IL FATTO |
Esteri
/

Da place de la Concorde agli incendi di Bordeaux: Francia a ferro e fuoco contro Macron

24 marzo 2023 | 22:22
Share0
Da place de la Concorde agli incendi di Bordeaux: Francia a ferro e fuoco contro Macron

Milioni di persone stanno scendendo in piazza contro la riforma delle pensioni. Una rottura, quella tra Macron e gran parte del popolo, iniziata già da tempo

Parigi – Da circa 10 giorni gli occhi del mondo sono puntati, con ansia e trepidazione, verso la Francia. Non solo a Parigi ma anche a Bordeaux, Lille, Nizza, Marsiglia, Nantes e via discorrendo. Questa volta però non per la sua meravigliosa bellezza, di cui la Tour Eiffel ne rappresenta il simbolo, ma per le contestazioni di milioni di persone. Talmente forti da aver costretto l’Eliseo a rinviare la visita, prevista nelle scorse, di Re Carlo III.

Giovani, anziani e donne si sono riversati nelle più importanti piazze del Paese per esprimere il proprio dissenso contro la riforma delle pensioni, di cui il presidente Emmanuel Macron è relatore e duro difensore. Le città vengono messe a ferro e fuoco, arresti ed incidenti sono all’ordine del giorno. Secondo i dati ufficiali attualmente disponibili, sarebbero circa 150 i poliziotti feriti e 170 i fermati. Confusione invece sui numeri dei manifestanti. Secondo quest’ultimi, sarebbero circa 3 milioni i francesi scesi in piazza, mentre per la polizia “solo” 1 milione.

Cartello che chiede le dimissioni di Macron

Comunque la si veda, sono numeri da capogiro e che ad alcuni riportano alla memoria parte della storia francese, almeno quella che parte dal 4 luglio 1789 con la “Presa della Bastiglia” e l’inizio della Rivoluzione che colpì non solo la Francia, ma anche il cuore dell’Europa. Dunque ai più non risulta neanche troppo strano ciò che sta avvenendo, ovvero un clima di netta rottura tra la presidenza Macron e gran parte del popolo.

Una rottura che tuttavia è iniziata già con le elezioni legislative del 2022, in particolare quelle del 19 giugno (il primo turno si è invece tenuto il 12, una settimana prima). In questo frangente Macron perse la maggioranza assoluta (289 membri) necessaria per governare il difficile Stato francese. Quest’ultimo è infatti caratterizzato da un sistema semi-presidenziale in cui il bilanciamento dei poteri è marcato quasi allo stremo. A salire fu invece il partito di Marine-Le Pen (Rassemblement National) ma anche Jean-Luc Melenchon (frontman del cartello delle sinistre Nupes). Da sottolineare come in Francia, proprio per il particolare ordinamento a cui precedentemente si accennava, le elezioni dell’Assemblea Nazionale e del Presidente si svolgono separatamente.

Una sconfitta, quella alle legislative, che ha indubbiamente indebolito Macron. Questo nonostante il suo ruolo attivo sulla scena internazionale, in quanto è stato uno dei principali (forse l’unico) interlocutori con Vladimir Putin. Senza contare il suo viaggio a Kiev, a bordo di un magone, insieme a Olaf Scholz e l’ex premier Mario Draghi.

Come gran parte dei paesi europei, anche la Francia ha subito non poche conseguenze dovute alla guerra in Ucraina. Almeno abbastanza da far dire a Macron, il 25 agosto 2022: “Tempi duri in arrivo, è finita l’era dell’abbondanza e della spensieratezza”. Una frase che gli costò non poche polemiche e problemi.

“Tra l’interesse generale ed i sondaggi, scelgo l’interesse generale”

E’ quindi un Macron indebolito quello che presenta la riforma delle pensioni che, senza dilungarsi in tecnicismi, prevede l’aumento a 64 anni per andare in pensione, contro i precedenti 62 (ma anche un aumento delle pensioni minime).

Una riforma dura che il Presidente ha definito “necessaria” per la Francia, e che non è neppure una novità. Già a gennaio il Governo a guida Elyzabeth Borne (non si confonda il Primo Ministro con il Presidente della Repubblica) provò a farla varare, ma uscì sconfitta dal confronto con i sindacati. Ma ora qualcosa è cambiato.

