il caso

1965, un oggetto non identificato nei cieli di Roma “sconvolge” i cittadini: che cos’era?

1 luglio 2023 | 10:27
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1965, un oggetto non identificato nei cieli di Roma “sconvolge” i cittadini: che cos’era?

Analisi di un caso che provocò problemi agli occhi di alcuni testimoni dell’avvistamento di 60 anni fa

I casi ‘vintage’ sono quasi sempre più interessanti di quelli contemporanei. Quello descritto in questo articolo non è da meno. Era il 5 ottobre del 1965 alle 20:21, quando i centralini delle redazioni dei giornali e dei servizi pubblici rimasero intasati da letteralmente centinaia di telefonate da parte di cittadini in tutta la Capitale che avevano assistito ad un fenomeno che li turbò. Le zone erano le più svariate, dall’EUR a San Giovanni, Colosseo, Colle Oppio, Lungotevere, fino al Nomentano ed a Tor Lupara. Arrivarono però anche testimonianze dai Castelli Romani, Frattocchie e Marino. Dai racconti spesso discordanti tra loro, sappiamo che si trattò di “un passaggio a bassa quota (non superiore ai duecento o trecento metri) di un oggetto discoidale del diametro di circa venticinque metri”.

Tra tutti i testimoni la forma non fu definita allo stesso modo. Per descriverla usarono frasi come “una sagoma non di aereo”, “un uovo un po’ schiacciato” oppure “ovoidale”. Anche riguardo il colore, per alcuni era rossastro ma semicoperto da una cortina fitta ed abbagliante. Secondo un colonnello dell’aviazione, anch’egli presente al momento dell’avvistamento, sarebbe stata solo la parte anteriore dell’ordigno a presentare riflessi sul rosso, mentre “la parte posteriore sarebbe stata caratterizzata da una luce di posizione verde”. A qualche metro di distanza dalla sua “lunga coda fiammeggiante” sembrava iniziare una scia simile alla coda delle comete, di colore azzurrognolo con strani riflessi, con una lunghezza quattro volte più lunga di quella dello stesso corpo principale.

La velocità era altissima, sempre secondo il colonnello, che giudicò fosse di mach 3, ovvero 3 volte la velocità del suono, più di mille metri al secondo, silenziosamente nel cielo sereno da nord-est a sud-ovest. In quei momenti pare che la rotta si fosse incrociata con quella di un aereo di linea ad una quota molto superiore a quella dell’oggetto. Questi, inoltre, seppur viaggiando orizzontalmente, sembrava capace di “evitare ostacoli alzandosi d’improvviso in verticale ad angolo retto”. Per molti testimoni, la forte luminosità dell’oggetto risultò irritante per gli occhi,che lacrimarono per alcuni minuti. Ad un paio di essi che avevano seguito il fenomeno senza distogliere lo sguardo, l’irritazione continuò fino al giorno successivo.

In una successiva inchiesta di 15 anni dopo, due testimoni affermarono che l’ordigno si sarebbe fermato per qualche secondo in cielo per poi ripartire subito dopo ad alta velocità. Venne interpellato il Centro di avvistamento dell’Aeroporto Intercontinentale di Fiumicino, che dichiarò che l’oggetto volante si manteneva ad una altitudine “troppo bassa per essere intercettato dai radar”. Invece all’Osservatorio di Monte Mario non venne notato niente di insolito. Secondo la stazione meteorologica non poteva trattarsi di un pallone sonda, al contrario di quanto detto da un comunicato della Rai, secondo la quale sarebbe provenuto dalla Sardegna. Non poteva mancare l’ipotesi del meteorite, a causa del colore e della scia.

Dai racconti che sono stati raccolti nell’inchiesta svolta nel 1980 dalla ricercatrice Enza Massa, vediamo quanto le impressioni ricevute dai testimoni siano praticamente tutte discordanti tra loro, e queste differenze non ci permettono di capire con precisione cosa possa essere stato. Sembrerebbe, ad una prima semplice ipotesi, che sia stata una meteora, o bolide, per la velocità, la forma e la luminosità, cosa che è in contrasto con alcuni particolari quali il movimento a zigzag o la “luce di posizione verde” o addirittura la mancanza di segnalazioni dall’Osservatorio o dall’aeroporto o dai gruppi di astrofili che anche in quegli anni erano di sicuro attivi sul territorio. Purtroppo le testimonianze dei testimoni, quando ce ne sono molti, non combaciano quasi mai tra loro, e possiamo dire che potrebbe essere meglio quando ce ne sono meno. Abbiamo già trattato dell’argomento e della differenza di percezione, specie quando si è in presenza di un fenomeno naturale non comune che si svolge sopra aree densamente abitate, come in questo articolo (leggi qui)

Rimaniamo quindi senza una spiegazione netta per mancanza di riscontri ufficiali da parte di quelle strutture che avrebbero potuto osservare il fenomeno anche strumentalmente e che non l’hanno fatto, a parte i molti cittadini che hanno rilasciato le loro dichiarazioni alla stampa e sono rimasti visibilmente scossi se non addirittura colpiti dall’irritazione agli occhi per la grande luminosità.

* Stefano Innocenti –
Cisu – Centro Italiano Studi Ufologici
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Se osservate una luce o un qualcosa in cielo che, in tutta coscienza, non riuscite a spiegarvi, inviate una mail a misteri@ilfaroonline.it e mettetevi in contatto con il Cisu, al sito www.cisu.org oppure all’indirizzo www.ufotuscia.it