Roma tappezzata con manifesti contro Papa Bergoglio e la stretta sulla messa in latino

28 marzo 2023 | 16:23
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Roma tappezzata con manifesti contro Papa Bergoglio e la stretta sulla messa in latino

Attorno a San Pietro manifesti con Ratzinger e Wojtyla contro la decisione di Papa Francesco sulla messa in rito antico che può essere celebrata solo con l’autorizzazione del Vaticano

Città del Vaticano – Manifesti contro Papa Francesco e a sostegno della messa in rito antico sono spuntati questa mattina nel centro di Roma, più precisamente attorno a San Pietro. L’iniziativa di Toni Brandi, Luigi Casalini, Federico Catani, Guillaume Luyt, Simone Ortolani e Marco Sgroi, arriva a poco più di un mese dall’ulteriore stretta voluta dal Pontefice argentino proprio sulla messa in latino che per essere celebrata deve essere prima autorizzata dal Vaticano (leggi qui).

“Un comitato di promotori, che partecipano a titolo personale pur provenendo da diverse realtà cattoliche (come i blog Messainlatino e Campari & de Maistre, e le associazioni Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum e Ass. San Michele Arcangelo), ha voluto rendere pubblico il profondo attaccamento alla Messa tradizionale proprio quando ne sembra programmata l’estinzione: per amore del Papa, affinché sia paternamente aperto alla comprensione di quelle periferie liturgiche che da qualche mese non si sentono più ben accette nella Chiesa, perché trovano nella liturgia tradizionale la piena e compiuta espressione della fede cattolica tutta intera”, si legge in un comunicato pubblicato sul sito del Coordinamento Nazionale del Summor Pontificum.

Alle foto di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II si alternano frasi degli stessi, con in alto la scritta “Per amore del Papa, per la pace e l’unità della Chiesa, per la libertà della messa tradizionale latina”. Le comunità che celebrano secondo il Messale del 1962, spiegano i promotori dell’iniziativa, “non sono ribelli alla Chiesa; al contrario, benedette da una costante crescita di fedeli e di vocazioni sacerdotali, costituiscono un esempio di salda perseveranza nella fede e nell’unità cattoliche, in un mondo sempre più insensibile al Vangelo, e in un tessuto ecclesiale sempre più cedevole a pulsioni disgregatrici. Per questo, l’atteggiamento di rifiuto con cui i loro stessi pastori sono oggi costretti a trattarle, non è solo motivo di acerbo dolore, che questi fedeli si sforzano di offrire per la purificazione della Chiesa, ma costituisce anche una grave ingiustizia, davanti alla quale la carità stessa impone di non tacere”.

Del resto, stando alle parole dell’ex segretario di Benedetto XVI, lo stesso Ratzinger disse che la stretta di Bergoglio sulla messa in rito antico gli “ha spezzato il cuore” (leggi qui). “Nella Chiesa dei nostri giorni, in cui l’ascolto, l’accoglienza e l’inclusione ispirano ogni azione pastorale, e si vuol costruire la comunione ecclesiale ‘con metodo sinodale’, questo popolo di fedeli comuni, di giovani famiglie, di ferventi sacerdoti, ha la fiduciosa speranza che la sua voce non venga soffocata, ma accolta, ascoltata e tenuta nella giusta considerazione – la frecciatina del comitato promotore -. Chi va alla ‘Messa in latino’ non è un fedele di serie B, né un deviante da rieducare o una zavorra di cui liberarsi”.

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