Vaticano, scandalo palazzo di Londra: per il cardinal Becciu chiesti 7 anni e 3 mesi di reclusione

26 luglio 2023 | 18:49
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Vaticano, scandalo palazzo di Londra: per il cardinal Becciu chiesti 7 anni e 3 mesi di reclusione

La sentenza del Tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone è attesa prima di Natale. Gli avvocati del cardinale: “Becciu innocente, sempre leale servitore della Chiesa”

Città del Vaticano – Chiesti sette anni e tre mesi di reclusione, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per il cardinale Angelo Becciu, primo porporato a finire alla sbarra in un processo che si sta celebrando in Vaticano. La richiesta di condanna arriva dal Promotore di giustizia, Alessandro Diddi, nell’ambito del processo per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del palazzo londinese. Il pm ha chiesto in totale 73 anni più pene interdittive per i dieci imputati.

Il Promotore di giustizia del Vaticano nei confronti del cardinale Becciu ha chiesto inoltre di confiscare una somma, per il danno che avrebbe arrecato, pari a 14 milioni di euro. Chieste anche multe per tutti gli imputati: 15 milioni per René Bruelhart, Mauro Carlino e Di Ruzza. Per Mincione chiesti invece 172 milioni e 360 mila euro, per Squillace 1 milione e 266 mila euro, per Tirabassi 99 milioni 898 mila euro, per Torzi 71 milioni, per Logsic 775 mila euro, per HP Finance 6,7 milioni e per Sogenel 6,7 milioni. Si tornerà in Aula dopo la pausa estiva, a fine settembre, quando prenderanno la parola gli avvocati delle difese con le loro arringhe e le parti civili. La sentenza del Tribunale è attesa entro Natale.

“Le richieste del Promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo, che ha dimostrato l’assoluta innocenza del Cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa”, il commento, a margine dell’udienza – la 67ma di questo processo – gli avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, difensori del cardinale Angelo Becciu.

“Sulla base di teoremi clamorosamente smentiti in dibattimento, il Promotore di Giustizia ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove e ne prendiamo atto. Quanto alle richieste del Promotore, neanche un giorno sarebbe una pena giusta. Solo il riconoscimento dell’assoluta innocenza e l’assoluzione piena rispecchiano quanto accertato in modo chiarissimo. Il Cardinale è stato sempre un fedele servitore della Chiesa ed ha sofferto in silenzio, difendendosi nel processo e partecipando attivamente alle udienze. Sottoponendosi per diverse giornate ad estenuanti interrogatori ha chiarito ogni equivoco, dimostrando assoluta buona fede e correttezza”, concludono i legali.

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