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Il prezzo del latte mette in ginocchio gli allevatori del Lazio: continua la protesta a Maccarese

14 aprile 2023 | 14:22
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La crisi che riguarda il prezzo del latte sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Lazio, costretti a lavorare in perdita. Da giorni stanno protestando sotto la sede di Latte Sano a via della Muratella. E annunciano: “Se la situazione non si risolve, rimarremo qui ad oltranza”

Fiumicino – La crisi che riguarda il prezzo del latte sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Lazio, costretti a lavorare in perdita. E’ questo ciò che sta tenendo banco sul territorio regionale negli ultimi giorni.

Ma nonostante le difficoltà, alcuni di loro stanno protestando da ormai 4 giorni sotto la sede di Latte Sano in via della Muratella. In un clima tutt’altro che primaverile, con raggi di sole interrotti da grande piogge, gli allevatori non si fermano nemmeno di fronte alla tempesta e chiedono a gran voce dignità e rispetto per il proprio lavoro.

Stiamo protestando contro l’abbassamento del prezzo del latte, deciso in maniera unilaterale nel mese di febbraio. Il prezzo è al di sotto dei costi di produzione delle nostre aziende e ci espone tantissimo a rischio chiusura. E’ una situazione insostenibile”. A parlare è il presidente della Cooperativa Latte Più Valentino Vela, intervistato da ilfaroonline.it sotto la sede di Latte Sano.

Vela, in modo pacato ma deciso, si fa portavoce degli interessi degli allevatori del Lazio costretti ogni giorno a combattere con alti costi e poco profitto. Il Presidente sottolinea: “Abbiamo chiesto all’interlocutore industriale un segno di apertura per trovare la via d’uscita, ma la risposta è stata una completa chiusura“. Ciò comporta, secondo Vela, che “siamo costretti a mandare al macero latte fresco di alta qualità, che invece potrebbe tranquillamente arrivare sulle tavole dei romani. Il prezzo è calato di 3 centesimi secchi: da 60 a 57, per una percentuale di oltre il 5%”.

Cosa chiedono, dunque, gli allevatori in difficoltà: “Chiediamo dignità per i nostri lavoratori – spiega Vela -, sostenibilità e benessere per i nostri animali. Siamo al quarto giorno della nostra protesta: rimarremo qui fin quando la situazione non si risolve, altrimenti rimarremo ad oltranza” tuona.

Il Presidente spiega, in maniera preoccupata, tutti i rischi connessi alla crisi del prezzo del latte: “Rischiamo la chiusura delle nostre aziende e dunque l’impossibilità dei nostri animali di poter bere latte della campagna romana” conclude, lanciando un appello affinchè si possa trovare una soluzione in tempi brevi e soddisfacente.

“Stiamo qui per protestare in quanto è assurdo che il pagamento del latte è più basso rispetto al costo. I soldi, oltre che per vivere dignitosamente, ci servono per investire: se un prodotto viene pagato sottocosto, è impossibile andare avanti“. A parlare è Giuseppe, un allevatore di Cerveteri che lavora nel campo da 52 anni, che poi ricorda altri momenti difficili relativi al costo del latte: “Un momento complesso è stato a fine anni 90, a causa delle multe delle quote latte. Ma mai così difficile. Questo anche perchè – spiega – gli interlocutori che fanno questo lavoro stanno diminuendo e sta diventando un monopolio. Questo è un dramma

Giuseppe ci tiene a precisare una cosa: i 3 centesimi rappresentano solo la sopravvivenza. Dietro c’è una storia molto più lunga, partita ormai tanti anni fa: “Quando c’era ancora la lira, il latte al bar sugli scaffali stava a 15000 lire. A noi allevatori veniva riconosciuto il 50%, ovvero 800 lire. Ma oggi non è più cosi'” dice, spiegando che “il latte di alta qualità sta intorno ai 2 euro. Se il range fosse rimasto invariato, dovremmo avere almeno 1 euro. Mentre oggi dobbiamo fare la carità per 60 centesimi. E’ inaccettabile” aggiunge Giuseppe determinato e deciso.

“Tante aziende, per forza di cose, hanno chiuso per questo fatto. L’opinione pubblica non si rende conto: pensa che la nostra protesta sia strana o poco comprensibile, ma in realtà il vaso ormai è pieno. Basta vedere quante imprese nella Regione Lazio hanno chiuso...” conclude l’allevatore.

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