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Bruno Astorre, un suicidio “annunciato”

4 marzo 2023 | 19:20
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Bruno Astorre, un suicidio “annunciato”

Il segretario Pd del Lazio, secondo alcune indiscrezioni, aveva già tentato il gesto qualche tempo prima

Roma – Suicidio. Le ultime ore del senatore del Pd Bruno Astorre e il racconto dei colleghi dei giorni scorsi non lascerebbero dubbi. Il segretario del Pd Lazio avrebbe compiuto il gesto estremo negli uffici di Palazzo Cenci, dove ci sono gli studi di alcuni senatori, servizi ed uffici dell’amministrazione.

Secondo quanto emerso, avrebbe detto all’assistente di attenderlo fuori. è salito al quarto piano e dalle finestre che danno sul cortile interno si sarebbe lasciato cadere. A dare l’allarme per primo sarebbe stato un infermiere del presidio medico, affacciatosi sul cortile. Ma all’arrivo dell’ambulanza, i sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’esponente dem.

Una tragedia “annunciata”, su cui è al lavoro la magistratura, che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio, come previsto in casi come questi. Qualcuno parla di un malessere che “non siamo riusciti a capire”, come l’ex premier Matteo Renzi.Aveva già tentato nei giorni scorsi di togliersi la vita, proprio avvicinandosi alla stessa finestra del suo studio, racconta chi frequenta gli ambienti del Senato. Qualcun altro afferma che Astorre  “ultimamente sembrava un po’ turbato”.

Goffredo Bettini ammette il “rimpianto di non aver saputo aiutare non solo un collega di partito ma un amico”. Il rammarico tra i colleghi, tra i dipendenti del Senato, è palpabile. E la notizia di un precedente tentativo di un gesto disperato da parte del senatore aumenta il dolore di una classe politica già sotto choc. Del resto, nella storia della Repubblica, quello di Astorre è il secondo suicidio nei palazzi del Senato.

Tra i primi ad arrivare gli uomini della scientifica, subito al lavoro per i rilievi. Dopo che la notizia del decesso viene resa nota, tantissimi parlamentari arrivano davanti Palazzo Cenci, il cui portone viene chiuso. Si apre a intermittenza per permettere il passaggio delle forze dell’ordine e della moglie, Francesca Sbardella, anche lei in politica con il Pd e sindaca di Frascati.

Tra i primi ad arrivare l’ex governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, poi Cecilia Guerra, i dirigenti romani del Pd, come Andrea Casu, e altri senatori: l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, Walter Verini. Tra i deputati Michela Di Biase e Marco Furfaro. Ma non solo dem: il cordoglio è di tutte le forze, tutti sono sbigottiti, come il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Trancassini, subito accorso. Molti non riescono neanche a parlare e si abbracciano singhiozzando.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha appreso la notizia non appena arrivato in Israele. Trapela lo “sgomento” della seconda carica dello Stato, tanto da ordinare le bandiere a mezz’asta in tutti i palazzi del Senato. La Russa ha fatto sapere agli inquirenti che il Senato “è a disposizione per tutte le necessità del caso”, pronto a garantire “la massima collaborazione”.