Siviglia-Roma, le pagelle: Mancini sfortunato (5), Smalling highlander (8), Bounou eroe di Coppa (7,5)

E’ stata la partita più lunga della storia: ben 146 minuti è durata la finale di Europa League tra Siviglia e Roma. Ad avere la meglio è stata la squadra di Mendilibar, ma i giallorossi di Mourinho hanno comunque disputato una grande partita
Budapest – E’ stata la partita più lunga della storia del calcio: ben 146 minuti, infatti, è durata la finale di Europa League tra Siviglia e Roma. Ad avere la meglio è stata la squadra spagnola, che ha alzato la loro settima Coppa e si conferma la Regina di questa competizione. Svanisce così il sogno per gli uomini di Mou, che hanno comunque giocato una grande partita.
Le pagelle del Siviglia
Bounou: 7,5.
Saracinesca. In grado di stupire già al Mondiale, quando con il suo Marocco ha superato la Spagna ai calci di rigore parandone 2 (gara che valeva la semifinale), si è confermato quasi insuperabile dal dischetto. Con le parate sui rigori di Ibanez e Mancini ha messo l’ipoteca sulla qualificazione.
Jesus Navas: 6.
Esperto. Non ha più lo scatto dei bei tempi, complice i suoi 37 anni, ma l’esperienza si è fatta sentire parecchio. Non trita la fascia destra ma la gestisce, complice la brutta partita di Spinazzola. Ciliegina sulla torta il cross che causa l’autogol di Mancini. (Dal 94′ Montiel: 6. Gioca pochi minuti di gara, difficile dare un voto superiore. Ha il compito di calciare il rigore decisivo, come accaduto già nella finale dei Mondiali, ed al secondo tentativo fa centro).
Gudelj: 6.
Ordinato. Pochi fronzoli, tanta sostanza. E’ così riassumibile la partita di Gudelj, costretto agli straordinari complice la non perfetta forma fisica del suo compagno di reparto. Incolpevole sul gol di Dybala, comanda bene la difesa.
Badè: 5,5.
Confuso. Ha seriamente rischiato di non giocare a causa di un infortunio nella rifinitura, ma Mendilibar non ha voluto rinunciare a lui. Scelta da rivedere: Dybala lo fulmina con uno scatto, segnando il gol romanista. Non commette altri errori grossi, ma non trasmette sicurezza.
Telles: 6.
Lavoratore. Corre avanti-indietro su tutta la fascia sinistra per 94′ minuti, quando poi Mendilibar decide di sostituirlo. Non un fenomeno, ma un giocatore su cui poter sempre contare anche grazie alla sua esperienza in squadre come Porto, Inter e Manchester United. (Dal 94′ Rekic: 6. Senza infamia e senza lode, fa il suo fino ai calci di rigore).
Rakitic: 7.
Professore. Partita straordinaria per il centrocampista croato, il voto sarebbe stato ancora più alto se i giallorossi non avessero disputato una partita gagliarda in mezzo al campo. Colpisce un palo alla fine del primo tempo, trasmette sicurezza, non sbaglia un pallone. Forse graziato per un secondo giallo mancato per un intervento su Ibanez, ma oltre questo Rakitic, ormai 35enne, sembra non invecchiare mai.
Fernando: 5,5.
Impacciato. Soffre la presenza di Cristante e Matic e si nota visibilmente la sua stanchezza nei tempi supplementari (anche lui 35enne). Mendilibar lo toglie prime dei calci di rigore, e a posteriori sembra essere stata la scelta giusta. (Dal 128′ Jordan: S.V)
Ocampos: 6.
Fumoso. A Siviglia ha sicuramente trovato la sua dimensione. Vecchia conoscenza del calcio italiano, al Milan e al Genoa non ha brillato. Si vede che ha talento, ma a Budapest non ha inciso. Fa parte della mischia che ha portato all’autogol di Ibanez, ma nulla in più. Partita sufficiente.
Torres: 5.
Ingabbiato. La sua finale dura solo 45 minuti: non trova nessuno spazio contro i tre centrali giallorossi, non si rende mai pericoloso, servito poco e male, poca intraprendenza. Non una grande serata per lo spagnolo. (dal 46′ Suso: 6,5. Salta l’uomo con grande facilità e trasmette sempre un senso di pericolo. Forte di un grande tiro, come ha dimostrato nella semifinale contro la Juve, mette in ansia anche Rui Patricio che sul finire del secondo tempo rischia di combinarla grossa.
Gil: 5,5.
Volenteroso. Rispetto a Torres non fa molto di più, ma ha il merito di provare a farsi vedere. Non basta però per convincere Mendilibar a lasciarlo in campo per più di un tempo. (Dal 46′ Lamela: 5,5. Se non avesse segnato il rigore, sarebbe stato anche più basso. Si sacrifica poco in fase difensiva e la Roma non ha mai difficoltà a marcarlo. Unica nota positiva il penalty trasformato).
El-Nesyri: 5.
Sparito. Stagione molto difficile per il centravanti della squadra andalusa e la finale di Budapest ne è lo specchio. Non tira mai e non azzecca un passaggio. E’ un gran lottatore e quindi ci prova sempre, ma non basta.
Mendilibar: 6.
Spavaldo. Si è avvicinato a questa partita esponendosi molto nelle varie conferenze stampa, dimostrandosi (almeno di facciata) intraprendente. Il primo tempo però sembra dargli torto, dato che la sua squadra è in balia della Roma. Nel secondo tempo però il Siviglia alza i giri del motore, complice il calo fisico dei giallorossi, ma tiri nello specchio di Rui Patricio non si vedono e serve un autogol per pareggiare. I cambi non hanno poi dato grandi scossoni alla gara, ma alla fine gli spagnoli escono vincitori dopo 146 minuti.