IL FATTO

Uccide la moglie in Francia, poi rapisce la figlia e fugge in Italia: arrestato a Civitavecchia

9 giugno 2023 | 18:18
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Uccide la moglie in Francia, poi rapisce la figlia e fugge in Italia: arrestato a Civitavecchia

Sull’uomo, un 40enne, pendeva un mandato d’arresto europeo

Civitavecchia – Nella giornata di ieri, grazie alla cooperazione tra le Forze di Polizia europee, e alla sinergia operativa degli attori impegnati nel controllo del territorio nazionale, gli operatori della Polfer in servizio presso lo  scalo ferroviario di Civitavecchia, unitamente a quelli del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Civitavecchia e della Polizia di Frontiera della medesima cittadina, hanno rintracciato e messo in sicurezza un cittadino tunisino di 40 anni, con al seguito la propria figlia minore, sospettato, in Francia, di aver ucciso la propria compagna e rapito la bambina.

Le ricerche in Italia sono state attivate dai responsabili del Centro di Cooperazione di Polizia di Ventimiglia che hanno fornito le descrizioni del soggetto e della minore dando indicazioni che sarebbero potuti entrare in Italia e muoversi nel territorio italiano attraverso i treni.

Grazie alla diffusione immediata delle informazioni ricevute ad opera del Compartimento di Polizia Ferrovia per la Liguria e della Squadra Mobile della Questura di Genova, si è effettuato, infatti, un attento monitoraggio negli ambiti ferroviari di competenza ed in particolare presso lo scalo ferroviario di Civitavecchia dove è giunto un treno proveniente da Genova, a bordo del quale viaggiava il soggetto ricercato.

L’attività di cooperazione è stata seguita dall’ufficio SI.RE.NE., che ha richiesto ed ottenuto dal collaterale ufficio francese la documentazione necessaria attraverso cui procedere all’arresto del soggetto.

Sulla scorta della documentazione ottenuta dall’ufficio SI.RE.NE. si è proceduto pertanto ad eseguire il mandato di arresto Europeo traendo in arresto il soggetto, ora associato presso il carcere di Civitavecchia a disposizione della Corte d’appello di Roma. Sempre sulla scorta delle medesime informazioni la minore è stata affidata ai servizi sociali del Comune di Civitavecchia e posta in una struttura protetta.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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