12 luglio, il Santo del giorno: Santi Fortunato e Ermagora, martiri

12 luglio 2023 | 06:01
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12 luglio, il Santo del giorno: Santi Fortunato e Ermagora, martiri

Ad Aquileia in Friuli, santi Fortunato e Ermagora, martiri

Oggi, 12 luglio, la Chiesa cattolica ricorda i Santi Fortunato e Ermagora, martiri. Il Martirologio Romano dice di loro: Ad Aquileia in Friuli, santi Fortunato e Ermagora, martiri.

Poche le informazioni sulla vita di questi due santi. Ermagora sarebbe stato scelto nel 50 come primo vescovo della comunità di Aquileia da san Marco, venendo quindi consacrato a Roma da san Pietro. Secondo una tradizione dell’VIII-IX secolo, si sarebbe trattato di un gentile convertito da Marco. Fortunato sarebbe stato il diacono di Ermagora e i due subirono assieme il martirio ad Aquileia nell’anno 70, inflitto loro, secondo la leggenda, da un certo Sebasto.

Il loro culto è antichissimo (sono citati nel Martirologio geronimiano, testo del V secolo), soprattutto ad Aquileia, ed è stato consolidato dal patriarca Poppone che nel 1031 dedica ai due santi la Basilica Patriarcale di Aquileia (dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità) dopo la dedicazione mariana.

I corpi e le reliquie dei due santi, prima conservati nella basilica di Aquileia, vennero trasferiti nel VI secolo a Grado nella basilica di Sant’Eufemia, venendo restituiti alla comunità aquileiese solo alla fine del XV secolo. Alcune di queste reliquie vennero poi traslate a Gorizia nel 1751 con la soppressione del patriarcato di Aquileia.

La Mohorjeva družba, o Società di Ermagora, la più antica casa editrice slovena (con tripla sede a Klagenfurt, Celje e Gorizia), fondata nel 1851 dal vescovo Anton Martin Slomšek e dal filologo Anton Janežič, è stata così chiamata in riferimento a San Ermagora. La Chiesa cattolica, il 12 luglio, ricorda anche:

Santi Proclo e Ilarione, martiri. Ad Ankara in Galazia nell’odierna Turchia, santi Proclo e Ilarione, martiri sotto l’impero di Traiano e la prefettura di Massimo.

Santi Nábore e Felice, martiri. A Milano, santi Nábore e Felice, martiri, che, soldati provenienti dalla Mauritania, nell’odierna Algeria, si narra che abbiano patito a Lodi il martirio durante le persecuzioni e siano stati poi sepolti a Milano.

San Paterniano, vescovo. A Fano nelle Marche, san Paterniano, vescovo.

San Vivenzíolo, vescovo. A Lione in Francia, san Vivenzíolo, vescovo, che, promosso dalla scuola del monastero di Sant’Eugendo all’episcopato, indusse chierici e laici a partecipare al Concilio di Epaone, perché il popolo potesse conoscere meglio le decisioni dei pontefici.

San Giovanni Gualberto, abate. A Passignano in Toscana, san Giovanni Gualberto, abate, che, soldato fiorentino, perdonò per amore di Cristo l’uccisore di suo fratello e, vestito poi l’abito monastico, desideroso di condurre una vita di maggior rigore, gettò a Vallombrosa le fondamenta di una nuova famiglia monastica.

San Leone I, abate. Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, san Leone I, abate, che provvide ai poveri con il lavoro delle proprie mani e li difese dai potenti.

San Giovanni Jones, sacerdote. Sempre a Londra, san Giovanni Jones, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che, originario del Galles, fattosi religioso in Francia, fu condannato a morte sotto la regina Elisabetta I per essere entrato da sacerdote in Inghilterra e compì il suo martirio appeso a un laccio fino alla morte.

San Clemente Ignazio Delgado Cebrián, vescovo e martire. Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, san Clemente Ignazio Delgado Cebrián, vescovo e martire, che, dopo cinquant’anni trascorsi a predicare il Vangelo, fu arrestato per ordine dell’imperatore Minh Mang per la sua fede in Cristo e morì in carcere tra molte sofferenze.

Sant’Agnese Lê Thi Thành (Dê), martire. Nella provincia di Ninh Bình sempre nel Tonchino, sant’Agnese Lê Thi Thành (Dê), martire, che, madre di famiglia, sebbene sottoposta a crudeli torture per aver nascosto in casa sua un sacerdote, si rifiutò di rinnegare la fede e morì in carcere sotto l’imperatore Thieu Tri.

San Pietro Khanh, sacerdote e martire. Nella provincia di Nghe An nell’antico An Nam, ora Viet Nam, san Pietro Khanh, sacerdote e martire, che, riconosciuto come cristiano al banco delle imposte, fu messo in prigione per sei mesi e, dopo vani inviti ad abiurare, fu decapitato sempre per ordine dell’imperatore Thieu Tri.

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