Pasqua, il grido del Papa: “Basta guerre: affrettiamoci a percorrere sentieri di pace”

9 aprile 2023 | 12:11
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Pasqua, il grido del Papa: “Basta guerre: affrettiamoci a percorrere sentieri di pace”
Pasqua, il grido del Papa: “Basta guerre: affrettiamoci a percorrere sentieri di pace”
Pasqua, il grido del Papa: “Basta guerre: affrettiamoci a percorrere sentieri di pace”
Pasqua, il grido del Papa: “Basta guerre: affrettiamoci a percorrere sentieri di pace”
Pasqua, il grido del Papa: “Basta guerre: affrettiamoci a percorrere sentieri di pace”
Pasqua, il grido del Papa: “Basta guerre: affrettiamoci a percorrere sentieri di pace”

In 100mila a piazza San Pietro per la benedizione Urbi et Orbi del giorno di Pasqua. E Francesco supplica Cristo risorto: “Aiuta l’amato popolo ucraino nel cammino verso la pace, ed effondi la luce pasquale sul popolo russo”

Città del Vaticano – “Affrettiamoci a superare i conflitti e le divisioni e ad aprire i nostri cuori a chi ha più bisogno. Affrettiamoci a percorrere sentieri di pace e di fraternità”. Affacciato su una piazza San Pietro sferzata dal vento e baciata dal sole, Papa Francesco impartisce la benedizione Urbi et Orbi del giorno di Pasqua. Lo fa, come da tradizione, dalla loggia centrale della basilica vaticana. Un messaggio, quello di auguri “alla Città e al Mondo”, incentrato anche quest’anno sulla “speranza”, quella di un pianeta dove le armi non fanno più rumore.

“Cristo è risorto!”, esordisce, mentre i circa 100mila, tra fedeli e pellegrini, lo acclamano. Il sagrato, addobbato con migliaia di fiori provenienti dall’Olanda (leggi qui), in un tripudio di colori e profumi, e il picchetto d’onore delle Guardie Svizzere e delle Forze Armate italiane, fanno da cornice all’annuncio della risurrezione: “È Pasqua, che significa ‘passaggio’, perché in Gesù si è compiuto il passaggio decisivo dell’umanità: quello dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalla paura alla fiducia, dalla desolazione alla comunione. In Lui, Signore del tempo e della storia, vorrei dire a tutti, con la gioia nel cuore: buona Pasqua!”.

“Sia per ciascuno di voi, cari fratelli e sorelle, in particolare per gli ammalati e per i poveri, per gli anziani e per chi sta attraversando momenti di prova e di fatica, un passaggio dalla tribolazione alla consolazione. Non siamo soli: Gesù, il Vivente, è con noi per sempre”, aggiunge il Pontefice che poco prima ha celebrato la messa del giorno di Pasqua nella medesima piazza, concedendosi anche un bagno di folla. Prima di salire alla loggia delle benedizioni, Bergoglio, uscito poco più di una settimana fa dal Gemelli per una bronchite, non rinuncia a salutare i tanti fedeli che affollano lo spazio tra i due bracci del colonnato del Bernini. E così, in papamobile, percorre i corridoi tra i settori in cui è divisa la piazza e dove sventolano bandiere di tanti paesi. “Viva il Papa”, “Viva Francesco”, “Viva Cristo”, “Ti vogliamo bene”, urlano le persone al passaggio della papamobile, “costretta” ad arrivare fino a metà di via della Conciliazione per non scontentare nessuno.

Del resto, come dice lo stesso Bergoglio dalla loggia delle benedizioni, questo “è il giorno più importante e bello della storia. Cristo è risorto, è veramente risorto, come si proclama nelle Chiese di Oriente. Quel veramente ci dice che la speranza non è un’illusione, è verità!”. E ricordando i primi testimoni della risurrezione, che invita tutti a “correre”, come fecero Pietro e Giovanni che, appresa la notizia, corsero al sepolcro e lo trovarono vuoto: “A Pasqua, insomma, il cammino accelera e diventa corsa, perché l’umanità vede la meta del suo percorso, il senso del suo destino, Gesù Cristo, ed è chiamata ad affrettarsi incontro a Lui, speranza del mondo”.

