IL FATTO

Ardea, rifiuti e case abusive: benvenuti nelle favelas

27 aprile 2023 | 18:11
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Ardea, rifiuti e case abusive: benvenuti nelle favelas
Ardea, rifiuti e case abusive: benvenuti nelle favelas
Ardea, rifiuti e case abusive: benvenuti nelle favelas
Ardea, rifiuti e case abusive: benvenuti nelle favelas

Ad Ardea, che ormai sembra una discarica a cielo aperto, non si placano le emergenze legate all’abusivismo ed ai rifiuti. “Spariti” 706 ettari di demanio statale

Ardea – 706 ettari del demanio dello Stato, trasferito al Comune di Ardea oltre 5 anni fa, e mai preso in consegna dal Comune di Ardea la cui pratica naviga in alto mare. Intanto crescono come funghi costruzioni abusive, tra le migliaia già occupate da tanti cittadini indigeni, rom e senza tetto vari. A nulla serve l’impegno profuso della municipale che, come è a conoscenza di una costruzione abusiva corre a mettere il sequestro, e spesso più di uno in quanto i provetti muratori comtinuano a violare i sigilii del sequestro fino a quando non completano l’opera e ci vanno ad abitare. Purtroppo le case spesso anche di dubbia resistenza statica vengono occupate anche senza corrente elettrica che come capita viene fornita dal vicino o addirittura prelevata abusivamente dai pali della linea elettrica, anche con rischi di restare fulminati.

Vengono scavati pozzi artesiani senza alcun permesso , l’intera zona è una discarica a cielo aperto e molte aree sono state date alle fiamme dopo averci scaricato tonnellate di rifiuti con le conseguenze dei fumi tossici, di un combusto che con le piogge, rishiano di penetrare nelle falde acquifere anche minerali, L’area confina con il territorio di Aprilia dove ci sono pozzi di acqua minerale, acqua che viene venduta a privati. Inoltre tutta l’area è un campo a cielo aperto di rifiuti fatto salvi quegli ettari che un agricoltore coltiva con passione granaglie varie, un terreno che spesso viene deturpato dal passaggio di auto che rompono tratti di seminato. Quello che è peggio il grande traffico di auto di dubbia provenienza che vengono smantellate sezionate e i pezzi rivenduti in prevalenza auto appena uscite dalla concessionaria e in genere di grossa cilindrata.

Confluvi che vengono riempiti di rifiuti tra i quali vi coprono anche le carcasse di auto (vedi filmato) Una situazione che è sempre più terra di nessuno, in mano a raccoglitori di ferri vecchi e rifiuti vari che abitano in zona. Nessun passaggio di proprietà viene effettuato tra il possessore che altro non sono gli eredi dei primi assegnatari ai quali venivano consegnati tre ettari di terreno per coltivarlo e non per rivenderselo, insomma terreno dato come si danno le case popolari. Fermo restando che nella zona chi ha venduto in prevalenza ha frazionato abusivamente un terreno incappando nel reato di lottizzazione abusiva, e ci ha sempre abusivamente costruito sopra, con i vari condoni sono state presentate le domande di richiesta di condono che non possono essere evase in quanto non hanno un atto di proprietà, domande che dovrebbero essere respinte.

In quei terreni specialmente lungo la via Laurentina che da Ardea porta al ponte del Fosso della Moletta all’ingresso della frazione di Tor San Lorenzo sono stati costruiti lungo i due lati della strada provinciale capannoni industriali e commerciali oltre a delle abitazioni capannoni con attuali attività commerciali che operano tutti senza alcuna licenza commerciale ma solo con il silenzio assenso tutti con il silenzio assenso? Il tutto per un tacito permissivismo delle amministrazioni che si sono susseguite fino ad oggi. Non a caso si vedono scheletri di capannoni in costruzione fermi da decenni in quanto non possono ottenere il permesso a costruire. 706 ettari in prevalenza in mano a famiglie nomadi con tutte le conseguenze che ne derivano. A nulla sono servite le interrogazioni consiliari presentate da consiglieri comunali (ne alleghiamo una). Anche l’espletamento delle richieste di sanatoria presentate dal primo “acquirente” oggi sono passate di mano più volte e non possono essere evase uno perchè non c’è il titolo di proprietà, due perchè la domanda l’ha presentata il primo acquirente che successivamenbte l’ha venduta al altri e così via. Questo comporta un grande inquinamento di cui nessun Ente ecologico se ne interessa.