Questa proposta di legge ha scatenato inevitabilmente tensioni, polemiche e scioperi. Il 7 e l’8 marzo la Francia si è paralizzata, con oltre 1 milione di lavoratori e lavoratrici (ma secondo i sindacati sono molti di più) che hanno deciso di fermarsi come segno di protesta. Migliaia le bandiere francesi che sventolano in tutto il Paese, da nord a sud. C’è chi canta la Marsigliese a squarcia gola, sperando che qualcuno possa sentirli. Pochi giorni la violenza inizia a dilagare, a partire da Place de la Concorde per poi spostarsi in tutto il resto del Paese.

Fumogeni lanciati da manifestanti a Nantes

L’Eliseo non si è fatto intimidire, ma un grosso ostacolo ha rischiato di mettere in crisi la legge. Ovvero la mancanza di voti necessari, dato che nessuno (nè in maggioranza, nè tanto meno in opposizione) si sarebbe preso la responsabilità di votare una legge così impopolare. Dunque Macron ha deciso di rompere gli schemi e prendersi un grosso rischio. Con l’utilizzo del 49,3, ovvero l’articolo in Costituzione che permette ad una legge di passare senza il voto parlamentare, la riforma delle pensioni passa in Senato il 16 marzo 2023.

Questa decisione drastica non poteva che suscitare un’ondata di rabbia implacabile in tutta la Francia. Incendi, armi, e scontri con la polizia diventano all’ordine del giorno come non mai, con numeri da capogiro che hanno iniziato a ricordare i bollettini di guerra.  La decisione di ricorrere al 49,3 è stata vista come un pesante affronto, dato che probabilmente Macron non avrebbe avuto i voti sufficienti per far passare la riforma. Motivo per cui l’opposizione ha presentato due mozioni di censura (equivalente alla nostra mozione di sfiducia) il 20 marzo 2023. Ma il Governo è riuscito a salvarsi, dato che l’Assemblea Nazionale non ha raggiunto i 289 voti necessari.

Il 23 marzo 2023 Macron, intervistato a reti unificate

Parigi messa a ferro e fuoco

sulle principali reti televisive, ha rivelato: “Questa riforma io non la volevo fare, ma è necessaria. Tra l’interesse generale ed i sondaggi, scelgo l’interesse generale. Sono pronto ad assumermi l’impopolarità di questa scelta”. Mettendo poi l’accento sul fatto che non potrebbe comunque ricandidarsi, essendo al secondo mandato (in Francia il limite è fissato a 2). E’ proprio questo che i suoi detrattori gli rimproverano, ovvero quello di aver proposto la riforma sapendo che non avrebbe avuto nessuna conseguenza politica. Almeno per il suo futuro più lontano.

Un incidente comunicativo ha reso ancor più difficili le cose per l’inquilino dell’Eliseo. Proprio in quest’intervista sembra che, mentre parla al popolo con termini come “sacrifici”, abbia al polso un orologio da svariate migliaia di euro. Secondo i video sui social, il Presidente francese se lo sfilerebbe da sotto il tavolo, forse resosi conto della gaffe comunicativa. Tuttavia non ci sono prove che questo sia accaduto davvero o meno, ma ciò dimostra come non gli venga perdonato nulla.

I manifestanti occupano Marsiglia

Le manifestazioni stanno bloccando non solo le piazze. Ma anche gli aeroporti Charles De Gaulle e Gare de Lyon, i trasporti pubblici, i depositi petroliferi. I raid incendiari stanno colpendo Lione, Lilla e Bordeaux, dove i manifestanti hanno messo a ferro e fuoco il Municipio. Ma nonostante il dilagare della violenza, la legge sta seguendo il suo corso parlamentare. Almeno per ora…

Il Municipio di Bordeaux dato alle fiamme dai manifestanti


ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.

ilfaroonline.it è anche su TELEGRAM. Per iscriverti al canale Telegram con solo le notizie di Fiumicino, clicca su questo link