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Elezioni in Spagna: vince il Pp, ma non basta. E Vox delude

23 luglio 2023 | 22:22
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Elezioni in Spagna: vince il Pp, ma non basta. E Vox delude

I Popolari vincono le elezioni in Spagna, dopo un serrato testa a testa con il Psoe. Ma mancano i numeri per governare: i possibili scenari

Madrid – E’ un testa a testa tiratissimo quello che ha tenuto con il fiato sospeso la Spagna e l’Ue. Ad oltre 2 ore dalla chiusura dei seggi (gli ultimi sono stati quelli delle Canarie, per ovvie ragioni di fuso orario) e quasi il 95% delle sezioni scrutinate, il Partito Popolare guidato da Alberto Nunez Feijòo ottiene 136 seggi circa (numero che però può variare, anche se di poco). Una vittoria arrivata a grandissima fatica contro un mai domo Psoe: il partito guidato dal Presidente del Governo dimissionario Pedro Sanchez è stato infatti a lungo in testa, sfatando i sondaggi e sorprendendo i più scettici. Ma alla fine ha dovuto arrendersi, non andando oltre i 122 seggi.

Delude Vox, sorpresa Sumar

A deludere invece è Vox, il partito d’estrema destra dato in pompa magna dai sondaggi, che ha fatto una gran fatica ad imporsi come terza forza politica. Vox ha infatti ottenuto solo 33 seggi, ben 19 in meno rispetto alla scorsa legislatura. Insomma, una “vittoria” di Pirro. Ad incalzarlo è stata la piccola forza di sinistra Sumar (che potrebbe essere però decisiva per un eventuale Governo con il Psoe) che le proiezioni danno a circa 30 seggi.

#URGENTE@Santi_ABASCAL tras conocerse los resultados:

"Vamos a resistir. Estamos preparados tanto para hacer oposición como para una repetición electoral en la que volveremos a levantar las mismas banderas". pic.twitter.com/9pnTanRgXx

— VOX 🇪🇸 (@vox_es) July 23, 2023

Affluenza in crescita

La tornata elettorale, nonostante il caldo e le ferie di molti elettori lontano dai seggi, ha visto una grande partecipazione. Il Ministero degli Interni ha pubblicato i dati sull’affluenza, pari al 68,23% (oltre il 2% in più rispetto alle scorse elezioni).

E ora? I possibili scenari

La festa al quartier generale del Partito Popolare (foto: Twitter @ppopular)

Se questi risultati di stallo venissero confermati (come probabilmente accadrà, salvo clamorosi ribaltoni o eventuali riconteggi) sarebbe un grosso problema per la Spagna. La maggioranza necessaria per governare è infatti di 176 seggi ma, secondo quanto emerge dai dati elettorali, nè la coalizione Pp + Vox nè Psoe + Sumar riesce a raggiungere quel numero. Questo cosa significa? Difficile ipotizzare un Governo di larghissime intese. Più credibile, ma comunque complicata, l’ipotesi di una maxi-alleanza tra il Psoe e tutti i partiti locali di minoranza. Ma lo spettro che si aggira sul Palazzo della Moncloa e delle Corti Generali è quello del ritorno alle urne. E la possibilità sembra essere più concreta che mai. Ma la politica, si sa, è piena di sorprese e potrebbe accadere di tutto.

Un Sanchez bis? Una prima analisi

A giocare un ruolo fondamentale potrebbe essere “Junts per Catalunya“, il movimento politico catalano che ha ottenuto ben 7 seggi. Seggi che potrebbero essere decisivi per mandare Sanchez di nuovo al Palazzo della Moncloa, raggiungendo così la maggioranza assoluta. E consapevoli di giocare un ruolo centrale, alcuni esponenti del partito sono già intervenuti a gamba tesa, per prendersi la ribalta ed urlare alla Spagna che il destino potrebbe passare da loro. Miriam Nugueras, candidata di Junts, ha infatti già dichiarato: “Non faremo Sanchez presidente in cambio di niente“. Parole forti che però sottointendono un fatto: Junts sembra disposta a dare la fiducia a Sanchez, tuttavia in cambio di qualcosa. E’ la politica, bellezza, fatta anche (se non soprattutto) di compromessi e concessioni.

Ad ogni modo, una prima analisi di quanto accaduto è doverosa. Il vero vincitore di questa tornata elettorale, anche se non matematicamente, sembra essere proprio Pedro Sanchez. Il Presidente del Governo dimissionario ha avuto la capacità di risollevare i consensi del partito, prendendosi il grosso rischio di dimettersi, apparendo così allo stesso tempo responsabile e pieno di dignità. E, con questa mossa, non ha dato modo al Pp e a Vox di organizzarsi adeguatamente. Anzi: il Psoe ha addirittura 2 seggi in più rispetto all’ultima legislatura. E, fino a qualche ora fa, non l’avrebbe predetto nessuno. Senza dubbio Sanchez ha dimostrato una notevole capacità politica (di quella dura e pura, s’intende). Vedremo se tutto questo riuscirà a portarlo di nuovo alla Moncloa e ad essere sostenuto dalle Corti Generali. Nel frattempo, nel discorso post-elettorale dal quartier generale del Psoe, non ha usato mezzi termini: “Il blocco di Partito Popolare e Vox è uscito sconfitto“. E’ chiaramente una forzatura politica, con l’obiettivo anche di aizzare i suoi dato che comunque il Pp è il primo partito del Paese, ma sul fatto che Vox abbia deluso non c’è dubbio. E questa è la vera notizia della serata, considerando i venti di destra che soffiano su gran parte dell’Europa. Ad ogni modo, ora più che mai, è tutto nelle mani del Re Filippo VI (a cui aspetta un estate di lungo lavoro), oltre che della matematica. (Foto: Twitter @ppopular)

España ha sido meridiana y rotundamente clara.

El bloque involucionista, de retroceso, que planteaba la derogación de los avances logrados estos cuatro años ha fracasado.

Somos muchos más los que queremos que España siga avanzando.

Muchas gracias a todos y a todas. pic.twitter.com/3ztlnGHAyo

— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) July 23, 2023