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Il Ministero trasforma l’area protetta del Circeo in un poligono militare: ambientalisti furiosi

29 giugno 2023 | 17:25
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Il Ministero trasforma l’area protetta del Circeo in un poligono militare: ambientalisti furiosi

Esercitazioni militari con spari e “bombe” nell’area protetta del Circeo in autunno: gli ambientalisti chiedono l’immediato dietrofront del Ministero della Difesa

Sabaudia – Esercitazioni a fuoco all’interno del Parco nazionale del Circeo ai “Pantani dell’Inferno”, zona umida di valore internazionale, area di protezione speciale, Riserva della Biosfera, sito d’importanza comunitaria popolato da una densa popolazione di avifauna delle più diverse specie, anche protette. È quel che accadrà in autunno se non interverrà una delocalizzazione del poligono di tiro militare che sarà allestito dal Comando militare della Capitale, autore di un’ordinanza pubblicata nell’Albo pretorio del Comune di Sabaudia lo scorso 27 giugno.

E proprio una delocalizzazione è quel che chiede l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) al ministro della Difesa, Guido Crosetto.

“Inizialmente l’ordinanza prevedeva che le esercitazioni si tenessero anche a settembre, mese poi escluso soprattutto in considerazione delle attività balneari ancora presenti in quel mese, tuttavia sembra che non si voglia prendere in considerazione l’opportunità di non sparare proprio nell’area dei ‘Pantani dell’Inferno’, laddove è presente uno scrigno di biodiversità protetta a vari livelli”, commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. “Auspichiamo che il Ministero chieda che il poligono militare si allestisca in un luogo più idoneo e sicuro e per questo ci appelliamo anche al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin e all’Ente Parco nazionale del Circeo”.

Clicca qui per leggere l’ordinanza

L’ordinanza n. 10/2023 firmata dal generale Rosario Castellano prevede che le attività addestrative a fuoco si tengano tutti i giorni, sabati, domeniche e festività escluse, dalle 8 alle 16 e, in conseguenza, si ordina nella zona lo sgombero di persone e animali, il divieto d’accesso ai non autorizzati, la limitazione della circolazione.

L’Oipa, oltre al paradosso di scegliere di svolgere esercitazioni con armi da fuoco in un Parco protetto arrecando possibili danni alla fauna e sicuramente un grave disturbo, evidenza come sia presente anche il rischio d’inquinamento ambientale da piombo, letale per l’avifauna e per i suoi predatori, laddove non si proceda giorno per giorno a un’approfondita bonifica.

Sulla vicenda interviene anche Legambiente. “All’ombra del Circeo la presenza di un poligono militare dentro l’area protetta è ormai totalmente inaccettabile – commentano Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Stefano Raimondi presidente del circolo Legambiente Larus di Sabaudia – e se all’ultimo momento si è tenuta al riparo la stagione della balneazione dal rischio di stop anticipato, chiediamo che la situazione venga risolta”.

L’associazione del Cigno Verde ricorda che ci si trova in area protetta, nel territorio dell’unico Parco Nazionale interamente ricadente nel Lazio, in uno dei litorali di maggior pregio in assoluto sul suolo italiano ma anche in uno dei luoghi di più alta valenza in chiave di sostenibilità e tutela della biodiversità. Nell’area in questione che fa riferimento ai cosiddetti “Pantani d’Inferno”, si stratificano una serie di vincoli e di normative, a carattere nazionale ed internazionale che ne sanciscono l’enorme valore conservazionistico per specie animali, vegetali ed habitat di interesse comunitario, impedendo di fatto attività e fattori di pressione incompatibili con lo stato di conservazione dei luoghi. Nello specifico, è un sito di importanza comunitaria ai sensi, tra le altre, della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE (con sovrapposizione a sua volta di due aree di interesse: ZPS istituita in base alla Direttiva Uccelli e ZSC, già SIC, in base alla stessa Direttiva Habitat), è zona umida di valore internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar, è Riserva della Biosfera MAB-UNESCO ed è, infine, parte integrante del Parco Nazionale del Circeo.

“In alcuni casi – proseguono i due rappresentanti di Legambiente – servitù militari possono aver avuto anche un ruolo di contenimento degli appetiti speculativi edificatori come nella vicina area dei Torre Astura, in altri contesti come questo, già sottoposto a tutela di richiamati e innumerevoli vincoli, che in estate o in inverno si possa immaginare di perpetrare lo scempio di manovre militari come esercitazioni per il lancio di bombe a mano, non solo è ormai del tutto anacronistico, inaccettabile ma anche incompatibile con il regime di tutela e di mantenimento dei delicati equilibri ecosistemici di un’area protetta che è anche importante luogo di transito di moltissime specie avifaunistiche”.

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