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Invasione di daini a Fregene, la Riserva statale del litorale diventa… territorio di caccia

9 marzo 2023 | 20:04
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I daini provocano danni alle coltivazioni, devastato il sottobosco. E attirano anche i lupi, che preoccupano, ma sono i “benvenuti”.

Fiumicino – Sono amabili, ma devastanti. Teneri alla vista, dolci di aspetto, ma pericolosi per la viabilità, una iattura per le coltivazioni (in particolare di carote), ghiotti di infiorescenze tanto da riuscire quasi a distruggere gran parte del sottobosco. Stiamo parlando dei daini, che da qualche tempo imperversano nella Riserva Statale del litorale romano, facendo strame dell’ecosistema che pure li ha accolti e li ha fatti proliferare. Al punto che alcune specie autoctone come le nutrie e le volpi, stentano oggi a trovare spazio.

Decine di esemplari (c’è chi dice centinaia) si muovono pressoché indisturbati nella zona di Fregene, rovinando interi raccolti. E attirando un branco di lupi che, partiti probabilmente dall’oasi di Castel di Guido, si sposta laddove trova facili prede.

daini a fregene

Il problema è complesso. Da un lato la necessità di tutelare la biodiversità, dall’altro di mantenere un equilibrio tra uomo e animali. C’è poi la pericolosità dei tratti stradali, e la paura che il ritorno del lupo innesca sempre nell’immaginario collettivo; anche se, in questo caso, il lupo può fungere più da riequilibratore dell’impatto numerico delle diverse specie nella zona che proporsi come un pericolo per l’uomo (ma del lupo parleremo in altri articoli che ilfaroonline sta preparando).

C’è poi da considerare un altro aspetto, quello dell’incuria dell’uomo. Se infatti carcasse di animali vengono abbandonate nei campi, i predatori (che in gran parte sono anche necrofagi) trovano un spesso comodi pasti e, dunque, si stabiliscono.

I raccolti rovinati innescano infine un problema di tipo economico, per le aziende colpite dalla “furia” dei daini. Per loro esistono rimborsi (con procedure diversificate a seconda se insistenti nel territorio della Riserva o fuori) che però diventano accessibili a patto che siano state messe in atto tutte le misure (recinzioni in primis) adatte a scoraggiare le incursioni. E non sempre il daino, non essendo un predatore, è compreso negli elenchi di casi in cui vale il rimborso.

Insomma, la storia dei daini è tutt’altro che… una favola. Se gli enti preposti non metteranno un freno alla proliferazione selvaggia, ci troveremo con interi sottoboschi distrutti, coltivatori sul piede di guerra e lupi a banchettare.

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