Il Fatto

Via Crucis in spiaggia e preghiere: a Ostia arriva la Croce dei migranti morti a Cutro

23 giugno 2023 | 13:17
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Via Crucis in spiaggia e preghiere: a Ostia arriva la Croce dei migranti morti a Cutro

“Piccoli segni per proporre un cambiamento di mentalità, da una Chiesa chiusa fatta di incensi, del ‘si è fatto sempre così’, a una Chiesa che va incontro all’altro, ai ragazzi, ai giovani, a chi viene da luoghi lontani”

Ostia – Una preghiera per coloro che hanno perso la vita in mare, nella speranza di raggiungere le coste d’Europa. A Cutro come in Grecia. In questi giorni la “Croce della passione dei naufraghi” – realizzata con il legno del barcone che ha fatto naufragio a Cutro nella notte tra il 25 e il 26 febbraio scorso – è a Ostia. Il 21 giugno è stata imbarcata a bordo della nave Imperatrice presso il molo del Canale dei Pescatori; a bordo il vescovo Riccardo Lamba, delegato diocesano per la Chiesa ospitale e “in uscita”, ha guidato la “Preghiera ai caduti in mare”. Poi la croce è sbarcata al molo portata in processione fino alla chiesetta di San Nicola al Borghetto dei pescatori, dove il vescovo Lamba ha presieduto la Messa solenne.

La croce è ora pellegrina tra diversi luoghi di culto della zona. Giovedì 22, dopo una giornata in cui è stata esposta nella chiesetta di San Nicola, è stata portata presso la parrocchia di Santa Maria Regina Pacis. Quindi la tappa alla parrocchia di Sant’Aurea ad Ostia Antica e il rientro al Borghetto per la Via crucis. Domenica 25 alle 20, in spiaggia al Cancello 5, la Via Crucis animata dal Borghetto giovani. Martedì 27, infine, la croce arriverà nella parrocchia San Leonardo da Porto Maurizio ad Acilia.

“Come Chiesa solidale e in uscita abbiamo avuto l’occasione, attraverso l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Angelo Panzetta, di ricevere per una settimana ad Ostia la croce di Cutro”, spiega al settimanale diocesano Roma Sette don Cosmo Scardigno, referente del Borghetto giovani. “Un segnale importante di riflessione e accoglienza nei confronti di tanti giovani, ragazzi che purtroppo lasciano le loro terre e si imbarcano per raggiungere le nostre sponde, un posto migliore dove poter lavorare, abitare. Tante volte, come successo a Cutro, trovano il fondo del mare come loro tomba. Su invito del Santo Padre, anche noi, come Chiesa in uscita, in sintonia con il vescovo Lamba – afferma il sacerdote –, abbiamo pensato di stringerci intorno a questo segno, affinché possa aiutare non solo i giovani a riflettere ma anche gli adulti e tutte le persone di buona volontà, perché questa dimensione di Chiesa aperta, l’accoglienza che permette di vedere l’altro non come diverso ma come fratello possa attuarsi. Piccoli segni per proporre un cambiamento di mentalità, da una Chiesa chiusa fatta di incensi, del ‘si è fatto sempre così’, a una Chiesa che va incontro all’altro, ai ragazzi, ai giovani, a chi viene da luoghi lontani”.

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