IL FATTO

Formia, l’ombra della “mafia” dietro la bomba fatta esplodere in frutteria

21 giugno 2023 | 12:01
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Formia, l’ombra della “mafia” dietro la bomba fatta esplodere in frutteria

Una bomba è esplosa davanti ad una frutteria, scatenando paura tra i residenti. L’Associazione Caponnetto: “Sono anni che denunciamo il clima criminale che avvolge le città del sud pontino”

Formia – Una mattinata di esplosioni si è verificata a Formia lo scorso 20 giugno, intorno alle 6 del mattino causando un bruttissimo risveglio per i residenti. Una bomba, infatti, è esplosa davanti alla saracinesca di una frutteria in via Emanuele Filiberto nel quartiere di Mola. L’allarme è scattato poco dopo le 6, quando il forte boato ha risvegliato bruscamente il quartiere di Mola.

Le indagini sono ora al vaglio dei Carabinieri della Compagnia di Formia: i militari sono giunti sul posto per effettuare un sopralluogo alla ricerca di tracce, per capire cosa abbia effettivamente causato l’esplosione. Nonostante abbia danneggiato la serranda del negozio e tutto lascia pensare ad un gesto doloso, non si registrano feriti.

Il Sindaco: “Un’azione deprecabile ed ignobile”

Alla luce dell’esplosione che ha danneggiato alle prime luci dell’alba la serranda di una frutteria in Via Emanuele Filiberto, nel quartiere di Mola, il sindaco di Formia Gianluca Taddeo ha espresso piena fiducia nell’operato delle Forze dell’Ordine affinché individuino celermente i responsabili dell’accaduto. “Un’azione deprecabile ed ignobile che condanniamo con estrema fermezza. – ha affermato il Sindaco – La Città è stata colpita da un episodio vergognoso che non ha alcuna comunanza, né attinenza, con i valori e con i principi della nostra comunità. Tali gesti di violenza e minaccia rischiano di destabilizzare il regolare vivere civile e compromettere il clima di sicurezza e di sereno confronto e di dialogo, da sempre presente nella nostra realtà. Per quanto sarà possibile il Comune offrirà massima collaborazione agli investigatori, confidando che gli autori di questo atto vile siano presto identificati dalle forze dell’ordine, a cui va il nostro pieno sostegno morale, lavorando ogni giorno in prima linea al servizio delle istituzioni e della cittadinanza”. conclude Taddeo.

L’Associazione Caponnetto: “Da anni la criminalità avvolge il sud pontino”

“Non sappiamo qual sia lo scenario criminale nel quale può ascriversi la bomba che ha divelto la serranda dell’esercizio commerciale di via Abate Tosti a Formia; di certo sappiamo, però, che sono anni che denunciamo il clima criminale che avvolge le città del sud pontino. D’altronde esse sono diventate la residenza di numerose famiglie afferenti alla mafia, alla camorra e alla ‘ndrangheta, le quali vi hanno trasferito anche i loro interessi, inondando il nostro territorio di milioni di euro di provenienza illecita”. E’ quanto si legge in un duro comunicato dell’Associazione Caponnetto.

“Lo confermano i sequestri e le interdittive antimafia, che sono stati adottati dalla magistratura a danno di soggetti, con forti legami con le suddette organizzazioni criminali. Non siamo solo noi a dirlo ma anche le numerose relazioni antimafia che sono stare redatte in questi anni, in particolare dalla DIA, così come da parte della commissione parlamentare antimafia“.

“Quest’ultima – si legge ancora – ha ricostruito, grazie anche all’audizione dei magistrati della Procura di Roma e del Prefetto di Latina, che la situazione è drammatica, nonostante il miglioramento della qualità degli interventi di contrasto effettuati dalle forze dell’ordine.
Ricordiamo che il nostro fondatore, il mai troppo poco compianto Elvio Di Cesare, ha sempre denunciato la sottovalutazione del fenomeno legato alla presenza sul nostro territorio di famiglie importanti della criminalità organizzata, denuncia a cui non ha mai fatto seguito alcun provvedimento risolutivo, soprattutto da parte della classe politica e della società civile. Purtroppo l’andazzo è ancora questo. Evidentemente mettere la testa sotto la sabbia è per molti più facile che operare a favore della legalità, non trattandosi di mandar via dalla propria città un senzatetto, verso il quale sono tutti bravi a mostrare i muscoli, ma di colpire al cuore gli interessi di quanti hanno fatto delle nostre città il loro cortile di casa. E purtroppo dobbiamo constatare che troppo spesso il silenzio e l’inerzia che circonda tali situazioni non sono frutto di sola ignavia, ma di vera e propria collusione” conclude

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