La storia

Fiumicino. Dall’orrore della guerra ai riflettori del cinema: la storia di Mariuccio

7 luglio 2023 | 11:14
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Fiumicino. Dall’orrore della guerra ai riflettori del cinema: la storia di Mariuccio

Mario Marcelli, 86enne di Fiumicino, racconta la sua vita fatta di sacrifici, orribili ricordi, ma anche grandi soddisfazioni

Fiumicino – Ha visto i bombardamenti degli Americani, l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Quando aveva poco più di 6 anni, lui e la sua famiglia accolsero in casa moltissime persone e 2 famiglie ebraiche, nel corso della Seconda Guerra Mondiale: questa è la storia di Marcelli Mario, 86enne di Fiumicino, detto “Mariuccio”, nato a Roma il 20 giugno del 1937, che di cose nella sua vita ne ha viste e vissute tante…

“Avevo 6 anni e mezzo quando, con il permesso di mio padre, nascondemmo in casa quelle persone – racconta Mario -. Con le famiglie si divideva tutto, una famiglia aveva 2 bambini, l’altra ne aveva 3, in quel momento il pane per legge di guerra era 1 panino al giorno a persona, si apriva in due parti per strusciarlo sull’aringa ed infine si divideva in 4 parti. Si andava avanti con grande fatica”.

Traumatizzante per Mario è stato soprattutto l’eccidio delle Fosse Ardeatine: “Per le fosse Ardeatine, – racconta Mario – all’epoca fu fatta un’unica buca grande e profonda, dove i soldati tedeschi misero tutte le persone che avevano arrestato, posizionate a guardare la fossa gli hanno sparato alle spalle con la mitragliatrice. Più di qualcuno è caduto ferito ed è morto con atroce sofferenza”.

Mario è stato da sempre un grande lavoratore: “All’età di 10 anni sono andato a fare il garzone in una falegnameria vicino casa. Nel 1949 mi investì un motorino, provocandomi la fattura del femore, rimasi per 90 giorni a letto con i tiranti e con pesi fino a 23 chilogrammi. Dopo i 90 giorni di tiratura, per nove mesi stetti con l’ingessatura dal piede destro fino a sopra il torace. Nel 1951 con mio padre abbiamo iniziato a costruire una casa a Torvajanica, per circa 18 anni, tutte le festività si andava a lavorare per la costruzione della suddetta. A 19 anni presi il diploma da disegnatore serale alla scuola Ettore Rulli. Ho lavorato in altre falegnamerie e nei cantieri per il montaggio di porte, portoncini e finestre.

Nel 1957 entrai a Cinecittà come realizzatore delle scene dei film. Ho arredato varie scene come ad esempio Ben-Hur, Monaca di Monza, con Totò e Vittorio De Sica, Cleopatra, La Bibbia, 8 e mezzo, e Amarcord di Fellini, il tormento e l’estasi, fatto la copia della Cappella Sistina. Altri film come “Le Millemiglia” con Toni Curtis, “Altrimenti ci arrabbiamo”, “Barbarella con Enry Fonda,  “Giulietta e Romeo di Zeffirelli, Ursus nella valle dei Leoni e tanti film Western.

Nel 1962 sono andato in Nigeria, nella capitale Lagos. Ho lavorato anche in televisione all’epoca del “Dadaumpa” con le gemelle Kessler feci la prova per entrare fisso in TV, nella graduatoria arrivai sesto, purtroppo il mio posto lo prese un raccomandato, mi dissero che ero stato contattato telefonicamente , come scusa, e gli risposi mi potevate scrivere una lettera per essere assunto.

Nel poco tempo libero andavo a ballare, in discoteca ci si andava poche volte. A turno si faceva spazio nell’appartamento, in base a chi aveva più disponibilità. A quel tempo si ballava il Rock and Roll acrobatico e prese inizio la moda del cubo. Ho partecipato alla mostra come prova al palazzo dei Congressi del 1° supermercato all’americana”.

Nel corso della sua vita, l’amore è stato il motore delle sue “imprese”: “Il 4 febbraio 1968 mi sono sposato ed a settembre dello stesso anno sono andato in Colombia per l’arredamento del film Queimada con Marlon Brando, in quel periodo presero Karim Bedi, dopo 3 mesi feci venire la mia Rita, il film durò fino al 25 giugno 1969. Siamo tornati con la nave Donizetti ed il viaggio durò 19 giorni, a Napoli ho preso in affitto un furgoncino con autista per il bagaglio e per le diverse valigie che avevamo. Nel 1970 andai in Bulgaria per il film Michele Strogoff, seconda edizione, per 7 mesi, a 25 gradi sottozero per diverso tempo.

Il 12 giugno 1972 nacque mio figlio, in quel periodo lavoravo la mattina in falegnameria e in teatro olimpico, per preparare il palcoscenico alla musica sinfonica. Erano presenti più di 100 musicanti ed il maestro. Dopo lo spettacolo smontavamo di nuovo. La mattina mi alzavo alle 6 e rientravo alle 4 del giorno dopo. Questo lavoro è durato 18 mesi.

Dopo un paio di scenografie per il circo Luana Orfei, nel 1975 lasciai lo spettacolo per stare più vicino a mia moglie Rita ed a nostro figlio Massimiliano. Ho iniziato ad arredare le farmacie e ho continuato con questo lavoro per  27 anni. Tre anni sotto mobilità, a 65 anni sono tornato di nuovo con lo spettacolo, la costruzione della nave imperiale del film “Ballando sotto i paraventi” e tanti altri lavori. Nel 2005 è venuta a mancare la mia adorata sposa, tuttora sono innamorato, lei mi ha capito, non potrò mai scordarla, ho le sue ceneri a casa”.

E’ nel 2007 che Mario ha scelto Fiumicino come sua nuova casa: “ho venduto l’appartamento di Roma e ho comprato un appartamento a Fiumicino, ho fatto dei lavori di ristrutturazione, rinnovato la cucina, porte, mobili e finestre, anche in legno, restaurando anche molti mobili antichi”.

“Dove abito adesso mi sono costruito i mobili su misura, – conclude Mario – angolo cottura, camera da letto e del bagno, le porte, controsoffitto, spatolato veneziano, in giardino una struttura in ferro per l’orto verticale, il tavolo da giardino, l’asta della bandiera italiana e della Roma, per finire, in cima all’asta ho fatto la rosa dei venti”. Una storia di grandi sacrifici, quella di Mario, ma anche di grandi successi e soddisfazioni, che ci fa capire come si possono realizzare i propri obiettivi se si lavora duramente.

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