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Papa Francesco ha modificato la “Costituzione” dello Stato della Città del Vaticano

In parte confermata la "legge fondamentale" del 2000, ma da Papa Bergoglio arriva un'ulteriore stretta sulle finanze vaticane e un'altra apertura ai laici nel ruolo di governo dello Stato della Città del Vaticano

Città del Vaticano – Dopo 23 anni, cambia la Legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano. A modificarla è stato Papa Francesco, che nell’introduzione della nuova “costituzione”, spiega così i motivi di questa modifica: “Chiamato ad esercitare in forza del munus petrino poteri sovrani anche sullo Stato della Città del Vaticano, che il Trattato lateranense ha posto come strumento per assicurare alla Santa Sede l’assoluta e visibile indipendenza e per garantirle la sovranità anche nel campo internazionale, ho ritenuto necessario emanare una nuova Legge Fondamentale per rispondere alle necessità dei nostri giorni”.

Questa Legge, che succede a quella del 1929 e sostituisce quella del 2000, spiega Papa Bergoglio, “assume e completa gli aggiornamenti normativi sin qui emanati e i mutati profili istituzionali resi operativi nello Stato anzitutto, con la riforma della Legge sulle fonti del diritto, della Legge sul Governo dello Stato e della Legge sull’ordinamento giudiziario”.

Clicca qui per leggere la nuova Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano

In linea di massima, la “Costituzione” del 2000 resta confermata in molte parti, come la “la pienezza della potestà di governo” del Sommo Pontefice “che comprende il potere legislativo, esecutivo e giudiziario”. Rimane anche “la singolare peculiarità e l’autonomia dell’ordinamento giuridico vaticano”, distinto da quello della Curia Romana. E confermata la competenza dello Stato sulle zone extra territoriali, o per meglio dire “l’esercizio di ogni potere conseguente sul territorio, definito dal Trattato lateranense, e negli immobili e nelle aree dove operano istituzioni dello Stato o della Santa Sede e sono vigenti, in forza del diritto internazionale, garanzie e immunità personali e funzionali”.

La prima grande novità riguarda la Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano: confermata la funzione legislativa, la Commissione però si apre ai laici. Fino ad oggi, infatti, l’organismo era composto da un cardinale presidente (che è anche il presidente del Governatorato) e da altri cardinali. Con la legge appena promulgata, nella Commissione entreranno anche “altri membri” nominati dal Papa per un quinquennio e  potranno farvi parte anche laiche e laici.

L’altra grande novità riguarda le finanze vaticane. E qui il Papa attua una nuova stretta sul bilancio preventivo e consuntivo che viene deliberato annualmente dalla Pontificia Commissione, “in conformità alle regole di contabilità” e “con atti aventi forza di legge”. La Commissione delibera il piano finanziario triennale sottoponendo “questi atti direttamente all’approvazione del Sommo Pontefice”. Il bilancio deve assicurare “l’equilibrio” di entrate e uscite” e ispirarsi ai “principi di chiarezza, di trasparenza e di correttezza”. “In caso di necessità – si legge – il presidente può disporre con decreto spostamenti di risorse tra i capitoli di bilancio, mantenendo l’equilibrio dei saldi e tenendo conto della sostenibilità nel tempo”. Inoltre “il bilancio è sottoposto al controllo e alla verifica contabile di un Collegio, composto da tre membri, nominati per un triennio dalla Pontificia Commissione, alla quale riferisce”.

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