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Siviglia-Roma, le pagelle: Mancini sfortunato (5), Smalling highlander (8), Bounou eroe di Coppa (7,5)

1 giugno 2023 | 12:00
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Siviglia-Roma, le pagelle: Mancini sfortunato (5), Smalling highlander (8), Bounou eroe di Coppa (7,5)

E’ stata la partita più lunga della storia: ben 146 minuti è durata la finale di Europa League tra Siviglia e Roma. Ad avere la meglio è stata la squadra di Mendilibar, ma i giallorossi di Mourinho hanno comunque disputato una grande partita

Budapest – E’ stata la partita più lunga della storia del calcio: ben 146 minuti, infatti, è durata la finale di Europa League tra Siviglia e Roma. Ad avere la meglio è stata la squadra spagnola, che ha alzato la loro settima Coppa e si conferma la Regina di questa competizione. Svanisce così il sogno per gli uomini di Mou, che hanno comunque giocato una grande partita.

Le pagelle del Siviglia

Bounou: 7,5.
Saracinesca. In grado di stupire già al Mondiale, quando con il suo Marocco ha superato la Spagna ai calci di rigore parandone 2 (gara che valeva la semifinale), si è confermato quasi insuperabile dal dischetto. Con le parate sui rigori di Ibanez e Mancini ha messo l’ipoteca sulla qualificazione.

Jesus Navas: 6.
Esperto.  Non ha più lo scatto dei bei tempi, complice i suoi 37 anni, ma l’esperienza si è fatta sentire parecchio. Non trita la fascia destra ma la gestisce, complice la brutta partita di Spinazzola. Ciliegina sulla torta il cross che causa l’autogol di Mancini. (Dal 94′ Montiel: 6. Gioca pochi minuti di gara, difficile dare un voto superiore. Ha il compito di calciare il rigore decisivo, come accaduto già nella finale dei Mondiali, ed al secondo tentativo fa centro).

Gudelj: 6.
Ordinato. Pochi fronzoli, tanta sostanza. E’ così riassumibile la partita di Gudelj, costretto agli straordinari complice la non perfetta forma fisica del suo compagno di reparto. Incolpevole sul gol di Dybala, comanda bene la difesa.

Badè: 5,5.
Confuso. Ha seriamente rischiato di non giocare a causa di un infortunio nella rifinitura, ma Mendilibar non ha voluto rinunciare a lui. Scelta da rivedere: Dybala lo fulmina con uno scatto, segnando il gol romanista. Non commette altri errori grossi, ma non trasmette sicurezza.

Telles: 6.
Lavoratore. 
Corre avanti-indietro su tutta la fascia sinistra per 94′ minuti, quando poi Mendilibar decide di sostituirlo. Non un fenomeno, ma un giocatore su cui poter sempre contare anche grazie alla sua esperienza in squadre come Porto, Inter e Manchester United. (Dal 94′ Rekic: 6. Senza infamia e senza lode, fa il suo fino ai calci di rigore).

Rakitic: 7.
Professore.
Partita straordinaria per il centrocampista croato, il voto sarebbe stato ancora più alto se i giallorossi non avessero disputato una partita gagliarda in mezzo al campo. Colpisce un palo alla fine del primo tempo, trasmette sicurezza, non sbaglia un pallone. Forse graziato per un secondo giallo mancato per un intervento su Ibanez, ma oltre questo Rakitic, ormai 35enne, sembra non invecchiare mai.

Fernando: 5,5.
Impacciato. Soffre la presenza di Cristante e Matic e si nota visibilmente la sua stanchezza nei tempi supplementari (anche lui 35enne). Mendilibar lo toglie prime dei calci di rigore, e a posteriori sembra essere stata la scelta giusta. (Dal 128′ Jordan: S.V)

Ocampos: 6.
Fumoso. A Siviglia ha sicuramente trovato la sua dimensione. Vecchia conoscenza del calcio italiano, al Milan e al Genoa non ha brillato. Si vede che ha talento, ma a Budapest non ha inciso. Fa parte della mischia che ha portato all’autogol di Ibanez, ma nulla in più. Partita sufficiente.

