papa: “I processi non sono il problema ma i fatti che li rendono necessari”
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Scandali in Vaticano, il Papa: “I processi non sono il problema ma i fatti che li rendono necessari”
Scandali in Vaticano, il Papa: “I processi non sono il problema ma i fatti che li rendono necessari”

Nell’Aula delle Benedizioni l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale Vaticano, presiede il Papa. Il Promotore di giustizia: “Grande rispetto valori a garanzia giusto processo”

Città del Vaticano – “Il problema non sono i processi, ma i fatti e i comportamenti che li determinano e li rendono dolorosamente necessari”. Nell’Aula delle Benedizioni, situata sul portico della basilica di San Pietro, Papa Francesco presiede alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. Presenti, tra gli altri, anche il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano.

“Grande rispetto dei valori sottesi alle garanzie del giusto processo”, assicura il Promotore di giustizia del Vaticano, Alessandro Diddi, aprendo la cerimonia. “In questo giorno ritengo importante – aggiunge -confermare l’impegno assunto dall’Ufficio che rappresento, di lavorare con sobrietà e riservatezza, anteponendo sempre, nelle attività che è chiamato a svolgere, i valori sui quali Lei, Padre Santo, ci invita costantemente a riflettere, schivando i condizionamenti derivanti dai pregiudizi e dalle seduzioni mediatiche”.

Il pg del Vaticano ricorda che “altri impegni, non meno delicati di quelli già affrontati, si affacciano all’orizzonte. La crescente attenzione che l’opinione pubblica riserva alle nostre attività e il giudizio che molti, ogni giorno, esprimono sul nostro operato, ci rendono consapevoli della grande responsabilità che ci ha affidato e della necessità di adempiere ai nostri doveri con scrupolo e accuratezza, ma, soprattutto, con grande rispetto dei valori sottesi alle garanzie del giusto processo”. Diddi sottolinea che il “nolite judicare, nel senso più autentico che quelle parole esprimono, è il precetto al quale ci ispiriamo e che cerchiamo umilmente di osservare nel nostro lavoro quotidiano, confidando che la Provvidenza sempre ci illumini preservandoci da errori”.

Il Promotore di giustizia parla anche delle collaborazioni con le autorità straniere: “Il carattere transnazionale che spesso ormai connota i fenomeni oggetto delle nostre indagini pone l’Ufficio con sempre maggiore frequenza in contatto con autorità giudiziarie e forze di polizia straniere, ai cui rappresentanti oggi presenti rivolgo un sentito ringraziamento per la collaborazione che ci prestano sulla base di meri rapporti di cortesia, essendo il contesto giuridico caratterizzato dall’assenza di precisi strumenti di cooperazione. La proficuità di queste relazioni, oltre a testimoniare il livello di reciproca fiducia che si è sviluppato nel corso degli ultimi anni e che va implementandosi, rappresenta altresì il segno concreto dell’importanza del lavoro che, nel nostro piccolo Stato, viene svolto sul piano giudiziario”.

Diddi non manca poi di rilevare “con un senso di fierezza che sono sempre più numerose le richieste di collaborazione che pervengono all’Ufficio del Promotore da parte di Autorità straniere, non solo per l’espletamento di attività investigative all’interno dello Stato, ma soprattutto per la condivisione dei risultanti conseguiti con le nostre indagini.

Attualmente l’Ufficio collabora con le Procure di diversi Stati e questo sta a dimostrare sia il rilievo dei risultati ottenuti, che il lavoro prezioso svolto dalla Gendarmeria”. Quindi, il suo “grande, caloroso ed affettuoso ringraziamento al Comandante, Gianluca Gauzzi, e a tutto il personale del Corpo che con pazienza, dedizione e caparbietà ci affianca nel nostro lavoro quotidiano”.

Un lavoro intenso, quello degli ultimi mesi, segnato soprattutto dagli scandali finanziari e sessuali che si sono abbattuti sulla Santa Sede, come ricorda lo stesso Pontefice: “Il tempo trascorso dal nostro ultimo incontro è stato purtroppo segnato da eventi gravi e imprevisti, che hanno determinato profonde lacerazioni”. Francesco ricorda le difficoltà della pandemia, alla quale è seguita la guerra in Ucraina: scenari terribili davanti ai quali, sottolinea il Papa “cresce in noi l’anelito alla pace e alla giustizia. Si rafforza nella nostra coscienza, fino a diventare imperativo, il bisogno di dare testimonianza per aiutare a costruire la pace e la giustizia”.

“Ogni impegno per la pace – ribadisce il Santo Padre – implica e richiede l’impegno per la giustizia. La pace senza giustizia non è una vera pace, non ha solide fondamenta né possibilità di futuro. E la giustizia non è un’astrazione o un’utopia. Non è solo il frutto di un insieme di regole da applicare con perizia tecnica, ma è la virtù per cui diamo a ciascuno ciò che gli spetta, indispensabile per il corretto funzionamento di ogni ambito della vita comune e perché ognuno possa condurre una vita serena”, spiega il Papa citando il suo discorso ai rappresentanti dell’Associazione Nazionale Magistrati del 2019. Ed è in questa prospettiva che “operano i Tribunali dello Stato della Città del Vaticano, che svolgono a vantaggio della Santa Sede un ruolo prezioso quando si tratta di dirimere contese di natura civile o penale”.

Negli ultimi anni, ammonisce il Pontefice, “queste controversie giuridiche e i relativi processi sono aumentati, come pure è aumentata, in non pochi casi, la gravità delle condotte che vengono in rilievo, soprattutto nell’ambito della gestione patrimoniale e finanziaria. Qui bisogna essere chiari ed evitare il rischio di ‘confondere il dito con la luna’: il problema non sono i processi, ma i fatti e i comportamenti che li determinano e li rendono dolorosamente necessari. Infatti, tali comportamenti, da parte di membri della Chiesa, nuocciono gravemente alla sua efficacia nel riflettere la luce divina”.

“Cari Magistrati, la via della giustizia rende possibile una fraternità in cui tutti sono tutelati, specialmente i più deboli – conclude il Papa -. Auguro a tutti voi di operare mantenendo sempre viva questa consapevolezza e la tensione verso la verità”. (Foto © Vatican Media)

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