16 luglio, il Santo del giorno: Beata Maria Vergine del Monte Carmelo (o Madonna del Carmine)

16 luglio 2023 | 06:01
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16 luglio, il Santo del giorno: Beata Maria Vergine del Monte Carmelo (o Madonna del Carmine)

Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, dove un tempo il profeta Elia aveva ricondotto il popolo di Israele al culto del Dio vivente e si ritirarono poi degli eremiti in cerca di solitudine, istituendo un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della santa Madre di Dio

Oggi, 16 luglio, la Chiesa cattolica celebra la festa della Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, conosciuta anche come Madonna del Carmine. Il Martirologio Romano descrive così la festività odierna: Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, dove un tempo il profeta Elia aveva ricondotto il popolo di Israele al culto del Dio vivente e si ritirarono poi degli eremiti in cerca di solitudine, istituendo un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della santa Madre di Dio.

Il titolo di Madonna del Monte Carmelo, ricco di profondi rimandi biblici, nasce in Palestina insieme all’Ordine dei frati Carmelitani e con il tempo si arricchisce di nuovi significati, prima all’interno dell’ordine e poi diffondendosi largamente tra i fedeli insieme al sacro Scapolare e alle promesse di salvezza ad esso collegate.

Questo titolo mariano richiama anzitutto un luogo, il monte Carmelo, “giardino verdeggiante”, nella Galilea occidentale, simbolo di bellezza e splendore. Pertanto, per comprendere meglio la storia e lo sviluppo del titolo, è utile conoscere anzitutto il significato biblico di questo luogo nonché la vicenda biblica della nube di Elia, che proprio sul Carmelo, nove secoli prima della sua nascita, adombrò profeticamente la venuta della Vergine e l’Incarnazione del Verbo.

Verso la fine del XII secolo un gruppo di pellegrini latini desiderosi di imitare l’esempio del profeta Elia si riunì in comunità sul monte Carmelo presso la fonte che porta il suo nome, con l’intento di abbracciare la vita eremitica sotto il patrocinio della Vergine Maria, per “vivere nell’ossequio di Gesù Cristo con cuore puro e buona coscienza”. Gli eremiti costruirono perciò in mezzo alle loro cellette la prima chiesetta della comunità e la dedicarono alla Beata Vergine Maria, mettendosi sotto la sua protezione; è dalla venerazione tributata a Maria in questa chiesetta, dunque, che nacque il titolo di Santa Maria del Monte Carmelo. Un titolo che arricchirà progressivamente il suo significato nel corso dei secoli.

Il titolo nasce dunque indicando la Signora di quel santo luogo, patrona e compagna di coloro che lì vivono in preghiera e contemplazione. Sin da subito infatti i frati onorarono la Vergine come loro patrona, come Signora di quel sacro luogo e di quella comunità, e la accolsero come madre e sorella nell’intimità della loro vita quotidiana. Essi stessi poi, per potersi distinguere dai religiosi greci del vicino monastero di Santa Margherita, erano chiamati “fratelli della Beata Vergine Maria del monte Carmelo”, gli odierni Carmelitani.

Essi continuarono ad affidarsi a lei anche quando l’invasione araba, dopo il 1230, li costrinse ad abbandonare l’Oriente e a lasciare lo stesso monte Carmelo, facendoli stabilire perlopiù in Europa (il primo convento fu a Messina nel 1238). Videro sempre in lei la Madre che li guidava nel cammino, e con lei si intrattenevano in rapporto di fraterna e intima confidenza.

Ben presto i frati riconobbero in Maria colei a cui “è stata data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron” (Is 35,2), la Vergine purissima e tutta bella perché abitata da Dio stesso, bellezza in Persona. Se il Carmelo è il giardino verdeggiante di Dio, allora Maria è il fiore più bello di questo giardino, la vite fiorente, come recita la celebre sequenza composta in suo onore; dunque è Lei che i frati devono imitare ed è a Lei che devono rivolgersi per essere adornati essi stessi delle sue virtù; pertanto, presero Maria, Flos Carmeli, come modello e guida nel cammino di santificazione.

Intorno al 1247, in un momento di grande difficoltà per l’Ordine, il frate Simone Stock (che una certa tradizione ritiene un priore generale dell’ordine) avrebbe ricevuto l’apparizione con cui la Vergine istituiva il Sacro Scapolare quale segno della sua materna protezione nei pericoli e garanzia di salvezza eterna: è la prima promessa, il privilegio per cui chi muore rivestito dello scapolare non soffrirà il fuoco eterno. A questa sarebbe seguita, sempre secondo la tradizione, una seconda promessa, in base alla quale – recitando determinate preghiere e alcuni sacrifici in suo onore – chi porta lo scapolare verrebbe liberato dal Purgatorio il primo sabato dopo la morte: è il cosiddetto privilegio sabatino, da cui deriva anche la comprensione di Maria come protettrice delle anime del Purgatorio.