Torres: 5.
Ingabbiato. La sua finale dura solo 45 minuti: non trova nessuno spazio contro i tre centrali giallorossi, non si rende mai pericoloso, servito poco e male, poca intraprendenza. Non una grande serata per lo spagnolo. (dal 46′ Suso: 6,5. Salta l’uomo con grande facilità e trasmette sempre un senso di pericolo. Forte di un grande tiro, come ha dimostrato nella semifinale contro la Juve, mette in ansia anche Rui Patricio che sul finire del secondo tempo rischia di combinarla grossa.

Gil: 5,5.
Volenteroso. 
Rispetto a Torres non fa molto di più, ma ha il merito di provare a farsi vedere. Non basta però per convincere Mendilibar a lasciarlo in campo per più di un tempo. (Dal 46′ Lamela: 5,5. Se non avesse segnato il rigore, sarebbe stato anche più basso. Si sacrifica poco in fase difensiva e la Roma non ha mai difficoltà a marcarlo. Unica nota positiva il penalty trasformato).

El-Nesyri: 5.
Sparito. Stagione molto difficile per il centravanti della squadra andalusa e la finale di Budapest ne è lo specchio. Non tira mai e non azzecca un passaggio. E’ un gran lottatore e quindi ci prova sempre, ma non basta.

Mendilibar: 6.
Spavaldo. Si è avvicinato a questa partita esponendosi molto nelle varie conferenze stampa, dimostrandosi (almeno di facciata) intraprendente. Il primo tempo però sembra dargli torto, dato che la sua squadra è in balia della Roma. Nel secondo tempo però il Siviglia alza i giri del motore, complice il calo fisico dei giallorossi, ma tiri nello specchio di Rui Patricio non si vedono e serve un autogol per pareggiare. I cambi non hanno poi dato grandi scossoni alla gara, ma alla fine gli spagnoli escono vincitori dopo 146 minuti.

Le pagelle della Roma

Rui Patricio: 5,5
Insicuro.
L’avventura del portiere portoghese a Roma è andato calando nel corso dei mesi. Qualche errore di troppo, anche grave. E a Budapest non solo rischia di regalare al Siviglia il gol del vantaggio a fine secondo tempo, ma non para nemmeno un rigore (complice anche la ripetizione del tiro di Montiel). Il suo collega spagnolo, invece, ne ha parati 2.

Mancini: 5.
Sfortunato. 
E’ uno dei fedelissimi di Mourinho, un vero e proprio guerriero in campo. A volte trascende, ma o lo si ama o lo si odia. A Budapest, però, il destino gli è stato crudele. Causa l’autogol del pareggio e va in confusione, sbagliando anche uno dei calci di rigore. Fa l’assist per il gol di Dybala, ma purtroppo non basta.

Smalling: 8.
Highlander. Non sarebbe difficile credere che la Roma, in caso potesse, lo rinnoverebbe a vita. Ha 33 anni, ma sembra ne abbia 20. Fa una partita commovente ed eroica, è sempre al posto giusto al momento giusto. Al 145′ colpisce anche la traversa, mandando la Roma ad un passo dal sogno. Un gigante.

Ibanez: 6.
Concentrato. 
Non è un mistero che molti tifosi romanisti temessero il centrale brasiliano. Ha talento e corsa da vendere, ma a volte è sembrato soffrire troppo la pressione. Ma, con sorpresa generale, gioca una partita gagliarda e sempre concentrato. E sul rigore sbagliato, più che sue responsabilità, ci è voluto uno strepitoso Bounou.

Celik: 6,5.
Intraprendente. In questo finale di stagione il terzino turco ha avuto un miglioramento esponenziale, colmando le difficoltà iniziali dovute all’adattamento. Concede pochissimo a Telles e Ocampos e fa un bellissimo assist a Spinazzola ad inizio gara, non sfruttato a dovere. Si candida ad una permanenza anche il prossimo anno.

