“Vogliamo vivere in pace”: 30 Premi Nobel firmano il documento sulla fraternità umana

10 giugno 2023 | 19:55
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“Vogliamo vivere in pace”: 30 Premi Nobel firmano il documento sulla fraternità umana

Da piazza San Pietro si leva un grande grido di pace: “I nostri figli, il nostro futuro possono prosperare soltanto in un mondo di pace, giustizia ed uguaglianza”

Città del Vaticano -Un grande grido di pace si leva dal centro di Roma. “Vogliamo vivere in pace, siamo fratelli e sorelle”. I trenta Nobel riuniti in Vaticano per “Not Alone”, il meeting mondiale sulla fratellanza (leggi qui) hanno firmato una dichiarazione sulla fraternità umana. “Mai più la guerra. Pace, giustizia e uguaglianza”, hanno scritto nel documento nel quale è stato chiesto di fermare “la violenza domestica, la armi nucleari. Mai più migrazioni forzate, schiavitù e corruzione”. A nome del Papa, la dichiarazione è stata sottoscritta dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano: “Abbiamo tanti problemi nel mondo, ma abbiamo anche una strada maestra sulla quale camminare tutti: è quella della fraternità che il Papa ha ripreso nella Fratelli tutti. Costruiamo un mondo di pace. Auspichiamo tutti che queste parole si traducano nella pratica di tutti i giorni. Non deleghiamo”. Di seguito il testo completo della dichiarazione:

DICHIARAZIONE SULLA FRATERNITÀ UMANA
Roma, piazza San Pietro, 10 giugno 2023

«Siamo diversi, siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni, ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace» (Papa Francesco). Ogni uomo è mio fratello, ogni donna è mia sorella, sempre. Vogliamo vivere insieme, da fratelli e sorelle, nel Giardino che è la Terra. È il Giardino della fraternità la condizione della vita per tutti.

Siamo testimoni di come in ogni angolo del mondo l’armonia perduta rifiorisce quando la dignità è rispettata, le lacrime vengono asciugate, il lavoro è remunerato equamente, l’istruzione è garantita, la salute è curata, la diversità è apprezzata, la natura è risanata, la giustizia è onorata e le comunità abbracciano solitudine e paure.

Insieme scegliamo di vivere le nostre relazioni basate sulla fraternità, che è alimentata dal dialogo e dal perdono, che «non implica il dimenticare» (FT, n. 250), ma il rinunciare «ad essere dominati dalla stessa forza distruttiva» (FT, n. 251) di cui tutti soffriamo le conseguenze.

Uniti a Papa Francesco vogliamo ribadire che «la vera riconciliazione non rifugge dal conflitto, bensì si ottiene nel conflitto, superandolo attraverso il dialogo e la trattativa trasparente, sincera e paziente» (FT, n. 244). Questo nel contesto dell’architettura dei diritti umani.

Lo vogliamo gridare al mondo nel nome della fraternità: Non più la guerra! È la pace, la giustizia, l’uguaglianza a
guidare il destino di tutta l’umanità. No alla paura, alla violenza sessuale e domestica! Cessino i conflitti armati.

Diciamo basta alle armi nucleari e alle mine antiuomo. Mai più migrazioni forzate, pulizia etnica, dittature, corruzione e schiavitù. Fermiamo l’uso manipolativo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, anteponiamo e fecondiamo di fraternità lo sviluppo tecnologico.

Incoraggiamo i Paesi a promuovere sforzi congiunti per creare società di pace, come ad esempio, l’istituzione di un Ministero per la pace. Ci impegniamo a bonificare la terra macchiata dal sangue della violenza e dell’odio, dalle disuguaglianze sociali e dalla corruzione del cuore. All’odio rispondiamo con l’amore.

La compassione, la condivisione, la gratuità, la sobrietà e la responsabilità sono per noi le scelte che nutrono la fraternità personale, quella del cuore.

Far crescere il seme della fraternità spirituale inizia da noi. Basta piantare un piccolo seme al giorno nei nostri mondi relazionali: la propria casa, il quartiere, la scuola, il luogo di lavoro, la piazza e le istituzioni in cui si prendono le decisioni.

Crediamo anche nella fraternità sociale che riconosce uguale dignità per tutti, alimenta l’amicizia e l’appartenenza, promuove l’educazione, le pari opportunità, condizioni di lavoro dignitose e la giustizia sociale, l’accoglienza, la solidarietà e la cooperazione, l’economia sociale solidale e una giusta transizione ecologica, una agricoltura sostenibile che garantisca l’accesso al cibo per tutti, per promuovere relazioni armoniose, radicate nel rispetto reciproco e nella cura del benessere per tutti.

In questo orizzonte è possibile sviluppare azioni di prossimità e leggi umane, perché «la fraternità ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà e all’uguaglianza» (FT, n. 103). Insieme vogliamo costruire una fraternità ambientale, fare pace con la natura riconoscendo che “tutto è in relazione”: il destino del mondo, la cura del creato, l’armonia della natura e stili di vita sostenibili.

Desideriamo edificare il futuro sulle note del Cantico delle Creature di san Francesco, il canto della Vita senza fine. La trama della fraternità universale tesse l’ordito delle strofe del Cantico: tutto è in relazione e nella relazione con tutto e con tutti è la Vita.

Pertanto noi, riuniti in occasione del primo Incontro Mondiale della Fraternità Umana, rivolgiamo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà il nostro appello alla fraternità. I nostri figli, il nostro futuro possono prosperare soltanto in un mondo di pace, giustizia ed uguaglianza, a beneficio dell’unica famiglia umana: solo la fraternità crea umanità.

Sta alla nostra libertà volere la fraternità e costruirla insieme in unità. Sottoscrivi insieme a noi questo appello per abbracciare questo sogno e trasformarlo in prassi quotidiane, affinché giunga alle menti e ai cuori di tutti i governanti e a chi, ad ogni livello, ha una piccola o grande responsabilità civica. (foto © Vatican Media)

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