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Il Papa striglia i cattolici leoni da tastiera: “Basta polemiche col copia-incolla sui social”

12 aprile 2023 | 11:57
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Il Papa striglia i cattolici leoni da tastiera: “Basta polemiche col copia-incolla sui social”
Il Papa striglia i cattolici leoni da tastiera: “Basta polemiche col copia-incolla sui social”
Il Papa striglia i cattolici leoni da tastiera: “Basta polemiche col copia-incolla sui social”
Il Papa striglia i cattolici leoni da tastiera: “Basta polemiche col copia-incolla sui social”
Il Papa striglia i cattolici leoni da tastiera: “Basta polemiche col copia-incolla sui social”
Il Papa striglia i cattolici leoni da tastiera: “Basta polemiche col copia-incolla sui social”

Il Pontefice bacchetta i cattolici: “Non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come ‘leoni da tastiera’ e surrogando la creatività dell’annuncio con il copia-e-incolla di idee prese qua e là”

Città del Vaticano – “Non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come ‘leoni da tastiera’ e surrogando la creatività dell’annuncio con il copia-e-incolla di idee prese qua e là. Il Vangelo si annuncia muovendosi, camminando, andando”.

Dal sagrato della basilica vaticana, magistralmente addobbato come un giardino da migliaia di fiori (leggi qui), Papa Francesco striglia i cattolici leoni da tastiera che si limitano al “copia-incolla” e alle polemiche dietro un pc. L’occasione è la tradizionale Udienza generale del mercoledì. Il Pontefice, continuando il ciclo di catechesi sul tema “La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente”, propone oggi ai fedeli un secondo focus sulla figura di San Paolo.

L’apostolo delle genti, infatti, fa notare il Papa, “non ignora il pericolo di uno zelo distorto, orientato in una direzione sbagliata; in questo pericolo era caduto lui stesso prima della caduta provvidenziale sulla via di Damasco. Talvolta abbiamo a che fare con una premura mal orientata, accanita nell’osservanza di norme puramente umane e obsolete per la comunità cristiana”.

E ammonisce severamente i credenti: “Non possiamo ignorare la sollecitudine con cui alcuni si dedicano a occupazioni sbagliate anche nella stessa comunità cristiana; si può millantare un falso slancio evangelico mentre si sta inseguendo in realtà la vanagloria o le proprie convinzioni o un po’ l’amore di sé stesso”.

Al contrario, chi annuncia il Vangelo “si deve muovere, deve camminare! Lo zelo evangelico è l’appoggio su cui si basa l’annuncio, e gli annunciatori sono un po’ come i piedi del corpo di Cristo che è la Chiesa. Non c’è annuncio senza movimento, senza ‘uscita’, senza iniziativa. Questo vuol dire che non c’è cristiano se non in cammino, non è un cristiano se il cristiano non esce da sé stesso per mettersi in cammino e portare un annuncio. Non c’è annuncio senza movimento, senza cammino”.

“Un annunciatore è pronto a partire, e sa che il Signore passa in modo sorprendente; deve quindi essere libero da schemi e predisposto ad un’azione inaspettata e nuova: preparato per le sorprese. Chi annuncia il Vangelo non può essere fossilizzato in gabbie di plausibilità o nel ‘si è sempre fatto così’, ma è pronto a seguire una sapienza che non è di questo mondo”. ammonisce ancora il Santo Padre.

E conclude: “E’ importante avere questa prontezza alla novità del Vangelo, questo atteggiamento che è uno slancio, un prendere l’iniziativa, un andare per primo. È un non lasciarsi sfuggire le occasioni per promulgare l’annuncio del Vangelo di pace, quella pace che Cristo sa dare più e meglio di come la dà il mondo”.

A proposito di pace, nel salutare i fedeli che riempiono piazza San Pietro, il Pontefice ricorda il 60° anniversario dell’Enciclica Pacem in terris, che San Giovanni XXIII indirizzò alla Chiesa e al mondo nel pieno della tensione tra i due blocchi contrapposti nella cosiddetta guerra fredda. All’epoca, Roncalli £aprì davanti a tutti l’orizzonte ampio in cui poter parlare di pace e costruire la pace: il disegno di Dio sul mondo e sulla famiglia umana. Quell’Enciclica fu una vera benedizione, come uno squarcio di sereno in mezzo a nubi scure. Il suo messaggio è attualissimo. Basti ad esempio questo passo: ‘I rapporti tra le comunità politiche, come quelli tra i singoli esseri umani, vanno regolati non facendo ricorso alla forza delle armi, ma nella luce della ragione, e cioè nella verità, nella giustizia, nella solidarietà operante’ (n. 62). Invito i fedeli e gli uomini e le donne di buona volontà a leggere la Pacem in terris, e prego perché i Capi delle Nazioni se ne lascino ispirare nei progetti e nelle decisioni”. (Foto © Vatican Media)

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