Il Fatto

Acilia, rapinatore seriale fugge dai domiciliari: poliziotto libero dal servizio lo fa ri-arrestare

5 luglio 2023 | 12:22
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Acilia, rapinatore seriale fugge dai domiciliari: poliziotto libero dal servizio lo fa ri-arrestare

L’agente ha riconosciuto il giovane uscendo dal supermercato dove era a fare la spesa

Ostia – Ha lasciato la propria abitazione, dove era ai domiciliari perché accusato di aver messo a segno diverse rapine, ma il caso ha voluto che un agente libero dal servizio lo abbia riconosciuto e il giovane rapinatore è stato nuovamente arrestato.

Protagonista della vicenda è un agente del X Distretto, libero dal servizio, che nel pomeriggio del 4 luglio, nella zona di Acilia, all’uscita del supermercato, con in mano ancora le buste della spesa, ha riconosciuto arrestato un pregiudicato romano di anni 25, evaso dagli arresti domiciliari, e ricercato dalle le forze di polizia perché destinatario di una ordinanza di custodia cautelare per rapina. La presenza sospetta del ricercato fuori un supermercato, la possibilità che potesse essere armato, il volto parzialmente travisato da un berretto, inducevano l’agente libero dal servizio a contattare immediatamente i colleghi della Squadra di Polizia Giudiziaria che in pochi minuti raggiungevano l’obiettivo, collaborando a bloccare il ricercato.

Sul giovane sono in corso ulteriori indagini, in quanto si ritiene possa essere il responsabile di numerose rapine, almeno 8, consumate anche con l’uso di un coltello. Decisive potrebbero risultare le testimonianze di vittime e testimoni che indicano l’autore del reato somigliante ad un famoso cantante rap underground per alcune scritte tatuate sul volto, cosa che effettivamente gli agenti del X Distretto hanno riscontrato. A conclusione delle attività di Polizia Giudiziaria, il poliziotto ha poi detto: ora mi sento più sereno e posso andare in ferie. Quell’uomo andava fermato, era pericoloso. Il Dirigente del X Distretto ha già proposto i poliziotti che hanno operato l’arresto per un riconoscimento.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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