Le vittime dei preti pedofili scrivono al Papa: “A ogni insabbiamento le ferite risanguinano”

17 maggio 2023 | 17:22
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Le vittime dei preti pedofili scrivono al Papa: “A ogni insabbiamento le ferite risanguinano”

“Ci aspettiamo che facciate tutto ciò che è in vostro potere per assicurare che in tutti gli angoli della Chiesa universale la questione degli abusi sessuali e spirituali sia vista, affrontata e impedita attraverso adeguate misure preventive”

Città del vaticano – Un gruppo di vittime di abusi sessuali dell’Arcidiocesi di Monaco ha consegnato al Papa, al termine dell’udienza generale di oggi, una lettera. Giunti a Roma in bici, si tratta di quindici persone, il più anziano dei quali ha 80 anni.

“Donne e uomini dell’arcidiocesi di Monaco, persone con storie di vita diverse, si sono riuniti e si stanno recando da Lei a Roma. Ciò che li accomuna è la terribile esperienza di abusi subiti da bambini e giovani per mano di sacerdoti, religiosi e religiose. Uomini e donne al servizio della Chiesa hanno inflitto gravi violenze fisiche, sessuali e psicologiche alle persone affidate alle loro cure, spesso ferendo profondamente e distruggendo anche l’anima dei giovani. Il messaggio del Vangelo è stato pervertito dagli autori e dalle autrici dei reati. Le vittime soffrono ancora oggi le conseguenze e la loro vita ne è ancora influenzata e limitata in modi e intensità diverse”, scrivono nella lettera consegnata al Papa.

“Ad ogni nuova notizia nei media sugli abusi nel contesto della Chiesa, ad ogni report di esperti che viene prodotto nelle diocesi della Chiesa universale e che rivela le azioni crudeli di sacerdoti e religiosi, così come il fallimento e l’insabbiamento dei responsabili – proseguono le vittime di abusi – le cicatrici si riaprono e le ferite ricominciano a sanguinare. Eppure, ci sono persone vittime di abusi che non vogliono e non possono chiudere definitivamente con la ’loro chiesà e con la fede, che continuano a sperare e ad aspettarsi che i responsabili della Chiesa cattolica affrontino con coerenza e decisione gli abusi del passato e facciano di tutto per garantire che la Chiesa sia un luogo sicuro per i bambini e i giovani, dove possano sperimentare la bellezza e la liberazione del messaggio di Gesù Cristo”.

“Se oggi ci accostiamo a Lei, Santo Padre, – e quindi alla Chiesa – arrivano a Lei donne e uomini che sono stati feriti, umiliati e segnati per tutta la vita. Ma allo stesso tempo, donne e uomini che non si rassegnano a ciò che è accaduto. Persone a testa alta, retti e con una forte volontà di vivere e sopravvivere. Vogliamo incontrarla guardandoci negli occhi. Ci aspettiamo – scrivono ancora le vittime di preti pedofili – che facciate tutto ciò che è in vostro potere per assicurare che in tutti gli angoli della Chiesa universale la questione degli abusi sessuali e spirituali sia vista, affrontata e impedita attraverso adeguate misure preventive. I primi passi sono stati fatti, ma dal nostro punto di vista è ancora necessario un impegno forte e chiaro di tutte le persone responsabili all’interno della Curia e nelle diocesi della Chiesa universale. Inoltre, è necessario inviare un chiaro segnale ai perpetratori e ai vescovi che non hanno adempiuto alle loro responsabilità e che, in una certa misura, non lo fanno ancora oggi”. (

Oltre alla lettera, il gruppo ha consegnato al Papa un’opera dell’artista di Monaco, Michael Pendry, che mostra un cuore diverso dalle classiche raffigurazioni con “molte parti aperte”, “spigoloso”, “ferito”. “È così anche nel nostro intimo, nel centro del nostro essere, nel centro del nostro cuore! Ancora oggi, il percorso di guarigione è una sfida enorme, per alcuni si affronta con fatica, per altri non è possibile, nonostante tutti gli sforzi e il desiderio”.

Il pellegrinaggio in bici, come si legge sui media Vaticani, è stato sostenuto dall’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga, che sulla questione abusi ha sempre ribadito l’assoluta volontà di fare chiarezza e l’incondizionata disponibilità alla collaborazione con le autorità statali, invitando anche a segnalare ogni sospetto caso di abuso ai referenti indipendenti della Arcidiocesi. Tra le prime in Germania, la Chiesa di Monaco aveva commissionato un rapporto indipendente allo studio legale Westpfahl Spilker Wastl circa i casi di abuso compiuti tra il 1945 e il 2019. A seguito del rapporto erano state avviate indagini per chiarire i comportamenti non corretti commessi da responsabili ecclesiastici. Le indagini sono state archiviate alla fine di marzo scorso, in quanto i sospetti non sono sufficienti o perché i fatti sono prescritti. (foto © Vatican Media)

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