Matic: 7,5.
Professore. 
E’ arrivato a Roma un po’ in silenzio, nascosto da grandi colpi come Dybala e Wjinaldum. In pochi si sarebbero aspettati di trovarsi in squadra un fenomenale centrocampista come il serbo. E’ il vero leader di questa squadra, che trascina compagni e tifosi senza bisogno di aizzare con i gesti. Schiaccia Fernando. Al 120′ non ce la fa più: non sembra, ma ha 34 anni. Lascia il campo con l’ovazione della Puskas Arena giallorossa e dello stadio Olimpico. (Dal 120 Bove: SV).

Cristante: 6,5.
Diga. 
Da lui non ci si dovrà mai aspettare serpentine, rabone o strappi in velocità. Ma se si ha intenzione di avere equilibrio, grinta ed intelligenza tattica, da Cristante non si può prescindere. Non un fulmine di guerra, ma sopperisce a ciò con la scaltrezza. Con Matic formano una diga. Ed insacca alle spalle di Bounou anche il rigore, l’unico segnato dalla Roma.

Spinazzola: 5.
Stanco. 
Una stagione travagliata per l’esterno della Nazionale, che non ha mai trovato continuità o comunque i livelli dell’Europeo che lo hanno portato al centro delle attenzioni di tutti, competizione in cui si è rotto il tendine d’Achille. E da quel momento in poi qualcosa si è perso, e di certo non è stato ritrovato a Budapest. Non riesce nè a marcare Navas nè a rendersi pericoloso. Tanti dribbling, tante palle perse. Insufficiente. (Dal 106 Llorente: 6. Solido e garante, fa il suo con calma ed esperienza. Una certezza per Mourinho).

Pellegrini: 5,5
Inconcludente. 
Ha il merito di riuscire a rimanere sempre freddo nei momenti decisivi, senza lasciarsi trascinare dalla foga nè buttandosi giù nelle criticità. Il Capitano romanista ha bisogno di spazio per le verticalizzazioni e la regia avanzata, uno spazio che non gli è stato concesso. Non fa tempo neanche a tirare il rigore, in quanto uscito a fine secondo tempo supplementare (Dal 106 El Shaarawy: 6. Ci prova, ma il gioco è troppo spezzattato per prendere ritmo. Sufficienza meritata per il solito impegno).

Dybala: 6,5.
Joya. 
Mou lo ha tenuto nascosto per chissà quanto nelle ultime settimane. Ignote le sue reali condizioni fisiche, è stata un’incognita (almeno per i tifosi) fino ad un’ora e mezza prima della partita, quando sono state rese note le distinte di gara. Paulo non aveva mai segnato in una finale europea, ma stavolta lo ha fatto mandando in estasi un popolo intero. Qualità e dribbling all’ordine del giorno, gioca però solo un’ora. (Dal 68′ Wjinaldum: 4,5. Ha iniziato la sua stagione con la rottura di tibia e perone, poi poche partite giocate, poi un nuovo infortunio. Una stagione, quella per l’olandese, di difficilissima valutazione. Ma tutto ciò ha sicuramente impattato a Budapest, dove è stato vuoto).

Abraham: 4,5
Fantasma. 
Qualcuno ha visto Abraham? Il centravanti inglese è stato autore di una partita in cui, se non ci fosse stato, non se ne sarebbe accorto nessuno. Stagione difficilissima per l’inglese: anche a Budapest non fa un tiro in porta e non riesce a stoppare neanche un pallone. Da valutare, nel corso dell’estate, le valutazioni che si faranno da entrambe le parti. (Al 74′ Belotti: 6. Un cuore impavido che non si arrende mai, prova a trascinare la squadra e a mettere paura ai difensori avversari. Va vicinissimo anche al gol con una gran girata, una rete che avrebbe avuto il significato di rinascita per il Gallo. Partita comunque ampiamente sufficiente, pur senza gol).

Mourinho: 6,5
Trascinatore. 
E’ stata la prima finale europea persa dallo Special One, ma ciò non toglie la gran partita disputata. Roma aggressiva ed intraprendente nel primo tempo, nei secondi 45 minuti i giallorossi calano fisicamente. Forse tardivo l’ingresso di El Shaarawy, ma si tratta di dettagli. Se la Roma avesse vinto, non ci sarebbe stato niente di strano. (Foto: Twitter @OfficialASRoma)