Notte delle bombe: “Roma non dimentica” ma si nasconde

28 luglio 2023 | 15:34
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La fiaccolata in ricordo delle bombe mafiose alle chiese di Roma passa nei vicoli più nascosti. E gli amministratori dei Municipi ridono e scherzano

Roma – Poteva e doveva essere un’ottima occasione per ribadire un “no” corale, da parte di tutte le Istituzioni, alla mafia, che trent’anni fa seminò morte (a Milano) e distruzione (a Roma) in quella che è stata ribattezzata la notte delle bombe. Nel capoluogo lombardo, in via Palestro, persero la vita 5 persone. Nella Capitale, lo stesso tritolo venne fatto esplodere davanti due importanti basiliche: San Giorgio al Velabro, che riportò seri danni alla struttura, e San Giovanni in Laterano.

Un chiaro attacco di Cosa nostra alla Chiesa cattolica, che pochi mesi prima aveva pronunciato un monito molto forte contro i mafiosi: “Convertitevi!” grido Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi. La risposta dei mafiosi fu eloquente: prima, in estate, le bombe, una delle quali fatta esplodere davanti la chiesa più importante del mondo, ovvero la Cattedrale di Roma, poi le pallottole che a settembre dello stesso anno uccisero don Pino Puglisi. Una pagina oscura, l’ennesima,

A trent’anni da quella tragica notte, Diocesi di Roma, Campidoglio e altre associazioni, tra cui Libera, hanno ben pensato di ricordare quelli eventi con una fiaccolata che avrebbe dovuto illuminare il centro della Capitale snodandosi tra il Laterano e il piazzale antistante San Giorgio al Velabro. Circa cinquecento persone si radunano nel piazzale che fu teatro dell’esplosione. Sul portone del Palazzo Lateranense mons. Baldassarre Reina, vicegerente della Diocesi di Roma, legge il messaggio che Papa Francesco ha voluto indirizzare ai romani, in particolare ai giovani, per questa occasione (leggi qui).

Quindi ha inizio il corteo: in prima fila c’è anche don Ciotti, assieme alla vicesindaca di Roma (Gualtieri, infatti, è assente “per motivi istituzionali”). Presenti, tra gli altri, diversi consiglieri regionali di maggioranza e opposizione, diversi rappresentati dai vari Municipi con la fascia giallorossa. Ci sono anche diversi parlamentari, tra cui ilo deputato Cafiero De Raho, ex Procuratore nazionale antimafia, e Chiara Colosimo, Presidente della Commissione parlamentare antimafia. C’è anche la ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, e il prefetto di Roma, Lamberto Giannini.

Il corteo lascia il Laterano ma, a sorpresa, non prende nessuna strada principale. Potevano esserci diverse scelte, eppure si è preferito passare nei vicoli nascosti del Celio, dietro l’ospedale. Si prosegue poi per via di San Paolo della Croce, a ridosso di Villa Celimontana. Un corteo contro la mafia che passa nelle vie più strette invece che percorrere i grandi viali della Capitale. Invece che mostrare a tutti che un nutrito gruppo di cittadini sfilava nella notte per dire “no” a un mondo di violenze e soprusi, si è preferito i vicoli bui del Celio, in un silenzio che preso si è riempito di risate da parte dei più giovani e da parte di chi sfilava con indosso la fascia di rappresentanza.

Battute e finti spintoni tra gli amministratori locali scandiscono il corteo che va avanti con un solo megafono che, random, urla lo spot: “Roma non dimentica”. Non dimentica ma si nasconde agli occhi della città. La scusa che non si voleva paralizzare il traffico, di notte, non regge più di tanto. Soprattutto se si considera che quel quadrante è spesso oggetto di manifestazioni e cortei. Dunque, un’occasione persa. L’ennesima.

Discorsi e riflessioni sono lasciati per il finale. Su un piccolo palco, in un angolo sotto l’arco di Giano, si alternano i discorsi. Parla il Prefetto, parla don Ciotti. Ma la gente, piano piano, se ne va. Del resto si è corso dall’inizio della manifestazione…

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