Strade in terra battuta, o con larghe stese di fresato bituminoso altamente inquinante, discariche di pezzi di ricambio, di materiali tossico nocivi come amianto, come copertoni di auto che spesso vengono dati alle fiamme con l’inquinamento dell’aria che ne consegue, insomma diversi rifiuti tossici e nocivi, abbandonati nei campi distese di discariche date alle fiamme basti leggere i verbali dei Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Roma, non ci sono sistemi fognanti ma tutte le acque luride a disperisione nel terreno, cave riempiute di rifiuti, ma soprattutto nessun controllo se non quello dei locali carabinieri che vanno a controllare i tanti personaggi ai domiciliari. Inutile parlare del traffico di sostanze stupefacenti che spesso seguestrano i tutori dell’ordine di ogni arma o corpo specialmente della Polizia di Stato, una zona dove vengono in prevalenza catturati ricercati anche di grosso calibro, ma questo potrebbe dircelo la Polizia di Stato del Commissariato di Anzio. Strade tutte senza illuminazione, nessun controllo notturno. Spesso la Guardia di Finanza ha scovato anche piccole piantagioni di mariujana, specialmente nelle aree delle Acque Basse, dove i canali di scolo sono delle discariche di rifiuti a cielo aperto.

Nei filmati si vede di tutto addirittura un grosso mezzo meccanico una “ruspa” che riempie i confluvi diversi giardini che hanno in mostra non fiori ma motori di automezzi o carcasse di auto. E in tutto questo ancora vengono effettuati allacci elettrici per conbto dell’Enel. Una situazione che non depone bene per il turismo in considerazione dei frequenti roghi estivi che infestano l’aria e le acque come nelle estati passate dove ogni sera quasi a scadenza notturna i vigili del fuoco erano costretti ad intervenire. Purtroppo non ci sono telecamere agli ingressi delle vie d’accesso alle Salzare dove una zona quella confinante con la Nuova Florida e Banditella bassa si chiama “Monte del Lupo” come quella confinante con la litoranea dove ci sono diversi consorzi come il più grande “Le sabbie d’oro” o la galatea, vengono con gli incendi ammorbati dai fumi tossici e puzzolenti provenienti dalla zona chiamata “Acque Basse” dove basta una sventagliata di gocce d’acqua le abitazioni tutte abusive finiscono annegate e devono intervenire i mezzi anfibi dei vigili del fuoco. E Proprio in questa zona Acque basse fu arrestato il nomade che ad Ostia fu accusato con accuse tutte da provare di volersi vendere il figlioletto, abitazioni sempre in questa alluvionabile zona dove furnono arrestati nomadi componenti la banda dei supermercati, alcune strade sono sbarrate da cancelli in ferro invalicabili, insomma terra di nessuno. Entrambe le zone sono del Territorio delle Salzare. Dulocis in fundo tra la zona delle Acque basse e la litoranea a ridosso delle sabbie ci sono ancora cinque manufatti tre delle restanti palazzine del tristemente noto del “Complesso immobiliare delle Salzare” con un vasto centro commerciale semidistrutto restano delle sette originarie palazzine soltanto tre palazzine di su tre piani ed hanno un totale di 108 appartamenti quasi tutte occupate abusivamente da nomadi e senzatetto. La vasta area su cui sorgevano sei palazzine è null’altro che una discarica a cielo aperto, come la maggioranza degli scantinati sono pieni di rifiuti. Fortunatamente è in programma prima di quest’estate la demolizione di ciò che resta della struttura dell’originario progetto. Qualora non si procederà svanirà il sogno dell’ex sindaco Mario Savarese di realizzarci un mega centro sportivo con relativo palazzetto dello sport, i cui fondi del Pnrr sono già a disposizione, soldi che qualora non si procede rapidamente alla bonifica totale si perderanno e svanirà il sogno di avere ad ardea un palazzetto dello sport. A nulla sono servite le interrogazioni consiliari presentate da consiglieri comunali e cittadini tutte senza risposta. (ne alleghiamo una) presentata nel consiglio retto da Carlo Eufemi

