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Mattarella a Casal di Principe visita la tomba di don Diana: “La mafia è violenza ma soprattutto viltà”

21 marzo 2023 | 12:01
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Mattarella a Casal di Principe visita la tomba di don Diana: “La mafia è violenza ma soprattutto viltà”
Mattarella a Casal di Principe visita la tomba di don Diana: “La mafia è violenza ma soprattutto viltà”
Mattarella a Casal di Principe visita la tomba di don Diana: “La mafia è violenza ma soprattutto viltà”
Mattarella a Casal di Principe visita la tomba di don Diana: “La mafia è violenza ma soprattutto viltà”
Mattarella a Casal di Principe visita la tomba di don Diana: “La mafia è violenza ma soprattutto viltà”
Mattarella a Casal di Principe visita la tomba di don Diana: “La mafia è violenza ma soprattutto viltà”

I ragazzi stufi di continuare a sentire il nome della loro terra associato alla camorra, ringraziano il Presidente della Repubblica perché la sua visita di oggi è un “incoraggiamento a proseguire nel cammino di riscatto, in cui ormai da anni ci siamo inoltrati”

Napoli – “La mafia è violenza ma, anzitutto, viltà. I mafiosi non hanno nessun senso dell’onore né coraggio. Si presentano forti con i deboli. Uccidono persone disarmate, organizzano attentati indiscriminati, non si fermano davanti a donne e a bambini. Si nascondono nell’oscurità”. Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Casal di Principe nel giorno nazionale in ricordo delle vittime innocenti di mafia

Mattarella si rivolge ai ragazzi dell’istituto Guido Carli. Prima, però, la visita al cimitero di Casal di Principe dove ha incontrato, nella cappella della famiglia Diana, gli stretti congiunti del sacerdote ucciso dalla camorra, in particolare i fratelli Emilio e Marisa e consorti e figli; c’era pure Augusto Di Meo, testimone oculare del delitto don Diana. Il Capo dello Stato si ferma davanti la lapide e pone una corona di fiori col tricolore sulla tomba del prete anti-mafia.

A Casal di Principe, un tempo roccaforte dei Casalesi, lo aspettavano tutti. Il sindaco che ha trasformato il volto della città, i familiari delle vittime, i ragazzi, stufi di continuare a sentire il nome della loro terra associato alla camorra e che ringraziano il Presidente della Repubblica perché la sua visita di oggi è un “incoraggiamento a proseguire nel cammino di riscatto, in cui ormai da anni ci siamo inoltrati”.

“Prima di venire qui, nella vostra scuola, mi sono recato al cimitero, davanti alla tomba di don Peppino Diana, dove ho incontrato i suoi familiari – ha detto Mattarella – Don Peppino era un uomo coraggioso, un pastore esemplare, un figlio della sua terra, un eroe dei nostri tempi, che ha pagato il prezzo più alto, quello della propria vita, per aver denunciato il cancro della camorra e per aver invitato le coscienze alla ribellione”.

“Don Diana aveva compreso, nella sua esperienza quotidiana, che la criminalità organizzata è una presenza che uccide persone, distrugge speranze, alimenta la paura, semina odio e ruba il futuro dei giovani. Usava – ha ricordato il capo dello Stato – parole ‘cariche di amore’. Parole chiare, decise, coraggiose. Dopo l’uccisione di un innocente disse: ‘Non in una Repubblica democratica ci pare di vivere ma in un regime dove comandano le armi. Leviamo alto il nostro No alla dittatura armata’. È esattamente così come diceva. Le mafie temono i liberi cittadini. Vogliono persone asservite, senza il gusto della libertà”. (foto Ufficio Stampa Quirinale)