Il valore profondo dello Scapolare, tuttavia, non sta nei benefici – che pure contribuirono grandemente alla diffusione del titolo – ma nel significato di questo sacramentale, che riassume tutti i tratti visti fin qui nello sviluppo della devozione alla Signora del Monte Carmelo: la Vergine bella, il fiore del Carmelo, che ti è sorella e madre premurosa, ti riveste con il suo scapolare per proteggerti nei pericoli della vita, offrirti consolazione e speranza e soprattutto aiutarti a rivestirti interiormente di Cristo, accompagnandoti alla meta della salvezza con la sua presenza quotidiana.

Questa comprensione della devozione dello Scapolare è ben espressa anche da una secolare tradizione radicata nell’Ordine, che riconosce in Maria l’adempimento della figura biblica della nube di Elia, non solo in quanto Ella ha donato Cristo al mondo una volta nella pienezza dei tempi, ma anche in quanto continua a farLo “piovere” ogni giorno nelle anime dei suoi figli, introdotti spiritualmente nella terra del Carmelo per mezzo dello scapolare. I Carmelitani infatti riconobbero in questa immagine ad un tempo la signoria di Maria (la nube raggiunge la vetta del Carmelo), la purezza della Vergine bella (la nube si innalza dalla massa indistinta del mare), la generazione di Cristo nei suoi figli vestiti dello scapolare (la nube reca la pioggia sul Carmelo e su tutto Israele). Santa Teresa Benedetta della Croce lo mostra in un suo celebre inno: “O Maria, sulla vetta del Carmelo sei apparsa come nube all’orizzonte per portare a noi la pioggia della grazia, tu pura senza macchia. Il profeta ed i santi del Carmelo ci han portati sulle vie di questo monte: qui noi siamo i tuoi piccoli fratelli, o madre di bontà”. Oggi la Chiesa ricorda anche:

Sant’Antioco, martire. Ad Anastasiopoli in Galazia, nell’odierna Turchia, sant’Antioco, martire, fratello di san Platone.

Sant’Atenogene, corepiscopo e martire. A Sivas nell’antica Armenia, sant’Atenogene, corepiscopo e martire, che lasciò ai discepoli un inno sulla divinità dello Spirito Santo e morì messo al rogo per Cristo.

Sant’Elerio, eremita. Nell’isola di Jersey nel Mare del Nord, sant’Elerio, eremita, che si tramanda sia stato martirizzato dai pirati.

Santi Monolfo e Gondolfo, vescovi. A Maastricht in Austrasia, nell’odierna Olanda, santi Monolfo e Gondolfo, vescovi.

Santi martiri Reinilde e Grimoaldo e Gondolfo. A Saintes nell’Hainault, attualmente in territorio belga, santi martiri Reinilde, vergine, e Grimoaldo e Gondolfo, che si tramanda siano stati uccisi da predoni.

San Sisenando, diacono e martire. A Córdova nell’Andalusia in Spagna, san Sisenando, diacono e martire, sgozzato dai Mori per la fede in Cristo.

Santa Maria Maddalena Postel, vergine. Nel territorio di Saint-Sauveur-le-Vicomte nella Normandia in Francia, santa Maria Maddalena Postel, vergine, che sempre nella stessa persecuzione, all’avvenuta espulsione dei sacerdoti, impegnò ogni suo avere per i malati e i fedeli e, tornata la pace, fondò e resse in estrema povertà la Congregazione delle Figlie della Misericordia per provvedere alla formazione cristiana delle ragazze povere.

Santi Lang Yangzhi e Paolo Lang Fu, martiri. In località Lüjiapo presso Qinghe nella provincia dello Hebei in Cina, santi Lang Yangzhi, catecumena, e Paolo Lang Fu, suo figlio, martiri, che durante la persecuzione dei Boxer, essendosi la madre professata cristiana, morirono martiri per Cristo nella loro casa data alle fiamme.

Santa Teresa Zhang Hezhi. In località Zhangjiaji presso Ningjin sempre nello Hebei, santa Teresa Zhang Hezhi, che nella medesima persecuzione, trascinata in una pagoda, si rifiutò di venerare le divinità del luogo e fu per questo trafitta insieme ai suoi due figli da una lancia.

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