L’interrogazione

“Interrogazione a risposta scritta presentata all’assise consiliare il 30 maggio 2013 Consigliere comunale Tantari Umberto Capogruppo Lista “Per Abate Sindaco” Al Sindaco, al Dirigente dell’Area Tecnica, all’assessore con delega agli USI CIVICI, al Comandante della Polizia Municipale, al delegato alla Polizia Municipale. Questa amministrazione, composta sia da navigati che da neofiti della politica, dovrebbe ben conoscere il grave stato di deficit istituzionale e di legalità in cui versa la terra di nessuno, leggasi i 706 ettari delle Salzare. I queste aree, assegnate in via provvisoria ai naturali di Ardea negli anni cinquanta e da sempre gravate da Uso Civico, quindi soggette senza eccezioni all’inedificabilità assoluta e alla invendibilità presso terzi di terreni, si è consumato da sempre il peggiore malcostume ardeate. Provvisoriamente assegnate dal Commissario agli Usi Civici in quote da 3 (tre) ettari ai naturali di Ardea, questi ultimi, per la maggioranza, hanno poi proceduto in maniera del tutto irregolare alla parcellizzazione di quanto loro assegnato e alla successiva vendita degli appezzamenti di terreno. Naturalmente non vi furono rogiti e passaggi notarili di alcun tipo ma soltanto una “vendita dei diritti” di Uso Civico su privati pezzi di carta, privi di alcun valore giuridico e di legittimità. Di fianco a tale discutibile pratica si è subito affiancata quella, ancor peggiore, della edificazione selvaggia della zona, gli occupanti ci hanno edificato sopra: dalle baracche, alle villette, alle abitazioni di lusso con piscina, ai capannoni industriali, alle attività economico-commerciali e quanto altro l’immaginazione possa concepire. La fagocitazione di questa parte di territorio ad opera di questi privati è giunta fino al paradosso della vendita di micro aree di poche decine di mq per la realizzazione di piazzole sosta per i mezzi dei rom. I manufatti realizzati nei 706 ettari, tutti e senza eccezioni, sono sprovvisti di qualsivoglia requisito. Non ci sono i titoli di proprietà; non ci sono i permessi urbanistici, non ci sono gli scarichi in fogna; non ci sono le autorizzazioni sanitarie; insomma non c’è niente di niente che possa anche lontanamente far pensare alla legalità. Ad aggravare questa già pesante situazione vi è anche la triste constatazione che tale modus operandi da parte degli occupanti è ancora pienamente attivo, anche adesso, mentre stiamo parlando, c’è qualcuno nei 706 ettari, che sta illegalmente compravendendo o edificando senza averne alcun titolo o legittimità. Per decenni, sotto il naso delle autorità la gente ha continuato a costruire, a vendere e ad esercitare la propria attività su ciò che non era suo, conseguendone in qualche caso congrui vantaggi economici. Il Comune e le Forze dell’Ordine non hanno visto, potuto, o forse addirittura voluto intervenire in merito a quanto stava avvenendo proprio sotto ai loro occhi e questo, in un paese civile, è inaccettabile. Come è possibile che in tanti anni le autorità non abbiano visto o sentito nulla in questo territorio? Perché è stato consentito il crearsi “Spontaneamente” di migliaia e migliaia di manufatti abusivi? Di chi sono le responsabilità vecchie e nuove? Allo scrivente rusulta peraltro che anni fa furono eseguite dal corpo di Polizia Municipale almeno 200 verbalizzazioni di attività commerciali presenti nella zona, trovate dagli agenti sprovviste appunto dei requisiti essenziali per poter operare. Tali pratiche giacciono da tempo presso il comando dei Vigili ed io voglio appunto interrogare le persone in indirizzo, e in maniera specifica il comandante intende fare normalmente corso a quelle 200 pratiche già espletate da chi lo ha preceduto oppure se vuole fare altrimenti, rischiando finanche l’Omissione di Atti d’Ufficio! Inoltre, sembra che il Sindaco voglia proporre nei 706 ettari una sorta di “periodo di non belligeranza” nel quale le autorità non dovrebbero fare alcunché in attesa che si definisca la controversia generale sui 706 ettari che nelle parole di Di Fiori, potrebbero avviarsi a conclusione in tempi ragionevoli.  Dopo la sentenza del 1989 di Cassazione i 706 ettari sono tornati a Sforza Cesarini e con gravame di Uso Civico, ma nel frattempo i nobili avevano tutti rinunciato all’eredità quindi lo Stato aveva incamerato i loro beni ma con riserva. Infatti se nei 706 ettari oggi viene effettuata una visura catastale, la stessa esce con la proprietà a carico dello Stato. Pertanto, forse, sarebbe meglio procedere a far togliere tale riserva e far passare i 706 ettari in via definitiva allo Stato, per poi adoperarsi con gli atti consequenziali presso l’Agenzia del Demanio per addivenire ad una successiva alienazione dei terreni in favore degli occupanti. In ogni caso, se si intende procedere adesso con una “manica larga” in favore degli occupanti le terre dei 706 ettari allora bisognerebbe allentare la pressione ed i controlli urbanistici anche nel restante territorio per non creare disparità di trattamento tra chi ha operato nella totale illegalità e chi, invece, si è mosso all’interno del PRG e pagando quanto dovuto di tasse al comune. Ovvero non è possibile procedere con un occhio solo, e magari anche chiuso, per gli occupanti i 706 ettari, là ci sono pure tanti parenti, mentre poi si è subito pronti ad intervenire per andare ad abbattere persino la cuccia del cane nel resto del territorio. I cittadini non possono essere considerati dal comune di serie A di B o addirittura senza classificazione. In definitiva lo scrivente chiede alle autorità in indirizzo il ripristino della legalità in questa parte del territorio, che vengano eseguiti i dovuti controlli commerciali ed urbanistico-sanitari per porre fine a decenni di abusi disinvolti e alla creazione ultima di mini campi rom. Questa terra di nessuno deve tornare sotto il controllo delle autorità prima che possano generar visi anche problemi di ordine pubblico. Umberto Tantari consigliere comunale”.

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