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Roma Pride, dopo le polemiche la Pisana fa marcia indietro: tolto il patrocinio

5 giugno 2023 | 21:18
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Roma Pride, dopo le polemiche la Pisana fa marcia indietro: tolto il patrocinio

“La Regione Lazio non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, come l’utero in affitto”

Roma – La Pisana fa marcia indietro. “La Regione Lazio in data odierna ha provveduto a revocare il patrocinio alla manifestazione denominata ‘Roma Pride 2023’. La decisione si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato ‘Queeresistenza’, consultabile pubblicamente sul sito della kermesse”. Con questo comunicato stampa, la Regione Lazio annuncia la revoca del patrocinio al Roma Pride, in programma sabato nel centro di Roma (leggi qui)precisando che le affermazioni del manifesto “violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio. In particolare, il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano”

La firma istituzionale della Regione Lazio – sottolinea la Pisana – non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto. E ciò anche alla luce di quanto dichiarato da Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride”.

“Si esprime altresì rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede da Regione Lazio, sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un’occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia – fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione – per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione” aggiunge il comunicato.

La Giunta del Lazio ribadisce il proprio impegno sui diritti civili, come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del presidente Francesco Rocca su temi fondamentali che però nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata” conclude.

Rocca: “Strumentalizzata la nostra adesione”

”Ma quale omofobia e ordini dall’alto, la revoca del patrocinio al Gay Pride dipende solo dal fatto che hanno voluto strumentalizzare la nostra adesione facendola passare per un sostegno alla pratica dell’utero in affitto, che oltre ad essere illegale è basata sullo sfruttamento delle donne povere”, il commento del governatore Rocca.

”Ho ricevuto una lettera con richiesta di patrocinio molto cortese da parte degli organizzatori – spiega Rocca in un’intervista a La Stampa -. Ho deciso sul principio di accordarlo perché trovo che il Gay Pride sia una giornata di tutti, non una manifestazione politica. Ma nella lettera di risposta c’era scritto chiaramente di evitare di associare il logo della Regione ad aspetti che potessero ledere la sensibilità morale di altri cittadini”. ”Mi riferisco alla pratica dell’utero in affitto. Ogni altra motivazione che mi viene attribuita è strumentale e fa parte della ideologizzazione di questi temi che non mi appartiene. Ma l’utero in affitto è una pratica illegale in Italia perché basata sullo sfruttamento delle donne più povere. E lo dico per esperienza diretta”.

”Ma quali ordini – ribadisce – È stata la dichiarazione di Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride, a farmi imbestialire. Avevamo concesso in buona fede il patrocinio e lui ne fa una strumentalizzazione vergognosa, affermando di apprezzare il fatto che la regione avrebbe, leggo testuale, ‘deciso di sottrarsi alla trappola dei pregiudizi ideologici, prendendo le distanze politiche da quanti in Parlamento vorrebbero rendere la nascita delle nostre figlie e dei nostri figli reato universale, perseguendo la gestazione per altri’. Questo quando avevamo chiesto proprio il contrario, ossia di non associare la regione a pratiche illegali che non rientrano nelle finalità del Pride”.

Non manderò i carabinieri a togliere il logo dal sito, facessero come credono. Io ho preso una posizione molto chiara, netta contro l’utero in affitto e la possibilità di accostare la Regione Lazio a quella pratica, stop. Questa è la posizione, c’è poco altro da aggiungere” ha poi detto Rocca, ospite di Rtl.

”Dispiace che sia un’occasione persa per dialogare invece in maniera costruttiva sui diritti civili, in maniera deideologizzata, lo dico anche da persona che a Roma ha contribuito ad aprire la prima casa nazionale che accoglieva ragazzi e ragazze che venivano allontanati da casa perché non accettati dalla loro famiglia per motivi della loro identità sessuale”, ha concluso.

Insorge l’opposizione

E se il Pd aveva dapprima applaudito alla decisione di concedere il patrocinio, dopo la revoca l’opposizione tuona: “Un’occasione sprecata e un brutto segnale. Dimostra l’incapacità di sostenere una battaglia giusta, quella per l’ascolto delle istanze e la promozione dei diritti di tutti, che – pur nella legittima e auspicabile differenza di idee e opinioni – dovrebbe rappresentare un impegno di tutte le forze politiche. Ancora una volta, invece, dopo la consueta alzata di scudi da parte dei Pro Vita, prevale un approccio ideologico e un’idea di società ristretta e ingiusta. Anche per questo, sabato saremo in piazza, insieme alla comunità Lgbtq+”, afferma la consigliera regionale del Partito Democratico Marta Bonafoni, presidente della XIII Commissione “Trasparenza e pubblicità”.

Dello stesso avviso anche la consigliera regionale dem Eleonora Mattia, che definisce la decisione di Rocca “un passo indietro sulla tutela dei diritti civili e un brutto segnale nei confronti di quella cultura fatta di tolleranza e pari opportunità che con tanto impegno in questi anni abbiamo coltivato come Istituzioni in costante osmosi con la società civile. Un percorso intrapreso contro ogni discriminazione e soprattutto in risposta alla cultura dell’odio spesso sfociata persino in episodi di aggressioni e di violenza. Come Istituzioni dobbiamo dare il buon esempio e, in tal senso, il ritiro del patrocinio al Roma Pride da parte della Regione Lazio non è un segnale incoraggiante”.

Sulla vicenda interviene anche  l’ex assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, che tuona: “Ritirare il patrocinio al Roma Pride è un grave errore. Rocca sbaglia a togliere il patrocinio al Roma Pride. Il Presidente Rocca rappresenta la Regione Lazio che è di tutte e tutti. Il tema dell’utero in affitto, su cui sono fortemente contrario da sinistra ed ho firmato una petizione pubblica, non c’entra nulla ed è un argomento pretestuoso. Chi rappresenta le istituzioni deve essere il rappresentante di tutti. I diritti vanno difesi e non negati”.

“La revoca del patrocinio al Roma Pride di sabato è un altro tassello della battaglia delle destre contro i diritti civili. Il dietrofront della Regione Lazio, dopo le richieste e gli attacchi al Pride dei Pro Vita, colpisce non solo le rivendicazioni, la difesa e la promozione dei diritti della comunità Lgbtq+, ma tutti e tutte noi e quindi il bene comune. È grave che un’istituzione venga piegata ad interessi di parte e a un’idea di società piccola piccola, costruita sulle ingiustizie e le disuguaglianze. Per questo, con ancora più convinzione, sfileremo anche noi sabato per le vie della Capitale”, si legge in una nota a firma del Movimento POP, rete di buone pratiche nata dall’incontro di donne e uomini, associazioni, amministratori, comitati ed enti di volontariato che contribuiscono ogni giorno alla cura del territorio e delle comunità del Lazio.

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