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Ardea, gli abitanti delle Salzare “sfrattano” le suore. Poi la richiesta al Comune: “Dateci una casa”

17 giugno 2023 | 22:48
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Ardea, gli abitanti delle Salzare “sfrattano” le suore. Poi la richiesta al Comune: “Dateci una casa”

Occupata una palazzina delle suore di Ardea, ma a breve arriveranno i bambini delle colonie estive. E il Comune, senza una denuncia formale delle suore, non può intervenire.

Ardea – È stata ritirata l’accusa di occupazione abusiva nei confronti degli occupanti della struttura delle suore ad Ardea situata all’uscita di Via Firenze, sulla Litoranea. E gli occupanti abusivi, rappresentati da uno dei loro membri, hanno espresso la loro gratitudine per la comprensione e la generosità dimostrata dalle religiose che gestiscono la struttura.

Tutto a posto, dunque? Non esattamente. Attualmente, gli occupanti possono rimanere nell’edificio finché non si riesce a trovare una sistemazione alternativa. Tuttavia, non si conosce né il momento né se si riuscirà a trovarla, in quanto in mancanza di una denuncia formale non è possibile attivare l’intervento dell’amministrazione comunale

Si tratta di nuclei familiari o persone singole senza una residenza stabile ad Ardea. Secondo quanto riferito da uno degli occupanti, un emissario delle suore ha avuto una conversazione con loro, ascoltando le ragioni che li hanno spinti a intraprendere l’occupazione abusiva. Le suore, colpite dalla situazione delle donne con tre bambini piccoli, hanno deciso di fare un gesto di compassione, consentendo loro di rimanere nella struttura, con la condizione di mantenere un comportamento educato, pulito e soprattutto di cercare una nuova sistemazione.

Ed è qui il corto circuito: loro, da soli, non hanno i mezzi per trovare un’alternativa ma il Comune, in assenza di una denuncia, non può attivare i servizi sociali nella direzione di un nuovo alloggio.

Tutto nasce dalle Salzare…

Gli occupanti hanno chiarito che le suore hanno compreso come la loro situazione sia dovuta a una causa di forza maggiore e che ciò non sarebbe accaduto se non fosse stato per l’abbattimento dell’immobile di “Lido delle Salzare”, dove risiedevano da tempo. Hanno anche fatto notare alle suore che le aree circostanti vengono pulite regolarmente, e che risultano puliti i marciapiedi.

“Dica al sindaco – hanno detto al giornalista sul posto – che le suore hanno ritirato la denuncia per occupazione abusiva dell’edificio e che quindi possiamo stare tranquilli finché l’amministrazione comunale non prenderà altre decisioni”.
Gli occupanti dunque sono consapevoli che non potranno rimanere a lungo nella struttura, ma sono decisi a farlo finché non verrà loro trovata un’altra sistemazione. I senzatetto, tra cui tre bambini piccoli, hanno anche difficoltà nell’ottenere cibo, poiché non tutti lavorano (forse solo uno o due, con lavori precari).

Una soluzione a tempo determinato

Sorge la domanda: e se non fossero più in grado di nutrire i più piccoli? Come agirà il Comune e i suoi competenti assistenti sociali? Gli ospiti non potranno certamente rimanere nella struttura, soprattutto perché a breve dalle suore di Ardea arriveranno i bambini per le colonie estive, alcuni dei quali hanno anche difficoltà motorie.

Il problema della “querela di parte” delle suore di Ardea

Se è vero – come sostiene l’occupante – che le suore hanno ritirato la denuncia per l’occupazione abusiva di un edificio privato, come può il sindaco Cremonini ordinare uno sgombero? Si tratta infatti di un reato a querela di parte, come previsto dalla Legge Cartabia. Attualmente, l’amministrazione comunale, il sindaco e l’assessorato ai servizi sociali possono soltanto sgomberare l’area del portierato e il piazzale di fronte al complesso delle Salzare, di proprietà del Comune, ma senza una denuncia da parte delle suore di Ardea non possono intraprendere altre azioni. E neanche il Prefetto potrà farlo…

La legge italiana e la carità delle suore di Ardea

Tuttavia, nel loro cuore e per la loro fede cristiana, le suore potrebbero trovare difficile mettere in strada adulti e bambini in difficoltà. Questa situazione rappresenta un vero dilemma: il comune potrebbe almeno garantire assistenza ai neonati? E potrebbe farlo anche se i genitori non sono residenti ad Ardea? Domande, che per ora restano senza risposta…

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