“Hitlerson 88” in curva Nord: Lazio-Roma diventa il derby della vergogna

20 marzo 2023 | 21:02
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“Hitlerson 88” in curva Nord: Lazio-Roma diventa il derby della vergogna

Cori antisemiti e maglie di Hitler in curva Nord: quello che sarebbe dovuto essere un derby all’insegna dello spettacolo, si è trasformato nella solita miscela di ignoranza. Durissimo l’intervento di Pecoraro: “Se non s’individueranno i responsabili, saranno i club a pagare”

Roma – Quello che sarebbe dovuto essere un derby spettacolo si è invece trasformato nella solita miscela di violenza ed ignoranza. Dopo i tafferugli avvenuti fuori lo stadio in piazza De Bosis, che hanno anche ferito un agente di Polizia (leggi qui), il clima di tensione è proseguito anche all’interno dell’Olimpico, condizionando e non poco il match (leggi qui).

Protagonisti della vicenda i tifosi della Lazio in Curva Nord, da cui sono partiti cori anti-semiti contro i romanisti: non sono mancate nemmeno magliette con la scritta “Hitlerson” accompagnata dal numero 88.  A testimoniarlo sui social media la presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello, con foto e video dell’accaduto pubblicati sui social: “Come sempre siamo gli unici a indignarci e a protestare – ha detto Dureghello -. Possibile che tutti continuino a far finta di nulla?”. L’uso di simboli o immagini nazifasciste legate al tema calcistico, infatti, sono comparse più volte in città. L’ultimo episodio è di appena un paio di mesi fa quando, alla vigilia del giorno della Memoria, la Capitale si svegliò tappezzata di adesivi che rappresentavano il disegno di Hitler con la maglia giallorossa della Roma”.

Immediate e serrate le indagini della Polizia di Stato per individuare il soggetto che indossava la maglia. I poliziotti della Digos della Questura di Roma e del Commissariato Prati stanno lavorando, senza sosta, scandagliando tutte le immagini, per intercettare il responsabile di tale gesto. Al vaglio anche le riprese della Polizia Scientifica. Sotto stretta osservazione la tifoseria ultras.

Abodi: “Impossibile far finta di nulla”

La questione non ha lasciato indifferente nemmeno il ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha annunciato l’utilizzo del pugno duro: “Impossibile far finta di nulla. Farò la mia parte, come mi sento in dovere di fare. Il rispetto è dovuto e non è negoziabile” ha scritto su Twitter il Ministro.


Abodi successivamente ha rilasciato dichiarazioni ancora più dure: “Come ministro per lo Sport sento di porre le scuse alla comunità ebraica, anche se certamente non bastano, perché c’è bisogno di un impegno più sistematico. – ha dichiarato al GR1 –  Anche il sistema sportivo e nella fattispecie la Lega Serie A e i club si devono assumere ulteriori responsabilità facendo in modo che chi si comporta come abbiamo visto ieri non entri più negli stadi. È evidente come ci sia un deficit culturale che nel 2023 diventa insopportabile. Credo che da un lato bisogna cercare di reprimere questo tipo di comportamento, dall’altro bisogna lavorare per prevenire”.  “Bisogna intensificare ulteriormente la collaborazione con i club e con le leghe. È del tutto evidente che entrare con una maglietta del genere non possa passare inosservato e il fatto che durante una partita rimanga come se nulla fosse, non soltanto per il numero 88, il cui significato è noto a tutti, ma addirittura con quella denominazione irripetibile, vuol dire che abbiamo ancora degli enormi margini di miglioramento sui quali dobbiamo tutti sentirci mobilitati. Dopodiché mi aspetto che di fronte a cori del genere il resto dello stadio si faccia sentire”.

Pecoraro: “Se non s’identificano i responsabili, saranno i club a pagare”

“Sono da condannare duramente i cori contro il mondo ebraico che si sono sentiti in questi giorni negli stadi. Sono da sanzionare fortemente”, dichiara il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, sollecitando sulla necessità di identificare i responsabili. “In caso contrario, è necessario un intervento anche sulle società per le quali questi fanno il tifo” ha concluso.

SS Lazio: “Noi ci ispiriamo a valori opposti”

La SS Lazio ha preso ufficialmente le distanze con un comunicato stampa apparso sul proprio sito.

La Lazio è sempre stata in prima linea, in particolare con l’attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita. Le condanne della Società – si legge nel comunicato – contro azioni di questo tipo, che nulla hanno a che fare con il tifo sano come viene rappresentato dalla Società, sono sempre state puntuali e mai generiche, supportate da iniziative specifiche volte a prevenire e combattere tali fenomeni. La Lazio si dissocia da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa da tali comportamenti”.

“L’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti hanno diffuso negli stadi d’Italia e non solo un germe pericoloso, indotto da pochissimi: molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata. Siamo stati spesso i primi e gli unici ad intervenire – si spiega – denunciando pubblicamente, chiedendo collaborazione alle forze dell’ordine per la repressione e attivando iniziative di carattere educativo. Abbiamo cercato di evitare, isolare e contrastare questi fenomeni. Continueremo a farlo senza esitazioni, per difendere in Italia e all’estero l’immagine della Società, che è anche Ente Morale e non ha mai avuto nulla a che fare con queste azioni. La Lazio si ispira a valori opposti: inclusione, sportività e rispetto di tutti”.

“Anche in questo caso abbiamo messo in campo già prima e durante la partita di domenica scorsa Lazio-Roma la nostra organizzazione per la sicurezza, presieduta dal Prefetto Nicolò D’Angelo, già vicecapo della Polizia, per applicare severamente il codice etico, individuare i responsabili, inibirne l’accesso allo stadio e costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati. Nelle prossime ore comunicheremo gli esiti, già positivi, della nostra attività, confidando sulla fattiva collaborazione delle istituzioni preposte alla salvaguardia delle regole democratiche” conclude.

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