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E, col pensiero ai tanti Paesi in guerra, ammonisce: “Affrettiamoci anche noi a crescere in un cammino di fiducia reciproca: fiducia tra le persone, tra i popoli e le Nazioni. Lasciamoci sorprendere dal lieto annuncio della Pasqua, dalla luce che illumina le tenebre e le oscurità in cui troppe volte il mondo si trova avvolto. Affrettiamoci a superare i conflitti e le divisioni e ad aprire i nostri cuori a chi ha più bisogno. Affrettiamoci a percorrere sentieri di pace e di fraternità. Gioiamo per i segni concreti di speranza che ci giungono da tanti Paesi, a partire da quelli che offrono assistenza e accoglienza a quanti fuggono dalla guerra e dalla povertà”.

Ma in questo cammino, sottolinea, “ci sono ancora tante pietre di inciampo, che rendono arduo e affannoso il nostro affrettarci verso il Risorto”. E, supplicando la pace, inizia a snocciolare (come oramai fa da dieci anni a questa parte) tutte le nazioni in guerra, a partire dall’est Europa: “Aiuta l’amato popolo ucraino nel cammino verso la pace, ed effondi la luce pasquale sul popolo russo. Conforta i feriti e quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra e fa’ che i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie”.

Tra i primi a essere nominati ci sono quelli del Medio Oriente: “Apri i cuori dell’intera Comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo, a partire dalla Siria, che attende ancora la pace. Sostieni quanti sono stati colpiti dal violento terremoto in Turchia e nella stessa Siria. Preghiamo per quanti hanno perso familiari e amici e sono rimasti senza casa: possano ricevere conforto da Dio e aiuto dalla famiglia delle nazioni”.

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Un’invocazione speciale va alla Terra Santa, negli ultimi giorni martoriata da bombardamenti e attentati (leggi qui): “In questo giorno ti affidiamo, Signore, la città di Gerusalemme, prima testimone della tua Risurrezione. Manifesto viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni che minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi, così che la pace regni nella Città Santa e in tutta la regione”.

Francesco chiede quindi pace anche per il Libano, “ancora in cerca di stabilità e unità, perché superi le divisioni e tutti i cittadini lavorino insieme per il bene comune del Paese”. A Cristo risorto chiede anche di “non dimenticare del caro popolo della Tunisia, in particolare dei giovani e di coloro che soffrono a causa dei problemi sociali ed economici, affinché non perdano la speranza e collaborino a costruire un futuro di pace e di fraternità”.

Il pensiero del Pontefice va quindi ad Haiti, “che sta soffrendo da diversi anni una grave crisi socio-politica e umanitaria”: per affinché Dio sostenga “l’impegno degli attori politici e della Comunità internazionale nel ricercare una soluzione definitiva ai tanti problemi che affliggono quella popolazione tanto tribolata”.

Francesco non dimentica l’Africa: supplica il Risorto di “consolidare i processi di pace e riconciliazione intrapresi in Etiopia e in Sud Sudan, e fa’ che cessino le violenze nella Repubblica Democratica del Congo. Sostieni, Signore, le comunità cristiane che oggi celebrano la Pasqua in circostanze particolari, come in Nicaragua e in Eritrea, e ricordati di tutti coloro a cui è impedito di professare liberamente e pubblicamente la propria fede. Dona conforto alle vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria”. Non manca una preghiera per il Myanmar: “Signore, a percorrere vie di pace e illumina i cuori dei responsabili perché i martoriati Rohingya trovino giustizia”.

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Nella mente del Pontefice sono ancora ben nitide le immagini del terribile naufragio di Cutro. E l’ultima invocazione è proprio per chi è costretto a lasciare il proprio Paese a causa della guerra: al Risorto chiede di confortare “i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili, nonché tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù”. E, bacchettando i Capi di Stato, aggiunge: “Ispira, Signore, i responsabili delle nazioni, perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica”.

Il campanone inizia a suonare, poi si accodano tutte le altre campane della basilica. Francesco saluta le migliaia di pellegrini: “Fratelli, sorelle, ritroviamo anche noi il gusto del cammino, acceleriamo il battito della speranza, pregustiamo la bellezza del Cielo! Attingiamo oggi le energie per andare avanti nel bene incontro al Bene che non delude. Tu, Signore della vita, incoraggia i nostri cammini e ripeti anche a noi, come ai discepoli la sera di Pasqua: ‘Pace a voi!'”. (Foto © Vatican Media)

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